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Formula 1
F1, il Mondiale 2019 è già iniziato: battaglia tra Ferrari, Mercedes e Red Bull. Tra soffiate e soluzioni tecniche vincenti
Le lancette dell'orologio viaggiano assai velocemente e il tempo per ultimare i progetti delle nuove monoposto di Formula Uno che prenderanno parte al Mondiale 2019 non è molto. Come ormai accade da alcune stagioni, l'attesa della presentazione delle nuove vetture è accompagnata da tante domande su quali innovazioni sapranno apportare i tecnici e in che cosa si differenzieranno. E' ovvio che alcuni cambiamenti regolamentari hanno influenzato le linee guida di realizzazione delle macchine e l'abilità degli ingegneri sarà proprio quella di interpretare nel modo migliore le nuove norme.
La Ferrari ha giocato in anticipo rispetto ai rivali della Mercedes annunciando che i veli sulla nuova Rossa saranno tolti il 15 febbraio. Ecco che la curiosità su come sarà la creatura di Maranello cresce. Nelle ultime settimane alcune indiscrezioni su alcuni aspetti sono filtrate dall'ambiente del Cavallino Rampante. La monoposto che concorrerà per il titolo dovrebbe essere dotata di un passo più lungo rispetto al modello precedente. Questa è la grande anticipazione pubblicata da it.motorsport.com: la macchina per ora siglata 670 potrebbe allungarsi di circa 30-50 millimetri perché il serbatoio posto tra telaio e carburante dovrà essere più grande (le nuove regole prevedono che si possano imbarcare 5 kg in più di carburante, dai 105 kg del 2018 si passerà ai 110). Ricordiamo che la SF71H era lunga 3.261 millimetri (70 in più rispetto al 2017). Non è da escludere che la scuderia nostrana stia lavorando anche su una nuova trasmissione per avere un retrotreno ancora più estremo e in questo modo le ruote anteriori verrebbero spostate più in avanti per gestire meglio le turbolenze. Tutti aspetti volti a migliorare l'efficienza aerodinamica e a trovare delle soluzioni rispetto ad alcune criticità emerse nel 2018, soprattutto nell'ultimo terzo del campionato.
Sul fronte delle Frecce d'Argento di "spifferi" ce ne sono davvero pochi. Si può immaginare che a Brackley continuino a lavorare per migliorare ulteriormente il comportamento della vettura sul retrotreno, non allungando il passo, ma bensì concentrandosi su alcuni dettagli. Come rivelato sul finire del 2018 dal Team Principal Toto Wolff, la nuova Mercedes dovrebbe essere dotata dai tanti discussi fori realizzati all’interno dei mozzi delle ruote posteriori, già presente sulla W08 Hybrid. Un sistema ideato per favorire una gestione più efficiente delle temperature delle gomme ma, secondo alcuni dei rivali più qualificati (ivi compresa la Ferrari), vi sarebbe potuto essere un vantaggio in termini aerodinamici, violando il regolamento. Una disputa a cui la FIA aveva posto fine dichiarando conformi tali modifiche ma non utilizzate dal team anglo-tedesco ad Austin (Stati Uniti), in Messico ed in Brasile proprio per non alzare ulteriormente la tensione in una fase del campionato piuttosto delicata. Relativamente poi alla power unit, le indiscrezioni parlano di un incremento della capacità di ricarica del sistema ibrido tale da prolungare la massimizzazione della potenza nel completamento della tornata. Uno stratagemma per rispondere al grande progresso fatto dalla Ferrari nel 2018, nella quale il V6 di Maranello si è rivelato in talune occasioni migliore.
Sul fronte Red Bull, il geniale Adrian Newey è al lavoro per realizzare un progetto capace di spiazzare la concorrenza. Monoposto di Milton Keynes che quest'anno sarà spinta dal motore Honda e ovviamente questo cambiamento andrà ad influenzare anche il disegno della nuova macchina, sempre tenendo conto delle nuove norme tecniche. Stando ai rumors, i bibitari potrebbero adottare i celeberrimi cerchi menzionati nel caso della Mercedes. Una decisione per sfruttare gli aspetti positivi di questo espediente e nel contempo abbinarlo a quella della nuova p.u che, a detta del team anglo-austriaco, darebbe già da ora maggiori garanzie in termini di potenza rispetto a quella Renault. Bisognerà però tenere in debito conto anche del fattore "affidabilità" su cui il propulsore nipponico, nell'era ibrida, ha difettato.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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