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Ginnastica artistica, sorteggiati gli ordini di lavoro della prima di serie A. La scelta del primo attrezzo può influire sul risultato?

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Il 18 gennaio, presso la sede federale di Viale Tiziano, a Roma, si sono tenuti i sorteggi per determinare gli ordini di salita delle società impegnate nella prima prova del Campionato di serie A di ginnastica artistica, che si terrà a Busto Arsizio il prossimo 24 febbraio.

Questo vuol dire che, diversamente dalle tappe successive, dove gli attrezzi saranno stabiliti secondo classifica, nella prima tappa ogni società sarà obbligata a fare quanto deciso dal “caso”.

Anche quest’anno la gara sarà divisa in tre turni e in ognuno di questi vi saranno quattro società, una per attrezzo.

Nel primo girone avremo, al volteggio, la Ginnica Giglio, squadra capitanata da Lara Mori che, per concomitanza di date, ha rimandato la sua seconda prova in Coppa del Mondo proprio per sostenere le compagne in quel di Busto Arsizio. Sugli altri attrezzi invece, ci saranno le altre due azzurre con cui Lara ha recentemente condiviso l’esperienza dei Mondiali di Doha: Sara Ricciardi e la Corpo Libero Gymnastics Team alla trave, Martina Basile e la Olos Gym 2000 al corpo libero. Chiude l’Estate 83 dell’azzurrina Giulia Messali, che vedremo invece alle parallele.

Nel secondo turno, invece, al volteggio partirà la Ginnastica Civitavecchia di Giulia Bencini e Giulia Cotroneo, alle parallele l’Artistica 81 Trieste di Tea Ugrin e Federica Macrì, alla trave la World Sport Academy dell’azzurrina Maria Vittoria Cocciolo e sul quadrato la Società Ginnastica Torino, dove avremo Irene Lanza, anche lei protagonista ai Mondiali di Doha e, se confermano il prestito dell’anno scorso, anche Desiree Carofiglio.

Nel terzo ed ultimo girone scenderanno in campo gara le società che nel 2018 sono salite sul podio.

Alla trave ci sarà la squadra Campione d’Italia in carica, la Brixia. La formazione bresciana non è ancora stata ufficializzata, tuttavia è facile ipotizzare la presenza delle quattro neo senior: Giorgia Villa, Elisa Iorio, Asia e Alice D’Amato. Insieme a loro potremmo rivedere la piccola Angela Andreoli e, compatibilmente con quello che è lo stato del recupero post infortunio, anche Martina Maggio e Francesca Noemi Linari. Al corpo libero avremo il Centro Sport Bollate di Giada Grisetti e Caterina Cereghetti, mentre alle parallele la Gal Lissone di Elisa Meneghini e Carlotta Ferlito. Anche loro non hanno ancora presentato le squadre, quindi al momento è difficile fare pronostici, ma sicuramente hanno entrambe le capacità per puntare a riconfermare il podio. Attenzione infine, alla Juventus Nova Melzo, che nella prima prova partirà al volteggio, l’eleganza di Clara Colombo e l’esperienza di Chiara Vergani potrebbero fare la differenza.

Una volta presentati gli ordini di lavoro della prima prova di serie A1, è giusto chiedersi se, e in che modo, questi possono influire sul risultato. Partendo dal presupposto che, nella ginnastica, esiste il cosiddetto giro olimpico, ossia un ordine predefinito con cui vengono svolti gli attrezzi (volteggio, parallele, trave e corpo libero) e che, per regolamento, le top 8 nelle finali individuali e a squadre, seguono questo ordine, è curioso esaminare se gli atleti percepiscono o meno una differenza in merito.

A livello tecnico, ovviamente, l’ordine di salita non è determinante, così come non lo è la preparazione fisica, un agonista infatti è in grado di passare da un attrezzo all’altro senza accusare particolari problemi. Il punto focale della questione è sicuramente a livello mentale.

Infatti, vi sono attrezzi che più di altri richiedono calma e massima concentrazione… e la trave, nella femminile, è sicuramente uno di questi. Così, dal momento che ad inizio gara si è particolarmente tesi ed emozionati, è da sempre considerato uno “svantaggio” dover iniziare proprio su questo attrezzo (e purtroppo lo sa molto bene la nazionale rumena che, a causa di un inizio poco fortunato alla trave, nel 2015 mancò la qualificazione olimpica). Se generalmente si preferisce non iniziare alla trave, allo stesso modo ci sono ginnaste che non amano finire alla trave, e il motivo è inversamente lo stesso: l’andamento della gara può influire sulla concentrazione e quindi non è indicato chiudere su un attrezzo in cui l’umore può essere determinante. Meno problemi per il volteggio, che infatti è considerato il migliore per rompere il ghiaccio: è veloce e ottimo per scaldarsi, inoltre serve tutta la grinta che di solito si ha ad inizio gara. Per quanto riguarda le parallele invece, la questione è molto soggettiva: o si amano o si odiano, quindi l’ottica con cui viene visto l’esercizio agli staggi è quasi sempre o di sollievo o come un peso da levarsi il prima possibile. Discorso diverso invece per il corpo libero, che statisticamente parlando è l’attrezzo preferito di ogni ginnasta. Di conseguenza il poter esprimere se stessi a ritmo di musica è uno dei momenti più attesi e averlo per ultimo è come gustarsi la ciliegina sulla torta.

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