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Atletica, World Indoor Tour 2019: Gianmarco Tamberi è quarto a Karlsruhe, Giulia Pennella ottava nella finale dei 60 ostacoli

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Il World Indoor Tour 2019 di atletica leggera ha fatto tappa a Karlsruhe (Germania), secondo appuntamento per il circuito itinerante organizzato dalla IAAF sulla falsariga della Diamond League. Per l’Italia l’interesse era tutto su Gianmarco Tamberi, pronto per il suo debutto stagionale: Gimbo è tornato in pedana a cinque mesi dalla sua ultima gara, con la voglia di ritrovare la giusta confidenza con il clima della gara e desideroso di ripartire da buone misure.

Il marchigiano, reduce da un lungo raduno in Sudafrica, ha concluso la sua prova con la misura di 2.26 in quarta posizione. La gara del nostro portacolori è stata senza problemi a 2.13, 2.18 e 2.22, tutte superate al primo tentativo e con margine. A quota 2.26, però, Tamberi ha incontrato le prime difficoltà e la quota è stata varcata all’ultima prova. Gimbo ha cercato i 2.29 ottenendo due nulli, prima di portarsi a 2.31 per cercare anche di dare una risposta ai suoi avversari. Una scelta estrema che non ha pagato nella serata che ha incoronato il giapponese Naoto Tobe che con 2.35 ha stabilito il mondiale stagionale, alzando l’asticella di 9 centimetri rispetto al suo personale. Alle sue spalle il cinese Yu Wang (2.31) e il bahamense Donald Thomas (2.26). .

Venendo all’altra azzurra protagonista quest’oggi, ovvero Giulia Pennella, la portacolori dell’Esercito ha ottenuto la qualificazione alla finale nei 60hs segnando al primo turno un buon 8.20, peggiorato però di 4 centesimi nell’atto conclusivo nel quale l’italiana è giunta ottava. La vittoria è andata alla favorita olandese Nadine Visser (7.97) che di appena un centesimo ha preceduto la tedesca Cindy Roleder mentre in terza piazza (8.05) troviamo la polacca Karolina Kolecek. Per quanto riguarda il resto del programma, nel salto in lungo l’atteso debutto di Juan Miguel Echevarria (8.68 lo scorso anno, ma anche un 8.83 ventoso) ha un po’ il sapore della beffa: il cubano infatti, dopo aver ottenuto 8.08 al primo tentativo (regalando tantissimo in fase di stacco), ha visto pareggiata la sua prestazione dallo svedese Thobias Nilsson Montler, che gli è finito davanti in virtù dell’8.04 realizzato come seconda miglior misura. Deludono le attese invece il greco Miltiádis Tedóglou (quinto a 7.82) e l’idolo di casa Julian Howard (quarto a 7.85).

Sui 400 metri si preannunciava un duello mozzafiato tra il ceco Pavel Maslak e lo spagnolo Oscar Husillos e lo sviluppo della gara è stato su questa falsariga con il successo di Maslak in 46″78 a precedere l’iberico (47″12) e il polacco Karol Zalewski (47.17). Nei 1500 metri il il keniano Vincent Kibet (3:38.23) ha prevalso nei confronti del connazionale Bethwell Birgen (3:38.69) sulla retta conclusiva mentre nell’asta, in un contesto da parterre di lusso, sono state tre atlete a superare quota 4.71: la canadese Alysha Newman (prima, con il primato nazionale), la russa Anzhelika Sidorova (seconda) e la greca Katerina Stefanidi (terza).

A completare il quadro negli 800 metri, lo svedese Andreas Kramer ha saputo gestire il ritorno dello statunitense Erik Sowinski, ottenendo con il primato personale di 1’46″52 mentre nel triplo donne il successo è andato alla spagnola Ana Peleteiro, autrice del personal best di 14.51, mettendosi alle spalle di sei centimetri la venezuelana Rojas (14.45) e di quindici la portoghese Mamona, che ha ottenuto il record nazionale con 14.36. Nei 60 metri la polacca Ewa Swoboda (7.10) si è tolta la soddisfazione di battere l’olandese Dafne Schippers (7.19) e la tedesca Rebekka Haase (7.23).

 

 

 

 

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Foto: Herbert Kratky Shutterstock.com

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