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Dakar 2019: numeri, novità, statistiche e curiosità. Solo in Perù per la prima volta, i record della KTM e del numero di donne al via

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5541 km totali, 2889 km di prove speciali con il 70% di fondo sabbioso in 10 tappe. Signore e signori, questa è la Dakar 2019 giunta alla sua 41esima edizione, l’undicesima in Sud America e la prima solo nel territorio peruviano. Un percorso nel quale il coraggio, la voglia di vincere e la determinazione dei concorrenti faranno la differenza nel mix di zone aride e sabbiose tra la costa e la celebre cordigliera delle Ande, lì dove solo i più temerari possono spingersi. Nel rally raid più famoso del mondo si comincerà il 7 gennaio e i colpi di scena non mancheranno fino all’ultimo istante dell’ultima stage del 17 gennaio. Come sempre saranno cinque le categorie protagoniste: auto, moto, quad, camion e side-by-side.

I NUMERI – Questa edizione 2019 vedrà ai nastri di partenza 334 veicoli in totale di cui 167 tra moto e quad. I rookies saranno 135 in 97 veicoli mentre le donne al via saranno 17 in totale, mai così numerose. Dal 2015 al 2017 non erano state molte le “quote rosa” a partecipare, mentre nel 2018 ne abbiamo viste 13, ossia il 2,39%. Stavolta siamo al 3,2%. 42 saranno i piloti “leggenda” cioè con più di 10 partecipazioni alla gara. Il più giovane partecipante sarà il 16enne olandese Mitchel Van den Brink (meccanico) a bordo di un camion. 61 sono le nazionalità rappresentate dai concorrenti, le maggiori sono Francia, Spagna e Olanda.

LE NOVITA’ – Si correrà solamente in Perù, come detto, e vi sarà una piccola rivoluzione che riguarderà le auto e i camion, che in caso di ritiro nelle prime tappe avranno la possibilità di rientrare in gara dopo il giorno di riposo, partecipando ad una classifica a parte rispetto alla generale. Da programma sono previste due partenze “mass start”, simili ad un GP: nella tappa 5 (Moquegua-Arequipa , 776 km totali) e nella stage 9 (Pisco-Pisco, 409 km totali). La tappa 8 (San Juan de Marcona-Pisco, 575 km totali) avrà un ordine di partenza misto per creare spettacolo: partiranno prima i migliori dieci delle moto, delle auto e in seguito i top-5 camion. E’ prevedibile che i piloti non faranno troppi calcoli e spingeranno con decisione per avere la possibilità di tracciare la loro strada ma ovviamente correndo rischi maggiori. Le stage Marathon, quelle senza assistenza dei meccanici, saranno due: la numero 4 (Arequipa-Moguegua, 511 km totali) e la numero 5 (Moguegua-Arequipa, 776 km totali).

I RECORD – I 17 successi consecutivi della KTM tra le moto sono la cartina di tornasole della competizione. L’ultimo trionfo firmato dal centauro austriaco Matthias Walkner ha dato seguito ad una tradizione infinita di successi che, da quando la carovana della Dakar si è spostata in Sud America, ha visto sempre vincere questo marchio. Con Walkner, l’australiano Toby Price (vincitore nel 2015) e il britannico Sam Sunderland (vittorioso nel 2017) le possibilità di puntare all’incredibile 18° sigillo ci sono tutte. Numeri roboanti anche quelli dei buggy MINI John Cooper Works con un Dream Team mica da ridere: lo spagnolo Carlos Sainz, due volte trionfatore nella “Maratona del deserto” e ultimo a festeggiare a queste latitudini, “Mister Dakar” Stéphane Peterhansel con le sue 13 firme (5 volte in moto e le restanti in auto) e poi il francese Cyril Despres (il migliore in ben 5 occasioni in moto) e desideroso di centrare il bersaglio grosso. Un trio da 20 Dakar in bacheca.

LE CURIOSITA’ – 3 milioni saranno i tifosi che seguiranno l’evento sui social network (Facebook, Twitter, Instagram e Youtube). Il totale dei video visti si aggirerà sui 55 milioni, di cui 6 milioni solo di visite e accessi ai contenuti video in tempo reale. 1.900 sono i giornalisti presenti e 70 i canali televisivi che trasmetteranno l’evento.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: muph / Shutterstock.com

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