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Nuoto, Italia con ambizioni importanti verso i Mondiali 2019. Inizia il biennio olimpico della verità

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Fuochi d’artificio e brindisi, il 2019 è cominciato. Nel breve volgere di ore tutti o quasi si sono lasciati andare a bilanci della stagione passata e propositi per quella nuova. Del resto è sempre così quando si chiude un capitolo e se ne riapre immediatamente un altro. Il nuoto italiano chiude un’annata che definire straordinaria è poco. Gli Europei 2018 a Glasgow (Gran Bretagna) sono stati la rappresentazione di una squadra, di un gruppo capace di sorprendere e di essere compatto ad altissimo livello. Il Tollcross International Swimming Centre, in quella settimana, si è trasformato nel Foro Italico. 6 ori, 5 argenti e 11 bronzi, 22 medaglie in totale, sono un bottino eccellente, superiore a quanto fatto a Debrecen 2012, edizione però disputata nell’anno olimpico e quindi di livello diverso rispetto a quella britannica. A far da cornice a tutto questo il secondo posto nella classifica per nazioni: 44 presenze in finale (ivi comprese le staffette), quattordici record italiani, un primato italiano cadetti, due juniores, tre migliori prestazioni in tessuto e trentanove primati personali. Questi i dati che descrivono la portata del trionfo del Bel Paese.

Tuttavia, l’analisi quantitativa va accompagnata anche ad una qualitativa, cioè ad una valutazione della portata dei tempi siglati dagli azzurri. Ebbene, i crono ottenuti dalla truppa italica sono di grande qualità e sono un segnale chiaro di vitalità. Un aspetto enfatizzato anche dal fatto che le nostre solite punte non hanno dato il loro contributo: i malanni di Gregorio Paltrinieri (argento e bronzo negli 800 stile libero e 1500 stile libero), le assenze di Gabriele Detti e di Nicolò Martinenghi per infortunio e una Federica Pellegrini dedita alla velocità rientrano nel contesto in cui il nostro movimento ha saputo dare una risposta convincente. Pertanto le carte da medaglia ai Mondiali 2019 di Gwangju (21-28 luglio) ed a Cinque Cerchi sono diverse.

Parliamo di Simona Quadarella, la regina del mezzofondo in Europa. Come ha saputo fare Katie Ledecky nei Panpacifici di Tokyo 2018, così l’atleta allenata da Christian Minotti ha realizzato una fantastica tripletta, condita da un primato nazionale (8’16″45, negli 800 sl) e due record personali (4’03″35 nei 400 sl; 15’51″61 nei 1500 sl e miglior prestazione italiana in tessuto). Dopo il bronzo iridato dell’anno scorso nelle trenta vasche, il Vecchio Continente ha scoperto una campionessa che ha ancora tanta fame ed ambizione. Certo, il mostro Ledecky le sbarrerà la strada ma lei per le medaglie, di qualunque colore, ci sarà. Una crescita confermata anche dall’argento nei Mondiali 2018 ad Hangzhou in vasca corta negli 800 sl, la piscina meno gradita dalla romana.

E poi Alessandro Miressi, primo oro continentale nella gara regina con un crono di 48″01, migliorato poi nel corso del Campionato Italiano di Categoria (47″92 e nuovo record italiano). Un atleta che ha ancora tanti margini di miglioramento nella partenza e nella propria costruzione fisica. L’aver infranto il muro dei 48″ a Roma e l’aver gestito da campione l’atto conclusivo di Glasgow dimostrano che la materia prima su cui lavorare c’è, con la fiducia di essere all’altezza dei rivali.

Non ci può dimenticare di Ilaria Cusinato, classe ’99 e con un esame di maturità superato brillantemente sia tra i banchi di scuola e sia in piscina. I due argenti dei 200 e 400 misti per la ragazza veneta, allenata da Stefano Morini, rappresentano un punto di partenza importante. Era alle sue prime finali di un certo livello e la nativa di Cittadella ha saputo esprimere il suo potenziale, sfiorando l’oro, e dimostrando carattere. Come per Miressi i margini sono ancora ampi: c’è una frazione a stile libero da migliorare, dopo i progressi enormi nella rana. Va da sé che per Ilaria il futuro è decisamente roseo e, soprattutto guardando ai 400 misti, si può sperare in una medaglia iridata ed olimpica.

Nell’elenco anche Margherita Panziera (oro nei 200 dorso), Piero Codia (oro nei 100 farfalla), Andrea Vergani (bronzo nei 50 stile libero), Federico Burdisso (bronzo nei 200 farfalla) e Thomas Ceccon (5 medaglie alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires). Tutti atleti potenzialmente in lizza per posizioni che contano in un futuro più o meno prossimo, aggiungendosi alle nostre certezze.

Vero che i veterani citati e reduci da infortunio non vorranno sfigurare. Detti nell’ultimo evento importante del 2018 ha posto il proprio marchio nei 400 stile libero della rassegna iridata in corta. Un bronzo di grande valore perché ottenuto in condizioni non ottimali e in una piscina non troppo adatta alle sue caratteristiche di nuotata. Guardando ai Mondiali 2019 in Corea del Sud e alle Olimpiadi 2020 si può essere ottimisti. E poi Paltrineri e la sua prova nei 1500 stile libero “cinesi” sotto i 14’10” è stata degna delle sue migliori versioni e per 1000 metri l’azzurro ha nuotato al di sotto del primato del mondo da lui stesso detenuto. Poi nell’ultimo terzo di gara un piccolo calo che ha favorito l’ucraino Mykhailo Romanchuk ma il riscontro cronometrico consola assai perché il percorso, quello che deve portare a Tokyo 2020, è appena cominciato ed in lunga entrambi gli atleti menzionati danno il meglio.

Ultimo capitolo da dedicare a Federica Pellegrini. La “Divina” era tra gli osservati speciali e le sue risposte sono state confortanti: la conquista della 50esima medaglia internazionale in Cina, il quarto posto nei 200 sl dopo un anno e mezzo dall’ultima volta e una buona solidità dimostrata in staffetta sono un primo passo importante che vuol portarla in una condizione ottimale a quel che sarà. L’azzurra ha poco da dimostrare e il suo obiettivo sarà arrivare in Giappone nelle migliori condizioni per dare tutto e completare il proprio percorso agonistico con i Giochi lasciando il segno.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: CP DC Press / Shutterstock.com

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