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Coppa Davis 2019, inizia il nuovo corso dell’Italia. Berrettini e Cecchinato presente e futuro, Fabbiano l’alternativa, Seppi il veterano

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La nuova Coppa Davis dell’Italia comincia dall’India, da quell’erba di Calcutta che nel 1985 fu fatale a Claudio Panatta, Gianni Ocleppo e Francesco Cancellotti. Sono passati 32 anni, i nomi sono cambiati, ma la superficie è sempre quella.

Gli azzurri ci arrivano con l’assenza di Fabio Fognini e, dunque, i galloni di principale interprete dei prati affidati ad Andreas Seppi. Sarà lui, che a Wimbledon è uscito al primo turno soltanto tre volte e che proprio sull’erba ha vinto il suo primo torneo (Eastbourne 2011, contro il serbo Janko Tipsarevic, che nel terzo set si esibì in parecchie sceneggiate), a indicare la via agli altri, dall’alto anche dei suoi quasi 35 anni. Gli spetterà, inoltre, l’introduzione in questo ambiente ai due nomi nuovi del tennis italiano, Marco Cecchinato e Matteo Berrettini.

Cecchinato ha soltanto assaporato l’ambiente della Davis in una singola occasione, nel 2016 contro la Svizzera priva di Roger Federer e Stan Wawrinka; giocò a risultato acquisito e batté Adrien Bossel per 6-3 7-5. Berrettini, invece, è stato convocato per i quarti di finale contro la Francia nello scorso aprile, senza però mai giocare: se Corrado Barazzutti dovesse scegliere, come pare probabile, di impiegarlo, il 2019 lo vedrebbe esordire nella Coppa, e sarebbe solo la prima di molte presenze effettive.

Non è del tutto escluso dalle logiche di partite a risultato ancora in bilico, però, Thomas Fabbiano. Anche lui convocato solo una volta senza scendere in campo (trasferta in Giappone dello scorso anno), dopo il terzo turno in tre Slam su quattro e le recenti buone cose mostrate agli Australian Open potrebbe rientrare in gioco. Non va dimenticato, fra l’altro, che lui uno degli indiani, Yuki Bhambri, l’ha già battuto a Wimbledon lo scorso anno, prima di sorprendere il rientrante Wawrinka e arrendersi di fronte ai primi vagiti da giocatore di prima fascia di Stefanos Tsitsipas.

Chi resta un po’ distante dalle logiche del singolare è Simone Bolelli, che ha ormai trovato, in Davis, una sua dimensione in doppio, dove assiste chiunque gli capiti di fianco: nella Coppa ha giocato spesso accanto a Potito Starace prima e Fabio Fognini poi, mentre con Seppi ha fatto coppia soltanto in due occasioni, entrambe vincenti (contro Chiudinelli e Laaksonen in tre set nel match Italia-Svizzera del 2016, contro Bemelmans e De Loore nella sfida Belgio-Italia del 2017).

 

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federico.rossini@oasport.it

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Credits: Bukharev Oleg / Shutterstock

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