Editoriali
Italia, un 2019 di grande sport: la sfida delle qualificazioni olimpiche, i sogni invernali e l’incognita dei motori
1° gennaio 2019, l’alba di un nuovo anno sportivo. Sarà una stagione preolimpica, dunque entreranno nel vivo le delicate qualificazioni verso Tokyo 2020. L’Italia dovrà farsi trovare pronta: in molte discipline, come sappiamo, è molto più arduo approdare ai Giochi che poi vincere una medaglia (pensiamo ad esempio a taekwondo e karate). Di fatto il bottino nel Sol Levante dipenderà in buona parte da quanto accadrà nei prossimi mesi.
Attualmente il Bel Paese occupa la decima posizione nel medagliere virtuale, sostanzialmente in linea con quanto accade ininterrottamente da Atlanta 1996. Fondamentale sarà la conferma ai massimi livelli di alcune discipline che, attualmente, fungono da traino per lo sport italiano, su tutte scherma e nuoto. Occorrerà anche ritrovare il tiro a volo dopo un 2018 sottotono rispetto all’irripetibile biennio precedente. Stanno facendo benissimo ciclismo su pista e canottaggio: il 2019 rappresenterà il definitivo esame di maturità. Andrà valutata con attenzione anche la crescita delle emergenti vela ed equitazione, chiamate finalmente a lasciare un segno a cinque cerchi dopo troppi anni di anonimato.
L’annata che inizia oggi potrebbe anche venire ricordata come quella dei grandi ritorni. E’ già certo quello di Tania Cagnotto e Francesca Dallapé nei tuffi: non sarà però così scontato vincere la concorrenza interna delle campionesse d’Europa in carica Elena Bertocchi e Chiara Pellacani. Pur se quasi sempre in maniera enigmatica, Niccolò Campriani ha lasciato intendere a più riprese di essere tentato da un rientro in gara: per il tiro a segno, sprofondato nel baratro senza il suo più grande fuoriclasse della storia, si tratterebbe di un’indubbia boccata d’ossigeno.
Vincere è difficile, confermarsi lo è ancora di più. E’ questa la missione che attende Francesco Molinari, eroe azzurro nel 2018 con i trionfi al British Open, alla Ryder Cup e nella Race to Dubai. Il piemontese dovrà riuscire a trovare nuovi stimoli per mantenersi al vertice: uno di questi è rappresentato dalla vetta del ranking mondiale di golf da raggiungere.
Sarà un anno chiave anche per alcune discipline in grande difficoltà. Una, in particolare, è in crisi da tempo: l’atletica. I Mondiali si svolgeranno in autunno a Doha e, per una volta, sarebbe bello che l’Italia ci arrivasse con le sue (poche) punte tutte al top della condizione: pensiamo a Gianmarco Tamberi, Antonella Palmisano, Filippo Tortu, Massimo Stano e, perché no, anche ad Elena Vallortigara. Anche il judo è chiamato ad una netta inversione di tendenza: al momento non vi sono azzurri nelle top10 dei ranking mondiali. Ci si attende poi una rinascita nella boxe, soprattutto a livello professionistico con Fabio Turchi e Guido Vianello, mentre tra i dilettanti proverà a sbocciare definitivamente l’astro nascente Aziz Abbes Mouiidine.
Buone speranze anche nel tennis, dove purtroppo l’Italia maschile più competitiva dell’ultimo ventennio paga il nuovo formato della Coppa Davis che ci sfavorisce. Nel ciclismo Vincenzo Nibali e Fabio Aru vogliono mettersi alle spalle un 2018 costellato di sfortune ed imprevisti, mentre Gianni Moscon dovrà finalmente dimostrare non solo di poter vincere classiche importanti, ma anche di poter fare classifica nei Grandi Giri. Senza dimenticare Elia Viviani, il velocista migliore al mondo che sogna la Milano-Sanremo.
