Ciclismo
OSCAR 2018 – L’emozione dell’anno è… La top 5: un oro iperuranico, una battaglia campale e un attacco da fenomeno
Il 2018 ha regalato grandi emozioni agli appassionati di sport, l’Italia si è resa protagonista di una stagione sostanzialmente positiva e non sono mancati i momenti in cui esaltarsi, istanti in cui ci siamo emozionati e in cui il cuore ha palpitato più del normale, in cui siamo sobbalzati sul divano per un gesto sportivo fuori dal comune compiuto da un nostro portacolori. La redazione di OA Sport ha selezionato cinque emozioni indimenticabili, cinque imprese entrate nel nostro cuore per estro, originalità, imprevidibilità, impatto emotivo, portata storica.
PRIMO POSTO – PIERO CODIA, ORO 100 FARFALLA AGLI EUROPEI:
Definirlo l’oro più impensabile del secolo in casa Italia non è certamente un’esagerazione, l’emozione dell’anno è una concentrato di sensazioni che fanno sobbalzare il cuore: l’impresa incredibile contro ogni pronostico, la qualificazione per il rotto della cuffia con l’ultimo tempo, una nuotata indemoniata dalla corsia numero 8, uno show che sorprende tutti dall’esterno della vasca, l’apoteosi di un ragazzo acqua e sapone che si consacra laureandosi Campione d’Europa nel modo più incredibile che nessuno si aspettava.
Il giuliano ci manda il cuore in gola, ci ha fatto il classico regalo che non ti aspetti, quello che ricevi dalla persona più inattesa e che per questo motivo è ancora più bello: stravolge tutti i pronostici con una prima vasca inverosimile da 23.42, vira con un vantaggio importante che manda fuori fase tutti gli avversari e poi chiude i 100 farfalla con un super 50.64 (record italiano, è un tempo da medaglia olimpica). C’è lui davanti a tutti in una finale fuori da ogni logica, l’uomo della provvidenza che ha fatto sobbalzare tutti dal divano e che ha emozionato come nessuno in questa annata.
SECONDO POSTO – ITALIA-CINA, SEMIFINALE MONDIALI VOLLEY FEMMINILE:
Semplicemente la battaglia di Yokohama, una delle partite già consegnate all’antologia della pallavolo, una pieta miliare della nostra storia che rimarrà impressa per decenni, quasi come Italia-Germania 4-3 d.t.s. (la partita del secolo per quanto riguarda il calcio). 19 ottobre, in terra nipponica la nostra Nazionale affronta le Campionesse Olimpiche nella semifinale della rassegna iridata.
Le azzurre partono sfavorite, hanno già sconfitto le asiatiche nella prima fase a gironi e gli ultimi precedenti ci sorridono ma in partita secca può cambiare tutto e l’esperienza di Zhu Ting e compagne può fare la differenza. Dall’altra parte una tonica Italia, partita come outsider e poi scatenatasi con una cavalcata strepitosa che ci ha portato in zona medaglie: l’obiettivo è quello di tornare a giocare l’atto conclusivo a 16 anni di distanza dall’apoteosi di Berlino. Serve però l’incontro perfetto, non bisogna sbagliare nulla contro un’autentica corazzata che può punire ogni minima sbavatura.
Ne uscirà uno scontro furente, un duello titanico, 135 minuti vissuti col cuore in gola, un’altalena di emozioni fuori dal comune. Andiamo sotto 1-2 nel conto set e 1-4 nel quarto parziale, siamo sull’orlo del baratro ma a quel punto la musica cambia: le ragazze di Mazzanti si scatenano, aumentano l’intensità di gioco, trascinano la contesa al tie-break dove vanno avanti 14-12, ci facciamo rimontare, Paola Egonu prende in mano la situazione (45 punti!) e ci trascina verso la finale. Perderemo poi contro la Serbia ma la battaglia di Yokohama è di diritto tra le grandi emozioni del 2018.
TERZO POSTO – SOFIA GOGGIA, ORO OLIMPICO IN DISCESA:
Nel cuore della notte, quando si fanno i sogni più belli, lei è riuscita a realizzare il desiderio che aveva fin da bambina: diventare Campionessa Olimpica. Lo sperava fin da quando aveva inforcato gli sci per la prima volta, quando una timida ragazzina si innamorava della neve e spensieratamente guardava al futuro, auspicando di mettersi al collo la medaglia d’oro più importante.
L’impresa è arrivata in una fredda notte d’inverno, la Regina si è incoronata a PyeongChang da vero fenomeno: una folgore azzurre ha squarciato la notte italiana, le nevi sudcoreane si sono tinte di tricolore, la sua discesa palpitante è stata un susseguirsi di incredibili emozioni. Scesa col pettorale numero 5, la bergamasca rifilava 63 centesimi di distacco a Tina Weirather e a quel punto aspettava la discesa di tutte le avversarie, fino al brivido offerto dalla Mowinckel che si è fermata ad appena 9 centesimi dall’azzurra. Si tratta di una prima volta storica, l’Italia non aveva mai vinto la discesa femminile ai Giochi, Sofia Goggia quel giorno ha guardato tutte dall’alto in basso, il 21 febbraio 2018 rappresenta l’inizio di una nuova era per lo sci azzurro.
QUARTO POSTO – VINCENZO NIBALI, TRIONFO ALLA MILANO-SANREMO:
Mitologico, antologico, epico: semplicemente Vincenzo Nibali, semplicemente lo Squalo, semplicemente l’incarnazione vivente del ciclismo d’altri tempi, semplicemente un atleta tutto cuore che ridesta passione ed emozioni quasi sopite, l’uomo prima del ciclista in grado di riscrivere pagine di storia in maniera mai banale, con uno stile unico e inconfondibile.
Il modo in cui ha vinto la Classicissima di Primavera è stato sublime, ha sorpreso tutti i favoriti della vigilia con un’invenzione delle sue, inattesa e per questo motivo ancora più magica: lo scatto solitario sul Poggio, la discesa in pieno Nibali style, il finale da uomo solo al comando, l’arrivo a braccia alzate sono delle cartoline fuori dal comune, emozioni uniche che solo un fenomeno del suo calibro è in grado di regalarci.
Un atleta capace di imporsi sia nelle grandi corse a tappe che nelle Monumento, propri come i fenomeni di un’epoca che non c’è più e che lui riesce a rispolverare con zampate, graffi, ruggiti da vero Imperatore dei pedali: fuori dall’ordinario, magnificamente Vincenzo Nibali.
QUINTO POSTO – FRANCESCO MOLINARI, VITTORIA ALL’OPEN CHAMPIONSHIP:
Finalmente l’Italia ha il suo Slam grazie all’uomo dei miracoli, il golf azzurro si stringe attorno al suo diamante che ha brillato più che mai al British Open, il Major con più storia, quello più prestigioso, quello più affascinante, quello che consacra il miglior giocatore del Pianeta. E questa volta è stato Francesco Molinari, senza se e senza ma, con un ultimo giro da favola grazie al quale ha coronato il suo sogno: il piemontese non ha sbagliato nulla, è stato perfetto, ha attaccato per quattro giorni sciorinando tutta la sua classe sul green e surclassando tutte le altre grandi stelle del circuito che hanno reso omaggio all’apoteosi di un uomo venuto dal Bel Paese che ha fatto sventolare il tricolore ricevendo i massimi riconoscimenti da ogni angolo del Pianeta.
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