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Ginnastica artistica, il dilemma di Lara Mori verso Tokyo 2020: priorità alla squadra o alla specialità?

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A poco più di un anno dalle prossime Olimpiadi, diversamente da quanto succedeva in precedenza, il nuovo sistema di qualificazione olimpica chiede già agli atleti e ai loro tecnici di decidere se puntare ad essere un membro della squadra o se intraprendere il percorso da specialista.

Il nuovo sistema, come abbiamo già detto, è un’arma a doppio taglio: decidere di focalizzare, o addirittura incentrare completamente, i propri allenamenti solo su un paio di attrezzi, offre la possibilità di lavorare di più sui punti di forza, e questo è un vantaggio, ma allo stesso tempo, mancando comunque più di un anno al fatidico appuntamento, potrebbe essere limitante per quegli atleti che hanno le capacità per poter tentare entrambe le vie.

Coppa del Mondo o Mondiali? E’ questa la grande domanda alla quale devono “rispondere” le ginnaste più forti al mondo. Le prime scelte in merito si sono viste già ai Campionati del Mondo di Doha 2018 dove, tanto per citarne una, l’americana Jade Carey, vice campionessa del mondo al corpo libero e al volteggio 2017, ha scelto di non presentarsi per non rischiare di qualificarsi con la squadra e precludersi così la possibilità di ottenere il pass individuale. Una scelta simile può sembrare azzardata, ma in una Nazionale come quella americana, dove la competizione interna è ostica quasi quanto quella internazionale, assume una piega diversa: se non hai la certezza di poter competere con le migliori generaliste del tuo Paese, ma hai invece quella di essere superiore a loro in un paio di attrezzi, la strada delle Coppe del Mondo di specialità è forse la più sensata.

E IN ITALIA?

Ufficialmente, al momento, le ginnaste che hanno lasciato da parte il concorso generale, per focalizzarsi sulle specialità, sono Vanessa Ferrari e Martina Rizzelli. Entrambe infatti, si stanno allenando solo sugli attrezzi a loro più congeniali.

La Nazionale italiana non ha certo i numeri di quella americana, che non a caso è la più forte al mondo, ma che ci sia un importante divario tecnico tra le neo-senior e le senior del precedente quadriennio è cosa ormai nota. D’altra parte quando si è più giovani è più semplice sia fisicamente che mentalmente allenare tutti gli attrezzi, quindi è statisticamente logico che in corsa per il posto in squadra vi siano prevalentemente le ginnaste più piccole.

Se per le ginnaste azzurre che al momento sono in fase di recupero dai vari infortuni è difficile ipotizzare su quali attrezzi siano pronte nei prossimi mesi, ce n’è invece una che, qualche mese fa, ha brillato nel concorso generale (oro ai Giochi del Mediterraneo) e che, allo stesso tempo, è una buonissima specialista: Lara Mori.

Lara è una delle azzurre con più esperienze internazionali, è stata più volte Capitano, morale e non, della Nazionale e ha sempre portato punti utili alla formazione. E’ vero che alle parallele e al volteggio non ha le difficoltà delle compagne più giovani, ma alla trave e al corpo libero ha esercizi con difficoltà da finale dei Mondiali. Inoltre, qualora la squadra fosse formata prevalentemente da neo-senior, la sua esperienza potrebbe fare la differenza.

Ecco perché, nonostante Lara abbia iniziato il percorso della Coppa del Mondo, quarta al corpo libero nella prima prova di Cottbus (Germania), ci auguriamo di rivederla presto anche nel concorso generale; nel suo caso infatti, tenere “vive” entrambe le possibilità al momento sembra essere la scelta migliore: Lara merita di giocarsi tutte le sue carte. Il primo appuntamento per rivederla in campo gara lo offrirà l’imminente inizio del campionato italiano di Serie A, contesto nel quale ogni ginnasta, compatibilmente con quelle che sono le condizioni fisiche, potrà decidere su quali attrezzi confrontarsi.

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Foto: Ricardo Bufolin FGI

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