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Nuoto
Nuoto, Swim League 2019: come funziona e chi partecipa. Presenti Pellegrini, Paltrinieri e tutti i big azzurri!
Dalle parole ai fatti. Il magnate ucraino Konstantin Grigorishin, che aveva caldeggiato l’idea di sostenere un circuito di gare di nuoto totalmente esterno alla Federazione Internazionale (FINA), sta prendendo forma. Dopo l’incontro a Londra che ha visto tanti esponenti dell’élite natatoria mondiale coinvolti, il lancio della ISL (International Swim League) è avviato e gode del pieno sostegno degli atleti. Attraverso questa soluzione, i nuotatori vogliono avvicinarsi a realtà professionistiche nelle quali i guadagni sono maggiori e la promozione delle disciplina è superiore. Nel suo primo anno (2019), la ISL potrà disporre di un budget tra i 15 e i 20 milioni di dollari, dei quali un minimo di 5,3 milioni sarà riservato ai premi per gli atleti che gareggiano per una squadra della League.
In questo caso parliamo di una competizione che vedrà coinvolte 12 squadre, create su basi puramente commerciali, corrispondenti a città europee e statunitensi. In ogni appuntamento gli atleti avranno come obiettivo quello di ottenere dei punti per la propria compagine. Pertanto la prestazione pura non sarà al centro della scena ma conterà mettere la mano davanti. Ogni compagine sarà formata da 12 atleti maschi e 12 atlete femmine, per garantire la parità di genere, tra l’altro una delle più alte nel mondo dello sport. E proporrà agli atleti un ingaggio attraverso un contratto professionistico vero e proprio. Ci sarà un tetto massimo per gli ingaggi, in modo da evitare che le squadre più ricche si accaparrino tutti gli atleti più forti: insomma una “salary cap” sul modello NBA. La regular season 2019 partirà il 10 e l’11 agosto 2019 con Roma come club ospitante e si concluderà il 16 e 17 novembre in “casa” del club di San Francisco. Le semifinali e le finali si disputeranno a Las Vegas dal 17 al 22 dicembre 2019, al Mandala Bay Hotel come già si sapeva. Ogni club avrà la propria autonomia nel decidere la location dell’evento e le distanze che verranno disputate. Le distanze previste sarebbero 50, 100, 200 di tutti gli stili, 4×100 stile libero mista e 4×100 mista mista , 400 stile e australiana a stile. In ogni tappa si affronteranno quattro squadre (nel circuito ci sono 12 squadre, 6 europee e 6 statunitensi) e ogni squadra deve incontrare tutte le altre. In base al punteggio finale le migliori 8 si affronteranno nelle semifinali e poi le migliori due nella finale che si terranno a Las Vegas. Il primo anno si disputeranno una serie di eventi tipo quelli del Mondiale di vasca corta ma rispetto alla distanza la squadra ospite decide in totale autonomia in quale tipo di vasca disputare le gare (vasca da 25 vasca da 50 o in yards), anche sulla base delle caratteristiche dei componenti della squadra. Questo dettaglio lo si saprà a volte anche solo all’ultimo momento e il team leader deciderà chi convocare e schierare sulla base delle distanze gara previste. Quindi per essere convocato e far parte della squadra bisognerà aspettare la chiamata del team leader. Imprescindibile requisito, come sempre per tutti gli eventi organizzati dall’Energy Standard, chi ha subito una squalifica per doping non potrà essere ammesso. Queste le informazioni che ci aveva fornito sul tema Fabio Scozzoli, tra i sicuri presenti. Di seguito l’elenco delle selezioni:
EUROPEAN TEAMS
Energy Standard
Stuttgart
Rome
Marseille
Budapest
London
UNITED STATES
Los Angeles
San Francisco
Atlanta
Austin
Washington DC
Phoenix
Visti i ricavi, il braccio di ferro tra la Federazione Internazionale e la ISL è particolarmente forte in quanto, oltre a questo circuito, sarebbe complementare la nascita di un’associazione gestita dai primattori in vasca per far valere ulteriormente le loro ragioni. Le contrapposizioni sono state piuttosto forti, soprattutto dopo l’annullamento del meeting Energy for Swim di Torino voluto dalla Federazione, che sposava questo spirito di innovazione. A Londra l’ungherese Katinka Hosszu, il sudafricano Chad Le Clos e soprattutto il britannico Adam Peaty hanno fatto valere le loro posizioni con forza.
In particolare l’asso della rana mondiale ha sfidato la FINA a squalificarlo dai prossimi Campionati del Mondo 2019 in Corea del Sud solo per la partecipazione a questa rassegna: “La Federazione non può comportarsi da arrogante perché perderebbe il rispetto degli atleti più importanti. C’è bisogno di trasparenza e di dividere al 50% i profitti. Amo il nuoto ma il motivo principale per cui molti smettono di gareggiare è perché non ci sono abbastanza finanziamenti, bisogna assicurare il futuro ai ragazzi che vinceranno l’Olimpiade tra 20 anni per sperare di guadagnarsi da vivere”, le parole di Peaty, sostenute anche dalla svedese Sarah Sjoestroem che ha aggiunto: “E’ come se il nuoto sia rimasto fermo agli anni ’90, ci meritiamo molto di più di quanto otteniamo. Molti nuotatori non possono neanche pagarsi l’attività, non è il mio caso perché dispongo di sponsor, ma la maggior parte lavora duramente senza avere nulla in cambio e dipende solo dalla disponibilità dei genitori. Tutto questo è pazzesco e deve cambiare“.
Tuttavia, l’ufficializzazione della partecipazione a questa rassegna di Federica Pellegrini dà ulteriore forza a questa “Champions League” del nuoto: “Il nuoto ha il dovere di diventare uno sport professionistico. Sono contenta di partecipare alla International Swimming League perché l’obiettivo è far salire il livello dell’intero movimento“, le parole della campionessa di Spinea. Pellegrini che guiderà una compagine in cui vi saranno anche Gregorio Paltrinieri, il menzionato Scozzoli, Gabriele Detti, Luca Dotto, Simona Quadarella, Margherita Panziera, Ilaria Cusinato e Arianna Castiglioni.
Tra i campioni più affermati vi saranno i citati Hosszu, Peaty, Le Clos e Sjoestroem, l’australiana Cate Campbell e le olandesi Femke Heemskerk e Ranomi Kromowidjojo, per fare alcuni nomi. E’ proprio il caso di dirlo: che lo spettacolo, abbia inizio!
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: StockphotoVideo / Shutterstock.com