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VIDEO Enrico Casella, ginnastica artistica: “L’Italia e la classe 2003, il sogno Olimpiadi Tokyo 2020, il rientro di Vanessa Ferrari”

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BRESCIA – OA Sport ha fatto visita all’Accademia Internazionale di Brescia, centro nevralgico della ginnastica artistica italiana. Abbiamo intervistato il Direttore Tecnico Enrico Casella che al PalAlgeco lavora insieme al meglio del nostro movimento e che si sta preparando sulla strada che porta alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

 

 

Stiamo assistendo agli allenamenti della classe 2003, è un gruppo da cui ci si aspetta molto e che passerà seniores nel 2019. Credi che abbiano già la maturità e la personalità per compiere questo salto senza traumi per essere protagoniste fin da subito?

Loro sono pronte, l’unico problema sarà quello di essere in buone condizioni fisiche perché la ginnastica artistica ad alto livello chiede sempre di essere al top. Dal punto di vista dei loro contenuti, sono di assoluto livello internazionale anche tra le seniores. Per quanto riguarda la tenuta di gara dal punto di vista psicologico e nel confrontarsi con le ginnaste al top, sicuramente ci sarà uno scotto da pagare all’inizio ma hanno dimostrato ampiamente di sapere tenere la scena e restare in gara. Credo che pur con qualche problemino all’inizio sapranno affrontare il 2019 da protagoniste.

I punteggi ottenuti da queste ragazze nelle competizioni giovanili hanno dimostrato che questo gruppo, già all’ultimo Mondiale dove era assente per motivi di età, avrebbe potuto lottare per una medaglia. Non possiamo nasconderci, stiamo lavorando in grande anche per giocarci una medaglia alle Olimpiadi?

Per quanto riguarda i punteggi bisogna sempre stare attenti, in ginnastica c’è sempre una giuria e dunque è necessaria un po’ di cautela. Sicuramente per quanto riguarda le note di partenza sono di assoluto livello internazionale, per quanto riguarda la parte esecutiva possono esserci delle differenze per la severità delle giurie. Anche io ho fatto delle analisi numeriche, se questo gruppo riuscirà a mantenere questa condizione tecnica allora si potrà lottare per qualcosa di importante. Che significa essere tra le prime cinque-sei squadre al mondo, poi se sei tra le prime cinque-sei allora è giusto provare a essere tra le prime tre.

Quali sono i punti in cui devono migliorare le ragazze della classe 2003?


Ognuna ha dei punti più forti e più deboli, mediamente la squadra ha più bisogno di lavoro alla trave e sulle parti artistiche al corpo libero. Mentre per quanto riguarda parallele, volteggio e parte acrobatica al corpo libero siamo già a buon punto. Le gemelle d’Amato hanno la necessità di essere più espressive, Elisa Iorio deve essere più performante per quanto riguarda l’acrobatica, Giorgia Villa sta tornando a fare un esercizio alla trave con i contenuti che aveva prima dell’infortunio del 2017 e così potrà essere competitiva su tutti gli attrezzi, l’obiettivo è quello di guadagnare un paio di punticini rispetto alle ultime uscite e magari un altro punticino al corpo libero. Questi sono gli obiettivi.

Il focus di Giorgia Villa sarà sull’all-around oppure sarà competitiva per una medaglia anche su un singolo attrezzo?

Sicuramente Giorgia è una all-arounder, è forte in tutti gli attrezzi e soprattutto ha la mentalità per restare in gara su tutti gli attrezzi. Per le specialità è un po’ più difficile, tra le juniores ha preso titoli in tutti gli attrezzi ma tra le seniores è più difficile, a parte Simone Biles tutte ha un attrezzo di punta mentre sugli altri non sono troppo forti. Al momento penso che sia giusto che punti sull’all-around perché può essere subito competitiva a livello internazionale, lo vedremo subito agli Europei in Polonia.

In vista di Europei e Mondiali, al gruppo del 2003 pensi di aggiungere qualche veterana come Lara Mori e le porte della Nazionale sono aperte ad altre?

Le porte della Nazionale sono aperte a tutte, basta che siano in grado di darci un contributo. Innanzitutto bisogna vedere se queste quattro ragazze saranno in forma al momento giusto. Ai Mondiali saremo in cinque quindi sicuramente ci può essere spazio per una Lara Mori, una Martina Maggio, ma anche Linari, Cereghetti, Grisetti, Carofiglio: bisogna vedere chi in quel momento sarà pronto. L’importante è essere in buona forma e in buona salute un mese prima della competizione.

Nel 2019 si svolgeranno anche gli European Games e le Universiadi. Come li affronteremo?

Agli European Games non porteremo la formazione migliore, abbiamo Europei e Mondiali: bisogna fare delle scelte quindi si diversificherà. Distribuiremo il lavoro tra le varie ginnaste. Di sicuro non sarà possibile fare per tutti gli eventi una scelta in base esclusivamente alla qualità. Per le Universiadi bisognerà anche considerare anche i vari requisiti, manderemo quelle che possono andarci perché fanno l’Università.

Un pilastro della ginnastica artistica italiana resta Vanessa Ferrari che sta cercando di risorgere dopo l’infortunio. Qual è la situazione?

Lei sta lavorando, ha recuperato il problema al tendine ma ha un edema osseo. L’obiettivo è quello di partecipare alle gare di Coppa del Mondo che garantiscono la qualifica alle Olimpiadi, stiamo aspettando perché se lei rientra lo fa per essere al massimo livello. Probabilmente potrebbe rientrare già a Melbourne anche se con contenuti al massimo, se saremo pronti per febbraio la vedremo in Australia altrimenti aspetteremo aprile con gli appuntamenti di Baku e Doha.

Guardando alle Olimpiadi di Parigi 2024, l’Italia ha già altre giovani interessanti. Lei è ottimista per il futuro della ginnastica italiana?

Io sono sempre ottimista. Abbiamo ragazzine del 2006 molto interessanti, una su tutte Angela Andreoli che ha già delle caratteristiche particolari. Da qui al 2024 deve passare tanta acqua sotto i punti ma l’importante è avere un gruppo con cui lavorare. E magari alcune ragazze del ciclo di Tokyo 2020 potrebbero esserci ancora e potrebbero darci ancora delle soddisfazioni.

 

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