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Rugby, Matteo Minozzi: “Voglio essere ai Mondiali. Vorrei vedere un’Italia all’attacco, fondamentale il Sei Nazioni”

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Doveva essere l’uomo dell’anno per quanto riguarda il rugby italiano, sarà anche quello più sfortunato. Matteo Minozzi, estremo delle Zebre e della Nazionale, aveva dato spettacolo nel Sei Nazioni, esaltandosi contro le super potenze mondiali e prendendosi la scena in campo internazionale. Poi però a settembre, nell’esordio stagionale nel Pro 14, un bruttissimo infortunio che lo terrà lontano dai campi per almeno 9 mesi: il ginocchio destro ha fatto crack. L’obiettivo è quello di rimettersi al più presto per tornare a mettersi al servizio soprattutto della squadra di Conor O’Shea che non può fare a meno di un uomo così importante. L’azzurro è stato intervistato dal Corriere dello Sport.

Sull’apporto delle franchigie, mai così in forma come in quest’annata: “Sì, Zebre e Treviso stanno facendo bene. Sono in lizza per passare il turno in Challenge cup, tre anni fa era impensabile. Conor O’Shea lavora a 360° per il nostro rugby, i risultati si vedono. Con il tempo i successi dei club ci serviranno per avere una mentalità vincente anche in Nazionale”.

Poi ancora uno sguardo all’annata della Nazionale, in particolare sui Test Match autunnali: “Ho sofferto a non giocare, soprattutto contro gli All Blacks. Da tifoso dico che è stata importantissima la vittoria la Georgia, ma era obbligatoria. Poi abbiamo concesso una passerella a Irlanda e All Blacks, che sono di un altro pianeta. L’Australia è in crisi rispetto ai suoi anni migliori, e a Padova poteva andare diversamente se l’arbitro avesse concesso quella meta a Tebaldi, che c’era tutta. Non hanno certo stravinto, con l’arbitro più dalla nostra parte potevamo portarla a casa. Complessivamente abbiamo risposto bene”.

Il 2019 stagione fondamentale: “Il Sei Nazioni sarà il termometro della squadra, più dei test pre-mondali che serviranno a risolvere i dubbi su qualche ruolo, a provare le alternative. Spero di vedere un’Italia che attacca, che prova a mettere in difficoltà l’avversario, a Twickenham come con la Francia in casa. Dobbiamo giocarcela senza risparmiarci. Nel Sei Nazioni spero almeno in una vittoria e a non prendere bastonate da 50 punti. Un colpaccio al Mondiale farebbe più clamore, non siamo mai arrivati ai quarti, ma senza un grande Sei Nazioni è diffcile immaginarlo. Senza un bel Sei Nazioni non possiamo sperare certo di andare in Giappone a battere il Sud Africa”.

L’obiettivo è quello di essere presente nel XV in Giappone: “Fare programmi ora è come iscriversi all’università e subito pensare alla laurea. Io punto ad essere al 100% a giugno per la preparazione e poi per le partite pre-mondiali”.

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: FIR (Utilizzo Editoriale)

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