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Alex Zanardi, la vedette della 24 Ore di Daytona 2019: un mito sportivo in cerca di nuove sfide

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Ci sono uomini in cerca sempre di una nuova meta da raggiungere. Ci sono uomini che sono come una nave che non attraccherà mai in nessun porto. Ci sono uomini che vivono le sfide come l’aria che respirano. Questo e molto altro ancora è Alessandro, per tutti Alex, Zanardi.

Il 52enne emiliano è senza ombra di dubbio la vedette della prossima 24 Ore di Daytona, famosissima gara “distance” degli States riservata alle auto da corsa e programmata tra sabato 26 e domenica 27 gennaio. La Maratona della Florida ha una valenza del tutto particolare perché rappresenta il suo ritorno ufficiale negli Stati Uniti dopo quell’incidente che ha stravolto tutta la sua vita (2001). Sul circuito del Lausitzring, Zanardi, due volte vincitore della Formula CART nel 1997 e nel 1998, perse l’uso delle gambe ma trasformò le proprie lacrime in sorrisi.

La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi addolcire devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente. Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa“. In queste parole l’essenza di un campione dello sport, quello vero, animato di pura passione e voglia di arrivare. E così l’esperienza del paraciclismo con 5 ori ai Giochi Paralimpici messi in bacheca, senza contare i 10 trionfi iridati che hanno costellato la sua carriera nell’handbike. Ma a quest’uomo, così entusiasta della vita e che dal suo handicap ha saputo risorgere dalle proprie ceneri, non basta. Ed eccolo quindi nuovamente al volante della BMW M8 GTE numero 24 preparata dal team Rahal-Lettermann per tornare ad assaporare il dolce gusto dei motori. Una vettura dotata di comandi speciali che gli permetteranno di gareggiare e competere ai massimi livelli, insieme a John Edwards, Jesse Krohn e Chaz Mostert: “Già nel 2015 partecipai a una gara di durata, era la 24 Ore di Spa ma il mio limite era la resistenza fisica e facevo fatica a guidare per lungo tempo con le protesi. Fu proprio in quel momento che capì come ci fosse la necessità di guidare senza le protesi e quando ho provato il prototipo ho avuto subito ottime sensazioni. Ora devo trovare il modo per essere più veloce“, ha dichiarato Alex in una delle tante interviste della vigilia.

La sua storia, come è logico, attira l’attenzione di tutti, facendolo sentire una sorta di leggenda, come lo ha definito uno dei piloti più attesi, lo spagnolo Fernando Alonso. Una definizione che ha stimolato la risposta dell’emiliano: “Alonso che mi chiama leggenda! Azz! Finisce che mi monto la testa! Ok: piedi per terra! Uhm, ok, volevo dire calma, un passo alla volta… Vabbè, doppi sensi a parte, mi avete capito no?!? Saluti da Daytona“.

Lui non si sente un fenomeno ma semplicemente un racing driver che vuole massimizzare la sua prestazione, tenendo conto delle condizioni iniziali. Non ha come obiettivo entrare nei libri di storia ma continuare a divertirsi. Fare della propria passione il proprio lavoro è il sogno di tutti e Zanardi porta avanti questa filosofia di vita in tutte le sfaccettature anche perché: “È importante lavorare assaporando il gusto di ciò che fai. Il sacrificio passa inosservato se fai le cose con slancio ed entusiasmo“.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Dan74 / Shutterstock.com

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