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Australian Open 2019: i favoriti. Il duello annunciato è Djokovic-Federer, ma sono possibili delle incursioni
Si avvicina il tempo degli Australian Open 2019, prima prova del Grande Slam che il calendario tennistico propone in questo nuovo anno. Melbourne è pronta a offrire il suo solito spettacolo popolare al mondo, mentre sul campo si comincia a delineare il quadro dei favoriti e di coloro che possono scalzarli improvvisamente nelle gerarchie. Andiamo a scoprire meglio chi ha più possibilità di far bene nel torneo.
Roger Federer è il vincitore delle ultime due edizioni. Lo svizzero, oggi numero 3 del mondo, resta ancora, a 37 anni, tra i principali candidati ad apporre un altro tassello alla propria già leggendaria carriera. Da qualche anno ha deciso di aprire le proprie stagioni tennistiche con la Hopman Cup, ed evidentemente la scelta lo aiuta, visto quello che è successo nel 2017 e 2018, con i trionfi in finale su Nadal e Cilic. Ci si interroga sulla possibilità che questo sia davvero l’ultimo anno del campione di Basilea; nell’attesa, i tifosi australiani possono godere delle sue gesta ancora per un po’. E quando Federer è in competizione, lo è perché ritiene di avere la possibilità di vincere. Dovesse farcela, diventerebbe il più vincente nella storia del torneo con sette trionfi.
Di uomo in grado di arrivare a sei vittorie nello Slam di Melbourne, però, ce n’è anche un altro: si chiama Novak Djokovic. Il serbo, che torna ad affrontare il torneo da numero uno del mondo, non ha dato segnali molto incoraggianti a Doha, perdendo in semifinale da una delle migliori versioni di Roberto Bautista Agut (Spagna) che si siano mai viste. Tuttavia, è nota una storica tendenza di Djokovic: giocare un po’ sotto il proprio reale livello nei tornei che precedono un appuntamento importante, per poi azzannare le prede quando si fa sul serio. Per questo non lo si può scalzare, in alcun modo, dal rango di primo favorito per tornare a vincere in terra australiana, dove non ci riesce dal 2016.
Ci sono poi diversi capitoli da sfogliare relativi ad altri protagonisti. Rafael Nadal è tuttora considerato tra questi, ma quanto potrà veramente dire la sua non è chiaro. Se si esclude la vittoria nel Masters 1000 di Toronto, nell’ultimo anno lo spagnolo ha collezionato un numero impressionante di cancellazioni e ritiri dai tornei sul duro ai quali ha partecipato, rendendo sempre più dipendente dalla terra rossa il proprio rendimento. Chi, invece, sembra pronto al salto di qualità è Alexander Zverev: il tedesco sembra oramai pronto a fare quel salto di qualità negli Slam che da almeno una stagione e mezza gli viene chiesto da un po’ tutto il mondo del tennis, desideroso di vedere un nome nuovo dar del filo da torcere molto serio alla generazione che ha dominato questo sport per più di dieci anni.
Ci sono poi vari possibili sorprese a vario titolo: Marin Cilic (Croazia) è chiamato alla complessa impresa di difendere la finale di un anno fa, anche se ormai lo status di top player non glielo toglie nessuno; Kei Nishikori, recente vincitore a Brisbane e tornato in una più che buona forma, può dare al Giappone più di una soddisfazione; può inoltre emergere già ora la stella di Stefanos Tsitsipas, anche se il nome del greco non è ancora spendibile per poterlo vedere nell’ultimo atto. Poi c’è il capitolo Andy Murray: lo scozzese non è, chiaramente, nel novero dei favoriti, ed utilizza il ranking protetto per poter giocare lo Slam australiano. L’interesse su di lui, per la maggior parte, sarà dato dalle condizioni in cui si presenterà ai nastri di partenza.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: ReflectedLight / Shutterstock