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Nuoto
Il nuoto che verrà. Intervista a Fabio Scozzoli: l’Associazione degli atleti e la International Swimming League
Il 18 e 19 dicembre 2018 una delegazioni di alcuni tra i più forti atleti del mondo si é incontrata a Londra sotto l’egida di Konstantin Grigorishin per una tavola rotonda su due temi caldi riguardanti il mondo del nuoto: creare una associazione internazionale di nuotatori professionisti per tutelare i loro diritti ed interessi nei confronti dei poteri forti delle Federazioni e del CIO e presentare la prima stagione di un circuito di gare alternativo e complementare alla Coppa del Mondo per arginare il monopolio FINA. Per l’Italia erano presenti atleti del calibro di Fabio Scozzoli, Gregorio Paltrinieri, Federica Pellegrini e Luca Dotto. E’ proprio Fabio Scozzoli, vice campione europeo in carica dei 50 rana in vasca lunga a fornire più nel dettaglio spiegazioni sui due temi trattati.
“Per quanto riguarda l’associazione dei nuotatori, l’idea é quella di creare una sorta di sindacato di categoria che abbia il potere di contrattare con la FINA misure, soprattutto economiche, più favorevoli ai nuotatori (ingaggi, premi, redistribuzione degli incassi dati dagli sponsor della Coppa del Mondo e di altre manifestazioni internazionali). Per mantenere alto il potere contrattuale della associazione, ne potranno fare parte solo gli atleti che sono stati presenti almeno una volta nella “Top20” stagionale mondiale e ognuno di questi solo per quattro anni dalla data ultima di ingresso nella classifica mondiale. In questo modo, si pensa di riunire sotto un intento comune gli atleti più forti del mondo, che avranno dei rappresentanti suddivisi per aree geografiche. I rappresentanti degli atleti dovrebbero essere per l’Europa Adam Peaty e Katinka Hosszu, per il Sudafrica Cameron van der Burgh (tra l’altro a fine carriera per cui molto più libero da qualsiasi influenza) e per gli USA Nathan Adrian (anche se non era presente a Londra all’incontro). Per l’Asia e il Sudamerica il problema è la poca libertà di cui godono i loro atleti, ma ci sono nuotatori che hanno mostrato un certo interessamento. L’idea di riunire i nuotatori in una qualche forma di associazione non è nuova, perché già dopo le Olimpiadi di Sidney negli Stati Uniti si era cercato di organizzare qualcosa di simile, ma all’epoca la difficoltà principale era stata la mancanza di fondi per finanziare una macchina organizzativa di queste proporzioni; adesso i finanziamenti verrebbero in parte da Konstantin Grigorishin e in parte dagli atleti stessi che entrerebbero a far parte dell’associazione versando una quota commisurata ai premi incassati dai singoli atleti nell’anno di ingresso. Gli obiettivi dichiarati dell’associazione sono di considerare gli atleti come partner della parte economica e di arginare il monopolio della FINA (e del CIO, NdR)”.
Scozzoli parla apertamente anche del format della International Swimming League “Si tratta di un circuito di gare a squadre in giro per il mondo che ha il suo principale ideatore in Andrea Di Nino. Le squadre prenderanno i nomi di alcune città, ma senza alcun vincolo di cittadinanza rispetto agli atleti tesserati. Ogni squadra sarà formata da 12 atleti maschi e 12 atlete femmine, per garantire la parità di genere, tra l’altro una delle più alte nel mondo dello sport. E proporrà agli atleti un ingaggio attraverso un contratto professionistico vero e proprio. Ci sarà un tetto massimo per gli ingaggi, in modo da evitare che le squadre più ricche si accaparrino tutti gli atleti più forti: insomma una “salary cap” sul modello NBA. E’ stata presentata la regular season 2019: si partirà il 10 e l’11 agosto 2019 con Roma come club ospitante e si concluderà il 16 e 17 novembre in “casa” del club di San Francisco. Le semifinali e le finali si disputeranno a Las Vegas dal 17 al 22 dicembre 2019, al Mandala Bay Hotel come già trapelato. Ogni club avrà la propria autonomia nel decidere la location dell’evento e le distanze che verranno disputate. Le distanze previste sarebbero 50, 100, 200 di tutti gli stili, 4×100 stile libero mista e 4×100 mista mista , 400 stile e australiana a stile. In ogni tappa si affronteranno quattro squadre (nel circuito ci sono 12 squadre, 6 europee e 6 statunitensi) e ogni squadra deve incontrare tutte le altre. In base al punteggio finale le migliori 8 si affronteranno nelle semifinali e poi le migliori due nella finale che si terranno a Las Vegas. Il primo anno si disputeranno una serie di eventi tipo quelli del mondiale di vasca corta ma rispetto alla distanza la squadra ospite decide in totale autonomia in quale tipo di vasca disputare le gare (vasca da 25 vasca da 50 o in yards!!), magari anche sulla base delle caratteristiche dei componenti della squadra. Questo dettaglio lo si saprà a volte anche solo all’ultimo momento e il team leader deciderà chi convocare e schierare sulla base delle distanze gara previste. Quindi per essere convocato e far parte della squadra bisognerà aspettare la chiamata del team leader. Imprescindibile requisito, come sempre per tutti gli eventi organizzati dall’Energy Standard, chi ha subito una squalifica per doping non potrà essere ammesso”.
Restano ancora molti particolari avvolti nel mistero, anche per chi era presente alla riunione come Fabio Scozzoli. “Chi saranno i team leader delle diverse squadre? Come sarà formata la rosa dei 24 atleti di ogni squadra? Al momento questi dettagli restano incerti! Non è ancora disponibile nemmeno il Regolamento ufficiale della ISL perché si sta ancora trattando con la FINA, la quale si è tirata la zappa sui piedi da sola, impedendo la manifestazione di dicembre a Torino come sappiamo. Secondo Grigorishin però la stagione 2019 si farà di certo. Chiaramente l’idea è di non sovrapporsi come date alla Coppa del Mondo. La finale della stagione 2019 si disputerà dopo gli europei di vasca corta del 4-8 dicembre a Glasgow, perché l’idea è di creare un circuito complementare e alternativo agli eventi federali e non entrare in competizione con le manifestazioni già esistenti, in modo da dare ancora più risalto al mondo del nuoto. Il primo anno tutte le spese saranno coperte dal magnate ucraino, anche per lanciare la proposta sul mercato. Le spese stimate per il primo anno sono ingenti: circa 15 milioni di euro. Konstantin ha previsto che in due-tre anni la macchina organizzativa sarà a regime. Un progetto rivoluzionario, che proietta il nuoto nel futuro e spera di far sì che i nuotatori, i veri protagonisti di questo spettacolo, ne diventino anche dei fruitori. Insomma, si crei quel circuito sul modello del tennis, del golf, del basket e di altri sport professionistici dove l’atleta abbia il giusto riconoscimento”.
Laura Vergani
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