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Rugby, Sei Nazioni 2019: Italia, sarai all’altezza della situazione? Livello altissimo, azzurri sotto esame verso i Mondiali

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Meno di una settimana al via. Sabato pomeriggio comincia uno dei periodi più intensi per il rugby italiano: quello del Sei Nazioni. Gli azzurri affronteranno nel week-end, ad Edimburgo, la Scozia: subito un appuntamento importante per loro che affrontano una stagione fondamentale, visto che a fine anno ci sarà l’appuntamento del quadriennio, i Mondiali in Giappone. Il girone iridato dell’Italia sarà poi da mission impossible: Nuova Zelanda e Sudafrica le rivali da affrontare.

Servirà una svolta per la banda guidata da Conor O’Shea: la vittoria nel torneo manca ormai dal lontano 2015, quando l’impresa arrivò proprio in casa degli scozzesi, a Murrayfield. Oltre tre anni senza successi, dodici sconfitte consecutive. Il morale non è più altissimo, viste le tante polemiche che ruotano attorno alla partecipazione azzurra nel torneo, nonostante nell’autunno sia arrivata l’attesa vittoria nel confronto diretto con la Georgia, la Nazionale che secondo i critici potrebbe prendere proprio il posto dell’Italia nel Sei Nazioni.

Le prestazioni positive non sono mancate con il passare degli anni, ma ormai tutto ciò non basta più: serve una svolta decisiva, un cambio di passo importante per approcciare al meglio quest’annata. Saranno all’altezza della situazione Parisse e compagni? Come detto alla vigilia del torneo questa sarà una delle edizioni più dure, proprio il capitano tricolore ha delineato la situazione: “Probabilmente sarà il torneo più duro da che lo gioco. Negli ultimi 15 anni siamo cresciuti moltissimo come Nazionale, ma le altre hanno fatto altrettanto e noi probabilmente non abbiamo gettato le basi per rendere costanti certi risultati. Abbiamo realizzato degli exploit senza avere continuità, né un sistema. Cose che le nostre avversarie posseggono, anche per storia e tradizione. Da due anni a questa parte il movimento ha cominciato a sviluppare un lavoro che avrebbe dovuto avviare diverso tempo prima. Meglio tardi che mai. Non dobbiamo più essere la squadra capace di battere una tantum il Sudafrica, o la Francia o l’Irlanda e poi di perdere contro rivali meno forti”. 

 

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Luigi Mariani LPS

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