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Australian Open 2019, gli azzurri nel tabellone delle qualificazioni. In quindici a caccia della prima settimana di Melbourne
Saranno ben quindici gli italiani che andranno a giocarsi una chance di qualificarsi nel tabellone principale del primo torneo del Grande Slam dell’anno, gli Australian Open, a Melbourne.
Quattordici di essi, nel corso della prima settimana di tornei del 2019, sono tornati in campo, con il solo Alessandro Giannessi che ha preferito dare direttamente l’appuntamento ai campi della capitale dello stato di Victoria. In cinque si sono cimentati nelle qualificazioni di due dei tre tornei ATP previsti, e cioè quelli di Doha e Pune. Nel Qatar Gian Marco Moroni e Andrea Arnaboldi si sono fermati al primo turno del tabellone cadetto contro l’ucraino Sergiy Stakhovsky e il tedesco Maximilian Marterer, mentre Paolo Lorenzi ha perso al secondo, ma è stato ripescato come lucky loser, prima di uscire ancora sconfitto per mano dell’iberico Fernando Verdasco.
Le cose sono andate diversamente a Pune, dove Gianluigi Quinzi si è fermato nel secondo turno delle qualificazioni contro il prospetto canadese Felix Auger-Aliassime, mentre Simone Bolelli le ha superate con un certo agio, per poi vincere contro l’uzbeko Denis Istomin ed essere eliminato dallo spagnolo Jaume Munar nel tabellone principale.
Si sono invece ritrovati in tre a Noumea, in Nuova Caledonia (che, a dispetto della posizione geografica vicina all’Australia, è una collettività francese d’oltremare), per un Challenger ormai tradizionale. Salvatore Caruso è arrivato fino al terzo turno, dove è stato sconfitto in tre set dopo oltre due ore e mezza di battaglia dal francese Gleb Sakharov. Secondo turno, invece, per Filippo Baldi, che non ha sfruttato la testa di serie numero 7 (e, con essa, il bye in tabellone) ed ha raccolto quattro giochi contro il cileno Marcelo Tomas Barrios Vera. Lorenzo Giustino, infine, ha perso al primo turno contro l’americano Thai-Son Kwiatkowski.
Il torneo più frequentato dai nostri giocatori, però, è stato quello della City of Playford, una Local Government Area che si trova nel sud dell’Australia e che conta poco meno di 80.000 abitanti. Stefano Napolitano, Federico Gaio e Matteo Donati si sono fermati al primo turno, rispettivamente contro il belga Arthur De Greef, il giapponese Go Soeda e l’americano Ernesto Escobedo. Stefano Travaglia ha anch’egli perso all’esordio, senza sfruttare il bye che l’ha portato direttamente al secondo turno e facendosi rimontare dallo spagnolo Enrique Lopez Perez. Luca Vanni è arrivato al terzo turno, ma è stato sconfitto in una sfida tra esperti dal cinese Zhe Li in tre set dopo aver dominato il primo. Lorenzo Sonego, infine, ha perso nei quarti un match non semplice contro il tedesco Mats Moraing, pur avendo vinto cinque punti in più nell’arco dell’intera partita.
Quanto visto in questi tornei conferma in buona parte le sensazioni che si erano già avute nella pausa seguita alla fine della stagione 2018: Sonego e Bolelli sono i principali indiziati per l’ingresso nel tabellone principale degli Australian Open, e non fa piacere vederli entrambi nello stesso spot nelle qualificazioni, il che significa che soltanto uno potrà qualificarsi direttamente, mentre l’altro dovrà sperare in un ripescaggio da lucky loser. Li segue a ruota Lorenzi, il cui percorso non è complicatissimo, però nel suo caso bisogna vedere in quali condizioni arriva in Australia.
Per tutti gli altri, un po’ per ragioni di accoppiamenti o percorsi complessi, un po’ per scarsa attitudine al gioco sulle superfici rapide, sembra difficile immaginare un approdo nel tabellone principale. Chi potrebbe tentare il colpo è Caruso, che però nel suo spot trova un certo numero di giocatori non proprio disposti a cedere le armi con facilità. Se in grado di ritrovare la forma degli US Open, anche Travaglia può ambire ad alti traguardi, ma deve prima mettere in conto un paio di sfide complicate, tra cui quella eventuale contro il belga Ruben Bemelmans. Per gli altri, fatti salvi i due derby Napolitano-Donati e Giannessi-Vanni che porteranno almeno due giocatori al secondo turno, non sembrano esserci i margini per arrivare a giocare nel tabellone principale. Questo, però, non deve trarre in inganno: ci sono diversi nostri rappresentanti che si faranno le ossa con le qualificazioni, e praticamente tutti i tennisti di primissimo piano hanno compiuto questo percorso almeno una volta in carriera.
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federico.rossini@oasport.it
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Credits: lev radin / Shutterstock