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Australian Open 2019, Finale Djokovic-Nadal: numeri, statistiche e curiosità. Tra la sfida numero 53 e il record forse imbattibile del 2012
Novak Djokovic e Rafael Nadal si ritrovano, di nuovo, uno contro l’altro, a 12 anni e mezzo di distanza dal primo confronto nei quarti di finale al Roland Garros 2006. Chissà quanti avrebbero scommesso, allora, di ritrovarsi oggi nella stessa identica situazione di allora, con il serbo e lo spagnolo ancora alle prime due posizioni del ranking ATP.
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La finale degli Australian Open di domani mattina sarà il confronto numero 53 tra i due giocatori. Djokovic ne ha vinti 27, Nadal 25. Non si contano le partite memorabili: la semifinale di Madrid 2009, la finale di Miami 2011, quella di Melbourne del 2012, la semifinale del Roland Garros 2013 e quella di Wimbledon 2018 sono solo cinque di esse, ma tante altre se ne potrebbero citare. Visto che loro due (e Roger Federer, anche se lo svizzero ha sei e cinque anni in più di loro) continueranno, presumibilmente, a girare il mondo ancora per un po’, non è difficile intuire che questo numero di sfide possa alzarsi ancora e, perché no, arrivare alla soglia delle sessanta.
Di tutte le partite citate, quella dei record è senza ombra di dubbio, più ancora dell’ultima semifinale di Wimbledon, la finale giocata nel Victoria sette anni fa. Ad oggi, le 5 ore e 53 minuti di quel 29 gennaio 2012 costituiscono ancora un record di durata imbattuto per una partita giocata sui campi di Melbourne Park. La lotta fu talmente cruenta e dura che Djokovic e Nadal, dopo la conclusione della finale vinta dal serbo, faticarono a stare in piedi per la premiazione: furono portate loro delle sedie sulle quali sedersi, per evitare che dovessero continuamente appoggiarsi alla rete, stravolti com’erano. In realtà, è stato poi verificato che si sarebbe potuto evitare di arrivare fin quasi alle sei ore se entrambi i contendenti non avessero spesso e volentieri perso una quantità inenarrabile di tempo prima del servizio: la partita si sarebbe chiusa oltre un’ora prima. Era quella l’epoca delle grandi polemiche legate alle lunghe pause tra un punto e l’altro, oggi (parzialmente) regolate dall’avvento dello shot clock, che sta velocemente prendendo piede.
Uno di fronte all’altro ci sono 31 Slam: 14 provenienti dalla Serbia, 17 dalla Spagna. Ben diversa, però, è la suddivisione: Djokovic ha vinto sei volte gli Australian Open, una il Roland Garros, quattro Wimbledon e tre gli US Open, mentre Nadal ha conquistato in un’occasione (proprio 10 anni fa) Melbourne, in ben undici Parigi, in due Wimbledon e in tre New York. Vincere di nuovo sulla Rod Laver Arena lo porterebbe ad avere una sorta di doppio Career Grand Slam in carriera. Se, invece, fosse il serbo a prevalere, diventerebbe l’unico uomo dell’Era Open ad aver fatto suo per sette volte il primo Slam dell’anno. Per la terza volta, inoltre, ripeterebbe la sequenza vittoriosa Wimbledon-US Open-Australian Open dopo gli anni 2011-2012 e 2015-2016 (in quest’ultimo caso ci aggiunse il Roland Garros poco più di cinque mesi più tardi).
Per la prima volta Nadal è arrivato in finale a Melbourne senza mai perdere un singolo set. Nel 2009 ne perse due in semifinale contro Fernando Verdasco (Spagna), nel 2012 ne cedette uno a Tomas Berdych (Repubblica Ceca) nei quarti e un altro al già citato Federer nel penultimo atto, nel 2014 ne lasciò uno nel quarto contro Grigor Dimitrov (Bulgaria). Nel 2017, infine, Alexander Zverev (Germania) al terzo turno gliene strappò due, Gael Monfils (Francia) negli ottavi uno e di nuovo Dimitrov in semifinale due. Djokovic, invece, non è mai giunto all’ultimo atto dando una simile dimostrazione di superiorità nel match immediatamente precedente. L’unico precedente assimilabile è quello del 2014, in cui travolse colui che, per anni, è stato considerato “il primo degli umani”, David Ferrer (Spagna): allora il serbo gli lasciò cinque giochi, ma contro Lucas Pouille (Francia) ha fatto ancora meglio, perdendone soltanto quattro.
Ci sono tutte le premesse, in sostanza, per un duello rusticano come la tradizione dei match Djokovic-Nadal prevede.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: ReflectedLight / Shutterstock