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Australian Open 2019: gli esordi di Novak Djokovic e Serena Williams, le paure di Halep e la prima di Fognini

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Seconda giornata a Melbourne (Australia), quella che ci accingiamo a vivere, per questi Australian Open 2019 e l’interesse è sempre altissimo. Dopo gli esordi dello spagnolo Rafael Nadal e dello svizzero Roger Federer, sarà il giorno del serbo Novak Djokovic e della statunitense Serena Williams. Nole, a caccia del settimo sigillo down under, se la vedrà contro l’americano Mitchell Krueger, proveniente dalle qualificazioni. Un match, sulla carta, non impossibile per il 31enne nativo di Belgrado, desideroso di iniziare con il piede giusto questa avventura australiana alla Rod Laver Arena e di confermare il proprio status di numero della classifica mondiale.

Per Serena, invece, questo è un ritorno. L’americana non prese parte all’edizione 2018 per via del periodo di maternità, e si ripresenta in cerca dell’ottavo trionfo, ultimo dei quali due anni fa quando sconfisse sua sorella Venus in finale. Williams desiderosa anche di porre fine alla sequenza negativa di finali negli Slam: si pensi ai ko a Wimbledon 2018 contro la tedesca Angelique Kerber e agli US Open 2018 contro la giapponese Naomi Osaka. Il record di 24 Major in bacheca di Margaret Court è sempre nella testa della giocatrice degli States, vicinissima a questo traguardo.

Nome della storica tennista australiana che ritroviamo in uno degli impianti di questo torneo che sarà teatro della sfida della n.1 del mondo Simona Halep contro l’estone Kaia Kanepi. Un match da brividi per la rumena, sconfitta l’anno scorso nel primo turno di Flushing Meadows dalla 33enne nativa di Haapsalu. Quel 6-2 6-4 riecheggia ancora nella mente di Simona e domani la possibilità di voltare pagina e prendersi una rivincita, in uno Slam che l’anno scorso la vide finalista. Le incognite però relativamente alle sue condizioni fisiche non mancano. Il periodo di stop per alcune problematiche fisiche può aver tolto alcune certezze alla 27enne nativa di Costanza. Domani si scopriranno le carte.

In casa Italia saranno quattro gli azzurri a scendere in campo: Fabio Fognini (testa di serie numero 12) contro lo spagnolo Jaume Munar, Marco Cecchinato contro il serbo Filip Krajinovic, Camila Giorgi contro la slovena Dalila Jakupovic e Luca Vanni contro l’iberico Pablo Carreno Busta (testa di serie n.23). E’ chiaro che le attese non mancano. Fognini, Cecchinato e Giorgi vengono da un 2018 estremamente positivo e il peso dei risultati ottenuti ha consentito loro di scalare la graduatoria mondiale in maniera evidente. Il ligure e la marchigiana sono un po’ le mine vaganti del torneo. Entrambi dotati di un gioco particolarmente qualitativo, peccano in continuità. Ci si aspetta uno step in avanti. Venendo a Cecchinato, il cemento non è certo la superficie che predilige ma la semifinale raggiunta nell’ATP di Doha dimostra che dei sostanziali passi in avanti sono stati fatti, specie nel fondamentale del servizio. Per quanto concerne Vanni, il 33enne nativo di Castel del Piano, nel main draw dopo essersi imposto nelle qualificazioni, non avrà nulla da perdere contro un tennista più forte, per cui potrà esprimere il suo gioco migliore.

 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: lev radin / Shutterstock

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