Prima delle qualificazioni olimpiche, ci attendono gli ultimi tre mesi di sport invernali: saranno palpitanti. Dorothea Wierer è al comando della classifica generale di Coppa del Mondo di biathlon: se non si farà prendere dall’ansia e riuscirà a controllare la pressione, potrà giocarsela sino in fondo. Obiettivo sfere di cristallo di specialità nello sci alpino con Federica Brignone e Dominik Paris, senza dimenticare i Mondiali di Are dove tornerà anche Sofia Goggia (anche se difficilmente la bergamasca sarà al 100% della forma). Punta ad uno storico bis iridato nella sprint Federico Pellegrino: riuscisse a spuntarla sul fenomeno norvegese Johannes Hoesflot Klaebo, realizzerebbe certamente una delle imprese dell’anno. In generale l’Italia proverà a confermarsi come una realtà in continua crescita negli sport invernali, con l’auspicio di ottenere l’assegnazione dei Giochi del 2026: è corsa a due tra Milano-Cortina e Stoccolma.
Negli sport di squadra siamo ormai distanti dai fasti degli anni ’90 e ’00. Difficile che il trend possa mutare improvvisamente. Qualificarsi alle Olimpiadi, va detto, sarà complicatissimo ed al momento metteremmo la mano sul fuoco solo per la pallanuoto maschile e per la pallavolo femminile. Proprio le ragazze di Mazzanti sembrano le uniche dotate delle qualità necessarie per ambire ad una vittoria di peso: il mirino è puntato agli Europei che si svolgeranno a fine estate. La Nazionale maschile di basket si giocherà con l’Ungheria l’accesso ai Mondiali dai quali manca dal 2006, mentre quella femminile di calcio proverà a stupire nella rassegna iridata che si disputerà in Francia. Nutriamo un forte scetticismo nei confronti dell’Italia Under21 di calcio: pur ospitando la rassegna continentale, gli azzurrini appaiono inferiori alla Spagna che affronteremo al debutto e che potrebbe di fatto compromettere sin da subito le chance di qualificazione a Tokyo 2020. Il ct Di Biagio, risultati alla mano, non si è rivelato una guida ideale nel corso degli anni. Una possibile sorpresa potrebbe giungere dall’hockey prato: sarà la volta buona per strappare il pass olimpico con la squadra femminile? Preoccupa, e non poco, il volley maschile: per andare ai Giochi dovremo battere la Serbia ad agosto; qualora non ci riuscissimo (ipotesi probabile, sulla carta), avremo un’ultima possibilità nel gennaio 2020, quando occorrerà vincere un torneo con avversarie di peso, dove certamente sarà presente una tra Francia e Polonia. Priva di Osmany Juantorena, che ha dato addio alla maglia azzurra, questa Italia rischia seriamente una storica e fragorosa mancata qualificazione per alle Olimpiadi. Ad oggi, a dire il vero, l’eliminazione appare come l’eventualità più prevedibile.
Infine i motori. La Ferrari attende il Mondiale piloti da ormai 12 anni (da 11 quello costruttori): sarà l’anno buono? Dopo la morte del presidente Sergio Marchionne è emersa evidente la mancanza di una figura dotata di carisma e leadership per tenere unita la squadra. Sono fioccate le fratture interne, fomentate da invidie e giochi di potere. Non è un mistero che il team-principal Maurizio Arrivabene ed il direttore tecnico Mattia Binotto siano da tempo ai ferri corti. Tali frizioni rischiano di compromettere il Campionato ancor prima dell’inizio, senza dimenticare un Sebastian Vettel che dovrà ritrovarsi dopo un’annata in cui ha pesantemente perso fiducia nei propri mezzi dopo essere stato travolto (soprattutto mentalmente) da Lewis Hamilton. Chissà che il Messia non possa diventare Charles Leclerc, 21enne monegasco dotato di un talento cristallino e della sfrontatezza necessaria per imporsi sin da subito come protagonista assoluto.
In MotoGP risulta arduo pensare di poter battere il fenomeno Marc Marquez. Ci proverà Andrea Dovizioso, ma serviranno oggettivamente la miglior Ducati di sempre ed una stagione perfetta da parte del forlivese per rendere materiale l’utopia. Sarà della partita anche Valentino Rossi? Dipenderà dal livello della Yamaha, attualmente molto indietro rispetto a Honda e Ducati: decisivi saranno i test invernali che inizieranno a fine gennaio.
Non ci resta che augurarvi un Buon Anno di sport, con l’auspicio che il cielo sia sempre tricolore.
federico.militello@oasport.it
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