Pallamano
Pallamano, è sempre notte fonda per l’Italia. Il trend non cambia, Nazionali incapaci di qualificarsi per Europei o Mondiali
La pecora nera dello sport italiano. Questa, in linea di massima, è la definizione più appropriata per definire la pallamano nel panorama del Bel Paese, per quella che è una disciplina molto diffusa in Europa, ma che non riesce a sfondare dalle nostre parti.
Dalla nascita della Federazione, che ha da poco festeggiato il cinquantennale, sono solamente due le occasioni in cui abbiamo potuto vedere la maglia azzurra nelle competizioni che contano, ovvero i Mondiali 1997 e gli Europei 1998, tra l’altro disputatisi tra Merano e Bolzano.
Da qui in poi un lento ed inesorabile declino. In 20 anni nessun risultato di rilievo, nè a livello di club, nè in quello della Selezione, con le maggiori gioie che sono invece arrivate dal mondo del beach.
Le recenti qualificazioni ai Mondiali femminili 2019 hanno lasciato segnali molto preoccupanti, con ben tre pesanti sconfitte contro Portogallo, Grecia e Bielorussia, non esattamente ostacoli difficili da superare per una squadra che punta a partecipare alla rassegna iridata. Ma quali sono le ragioni di questo passo indietro? L’assenza della stella Anika Niederwieser non deve costituire un alibi, mentre potrebbe rappresentare un problema la lontananza del tecnico Neven Hrupec, allenatore dalle indubbie capacità, ma impegnato in Polonia con il suo club, il Pogon.
Anche nel maschile le cose non vanno meglio. La qualificazione alla seconda fase di qualificazione agli Europei 2020 appare come una vittoria di Pirro, con Russia e Ungheria che si sono palesate molto più preparate degli azzurri, i quali dovranno però sconfiggere la Slovacchia nel doppio confronto per poter ancora sperare in un passaggio del turno che avrebbe del miracoloso.
In conclusione, siamo ancora molto lontani dall’elite continentale, e una qualificazione ad un evento di prestigio sembra un miraggio. Molto ci si aspetta dal gruppo del millennials che stanno ben facendo nelle competizioni giovanili, ma servirà del tempo, e soprattutto il raggiungimento della piena maturazione.
gianni.lombardi@oasport.it
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Foto: FIGH