Rugby
Rugby, Sei Nazioni 2019: i punti deboli e di forza dell’Italia. Si punta sull’esperienza, un peccato per gli infortuni
Quattro giorni all’esordio. La Nazionale italiana di rugby si prepara alla trasferta scozzese: sabato inizierà il proprio cammino nel Sei Nazioni a Murrayfield contro i padroni di casa della Scozia in un incontro già decisivo, dove la banda di Conor O’Shea andrà a caccia di una vittoria che manca ormai da tre edizioni del torneo agli azzurri. Andiamo a scoprire i punti di forza e i punti deboli della Nazionale tricolore.
Punti di forza
Esperienza: i giocatori di più talento dell’Italia sono anche tra i più esperti. Sergio Parisse e Leonardo Ghiraldini ne hanno giocate un’infinità di partite nel torneo: da loro ci si aspetta quel qualcosa in più sia sotto il livello tecnico che psicologico per dare una mano ai compagni. Discorso simile per Alessandro Zanni che è tornato al meglio in maglia azzurra dopo un lungo stop: già l’anno scorso ha dimostrato di potersela giocare a questi livelli.
Terza linea: uno dei ruoli dove l’Italia è cresciuta di più nelle ultime stagioni. Purtroppo mancherà per infortunio un giocatore del livello di Jake Polledri, ma si potrà comunque fare affidamento, oltre che sul solito Sergio Parisse, anche su Sebastian Negri ed Abraham Steyn, due dei più convincenti giocatori azzurri del 2018.
Avanti: da Michele Campagnaro a Tommaso Castello, passando per Luca Morisi e Tommaso Benvenuti, sono loro che dovranno dare quel qualcosa in più in fase offensiva all’Italia. Le premesse sono quelle giuste.
Tito Tebaldi: a 31 anni è il momento giusto per giocare un torneo da vero protagonista. Con il Benetton Treviso sta davvero dando spettacolo nel Guinness Pro 14, è pronto a prendersi in mano anche le chiavi del gioco della Nazionale da numero 9.
Punti deboli
La mischia: dieci anni fa stavamo parlando di tutt’altro. Il pacchetto di mischia era proprio il punto di forza degli azzurri, che spesso e volentieri, anche contro le superpotenze mondiali, si affidavano a questo fondamentale. Ora si soffre, e non poco, contro qualunque avversario. Bisognerà provare a limitare i danni.
Gli infortuni: Jake Polledri e Matteo Minozzi su tutti. Due delle stelle della giovane Italia, entrambi grandi protagonisti del torneo nel 2018 (l’estremo aveva davvero stupito tutto il mondo, prendendosi gli applausi praticamente da tutte le Nazionali rivali), non saranno a disposizione a causa di problemi fisici. Da sottolineare anche le assenze pesanti di Marcello Violi e Mattia Bellini.
Il calo alla distanza: ormai una costante per le partite dell’Italia. Dopo un primo tempo giocato benissimo, una ripresa e, soprattutto, gli ultimi 20′ di match, davvero da dimenticare, dove l’avversario riesce a distruggere tecnicamente e fisicamente gli azzurri. Servirà lavorarci tanto.
La touche: altro possibile punto di forza nel passato che negli anni si è trasformato in enorme difficoltà. Nei Test Match gli azzurri hanno faticato tantissimo a portarne a terra alcune, in momenti importanti degli incontri, soprattutto in zona offensiva.
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gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: LPS/Mattia Radoni