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F1: Mattia Binotto, l’uomo preferito da Sergio Marchionne per completare l’opera?

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Un fulmine a ciel sereno, è proprio il caso di dirlo. La Gazzetta dello Sport ha scosso i cuori degli appassionati di F1 e dei tifosi della Ferrari stamane: via il Team Principal Maurizio Arrivabene e incarico a Mattia Binotto, il responsabile dell’area tecnica della scuderia di Maranello. La notizia, probabilmente, ha stupito gli stessi vertici del Cavallino Rampante che sono stati colti in contropiede da questa rivelazione e ancora l’ufficialità non arriva.

Sta di fatto che questa rivoluzione non stupirebbe più di tanto anche se si riteneva che fosse Binotto e non Arrivabene sul piede di partenza. I dissidi tra il manager bresciano e l’ingegnere nativo di Losanna erano ormai noti. Le considerazioni pubbliche del Team Principal circa le difficoltà nello sviluppo della monoposto nell’ultima parte del 2018 rappresentavano un chiaro attacco a chi aveva determinate responsabilità (tecniche). La Rossa però ha dovuto fare i conti anche con alcuni errori dei piloti, in particolare il tedesco Sebastian Vettel, e con un Arrivabane incapace di imporre una chiara linea nella fase calda del campionato, a differenza dei rivali del campionato, la Mercedes.

Il contratto del 61enne lombardo era in scadenza e dunque sembrerebbe che si sia fatta una scelta discontinua ai piani alti del Cavallino da parte del presidente John Elkann. Qualora tutto venisse confermato sarà interessante valutare l’effetto domino possibile. Anche la figura dell’Amministratore Delegato Louis Camilleri, manager ex Philip Morris che probabilmente avrebbe preferito dar continuità allo status quo, sarà da valutare nei prossimi giorni.

Una rivoluzione voluta per dar seguito, probabilmente, ad una linea che lo stesso ex n.1 della Ferrari Sergio Marchionne aveva in parte tracciato. L’ascesa di Binotto, infatti, è sotto gli occhi di tutti. Entrato a Maranello nel lontano 1995, lavorò come ingegnere motorista fino al 2003 e poi da quel momento la scalata: ingegnere dei motori di gara nel 2004 fino al ruolo di direttore tecnico del 2016. Del resto è stato proprio il 49enne tecnico nostrano a dare un chiaro impulso ad una Ferrari involuta sul piano della progettazione. Le qualità dimostrate nell’ultimo periodo, dopo l’addio del britannico James Allison accasatosi in Mercedes, sono state notevoli e, in questo contesto, l’unico corpo estraneo era probabilmente proprio Arrivabene per la una formazione più da “promoter” che da gestore.

Ecco che l’uomo preferito da Marchionne, che ha sempre valorizzato le capacità di Binotto, è chiamato a completare l’opera per dare un ulteriore colpo di coda ad una squadra che, nel biennio, sul più bello si è spesso un po’ sciolta. Farlo prima del Mondiale 2019 può essere un atto rischioso ma dovuto per chiarire i ruoli interni.

 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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