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Tennis: Sara Errani torna in campo in Fed Cup. La squalifica, il rientro, il nuovo stop: storia di una vicenda complessa

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Il prossimo 8 febbraio Sara Errani terminerà la seconda parte della propria squalifica legata al caso doping che l’ha vista coinvolta nell’ultimo anno e mezzo. In Fed Cup, il letrozolo diventato pomo della discordia sarà soltanto un ricordo e la Svizzera potrà essere, in quel di Biel, la sua unica preoccupazione.

La giocatrice di Bologna, nell’agosto 2017, è stata squalificata per due mesi dall’ITF per assunzione (accidentale, come si evince dalla sentenza) di letrozolo, una sostanza utilizzata in larga maggioranza da sollevatori di pesi, quando scoperti, e che nulla ha a che vedere con un utilizzo nel tennis, tanto più che per le donne è addirittura dannosa. In questo caso, il problema è stato legato a una contaminazione di cibo, provocata da un farmaco utilizzato dalla madre per curare un tumore contro il quale lotta da diversi anni. La casualità dell’assunzione fu stabilita dal test del capello: quello della madre mostrava i chiari segni di un’assunzione prolungata del farmaco, quello della figlia no. Oltre alla squalifica di due mesi, peraltro, è arrivata la cancellazione di tutti i risultati da febbraio (test positivo, poco dopo l’incontro di Fed Cup contro la Slovacchia in cui l’azzurra si era infortunata durante la partita contro Daniela Hantuchova, pur portandola a termine) in avanti. Nella sostanza, quindi, è come se si fosse trattato di sei mesi di squalifica.

Sara Errani ha presentato ricorso contro la squalifica, ma NADO Italia, ritenendo incongruente (anche sulla base di notizie inesatte) la sua pena con quella di altri sportivi condannati in passato (ad esempio Niccolò Mornati), ne ha perseguito a propria volta uno. Un fuoco incrociato, in sostanza, in mezzo al quale l’azzurra è tornata a giocare con buone prestazioni. Tuttavia, la spada di Damocle del processo al TAS di Losanna è rimasta lì, sulla testa di una donna che ne ha risentito inevitabilmente in termini di risultati tennistici. Il verdetto, inizialmente previsto per la fine del 2017, è stato rinviato non meno di otto volte, ed è arrivato immediatamente dopo il Roland Garros. Errani stava giocando il WTA di Bol, in Croazia, subito dopo il Roland Garros (sconfitta al primo turno dalla beniamina di casa Alizé Cornet), quando è arrivata la notizia della seconda squalifica: otto mesi a partire dall’8 giugno. Una situazione, questa, estremamente rara, se non unica, nella casistica doping legata al tennis.

Di recente, l’italiana ha presentato un ricorso al Tribunale Federale svizzero per contestare proprio la sentenza del TAS di Losanna (in particolare la questione relativa alla datazione della squalifica), ed è notizia di ieri che è stato respinto. Tuttavia, all’atto pratico ciò non ha il benché minimo valore, perché proprio a ridosso del ritorno della bolognese in campo. Ora, per la finalista del Roland Garros 2012, nonché vincitrice di cinque Slam in doppio, semifinalista in altri due Slam in singolare (US Open 2012 e Roland Garros 2013) e numero 5 del mondo quando le prime quattro si chiamavano Serena Williams, Maria Sharapova, Victoria Azarenka e Agnieszka Radwanska, è tutto finito, e può finalmente ricominciare la vita di chi vuole soltanto pensare al tennis, senza ulteriori implicazioni. Del resto, ancora oggi, dopo i ritiri di Flavia Pennetta (2016), Roberta Vinci (maggio 2018) e Francesca Schiavone (settembre 2018), Sara Errani rimane la numero due d’Italia. E dopo tutta la vicenda passata, il fatto che fino al 7 febbraio non possa allenarsi con Giorgi, Trevisan, Paolini e Chiesa sembra davvero una bazzecola se confrontata con un anno e mezzo di problemi oltre il campo.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Jimmie48 Photography / Shutterstock

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