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Basket, Mondiali 2019: i possibili convocati dell’Italia. Squadra stravolta, tornano Gallinari, Belinelli, Datome e Melli?
21 e 13. Non sono numeri a caso (anche se, volendo, al lotto si possono tranquillamente giocare), ma gli anni passati da due ultime volte. Nel 1998 l’Italia è arrivata per l’ultima volta ai Mondiali tramite un sistema di qualificazione (che, all’epoca, erano gli Europei del 1997, in cui gli azzurri furono d’argento), mentre nel 2006 la FIBA elargì una wild card grazie alla quale il nostro Paese fu rappresentato in Giappone: rimase l’ultima occasione, fino ad oggi, in cui l’azzurro tornò a risplendere in chiave iridata, pur se l’avventura finì agli ottavi di finale in una partita chiusa in modo quasi inspiegabile contro la Lituania.
Tra pochi mesi si tornerà ancora ad Oriente, in Cina, nella prima competizione iridata a 32 squadre della storia della pallacanestro. Il periodo di inizio settembre, con ogni probabilità, vedrà il ritorno di tutti quei giocatori che, per gli impegni in NBA o per l’insensata guerra Eurolega-FIBA, hanno dovuto dare un gran numero di forfait. Se non succederà nulla di particolare in questi mesi, dunque, l’Italia riavrà i suoi cinque big per lungo tempo inutilizzati in azzurro: Marco Belinelli, Danilo Gallinari, Gigi Datome, Nicolò Melli e Daniel Hackett. Di questi, l’unico ad aver già una spedizione Mondiale alle spalle è il giocatore dei San Antonio Spurs (che, però, non è l’unico ancora in attività di quella squadra: Gigli, Garri e Mancinelli giocano ancora in A2, Di Bella in B e Michelori in C). Gli altri, per una questione anagrafica, non hanno mai potuto assaporare il brivido della competizione iridata, complici un’annata nera dell’Italia (2009) e le sconfitte che, negli Europei 2013, pregiudicarono la possibilità di andare in Spagna a lottare contro il meglio dei cinque continenti.
Assunto il ritorno dei due NBA, della coppia del Fenerbahce e del play del CSKA Mosca, all’elenco delle certezze assolute in fase di convocazione si possono aggiungere Pietro Aradori, Alessandro Gentile e Paul Biligha. In particolare, Aradori ha dalla sua un lungo curriculum di esperienze in squadre di Eurolega e all’estero, che gli hanno permesso di costruirsi un solido bagaglio che sfrutta ancora oggi che è un faro della Virtus Bologna. Per quel che riguarda Gentile, sta lentamente cercando, per sua stessa ammissione, di tornare a divertirsi: l’Estudiantes gli sta dando una mano in questo senso, e sarebbe un bene ritrovare il giocatore che più di altri è finito sotto accusa per la mancata qualificazione olimpica del 2016. Se la fine del tunnel è vicina, si tratta di un’aggiunta di grande peso. Biligha, invece, è quasi l’unico centro di ruolo in Italia: il ventottenne nato a Perugia sarà inevitabilmente chiamato a ricoprire il ruolo nel quale, da anni, gli azzurri hanno un problema di scarsa abbondanza, tant’è vero che in alcune occasioni si è pescato dall’A2 (Amedeo Tessitori).
La quota destinata al giocatore naturalizzato sembra chiaramente attribuibile a Jeff Brooks (che, perlomeno, il passaporto italiano se l’è guadagnato per matrimonio d’amore, caso ben diverso rispetto a tanti altri stranieri di altre selezioni nazionali). Il giocatore di Milano rappresenta un indubbio vantaggio vicino a canestro, potendo dar respiro sia a Melli che a Biligha nel ruolo di 5 e avendo, in più, l’opportunità di creare delle situazioni di vantaggio con la sua atipicità, qualora venisse impiegato da centro.
A certezze finite, arrivano i dubbi: chi portare come decimo, undicesimo e dodicesimo? Si parte dal ruolo di play: è chiaro che, dietro a Hackett, qualcuno dev’esserci. Diverse opzioni in tal senso: Luca Vitali, Andrea Cinciarini o entrambi. Tutto dipenderà da quel che vuole coach Meo Sacchetti nello spot di 1, che nel basket moderno assume un ruolo forse ancor più cruciale che nel passato. Nel caso in cui il ct azzurro portasse uno solo dei due, si aprirebbero infinite possibilità negli altri ruoli: in particolare, potrebbero aspirare alla convocazione sia Amedeo Della Valle che Awudu Abass, entrambi ottimi protagonisti in campionato, con un possibile inserimento di Riccardo Moraschini o Stefano Tonut. Più complicata la gestione dell’ultimo posto tra i lunghi, con diverse opzioni possibili per Sacchetti, che potrà scegliere tra Davide Pascolo, Achille Polonara e suo figlio Brian, tre giocatori completamente diversi, ma ognuno con una propria caratteristica in grado di giustificare pienamente la convocazione (questo, chiaramente, senza escludere altre opzioni).
Vediamo, dunque, come potrebbe essere composta la spedizione azzurra in Cina:
PLAY – Daniel Hackett, Luca Vitali, Andrea Cinciarini (Ariel Filloy)
GUARDIA – Marco Belinelli, Pietro Aradori, Alessandro Gentile (Amedeo Della Valle, Riccardo Moraschini, Stefano Tonut)
ALA PICCOLA – Danilo Gallinari, Gigi Datome (Awudu Abass)
ALA GRANDE – Jeff Brooks, Brian Sacchetti (Davide Pascolo, Achille Polonara)
CENTRO – Nicolò Melli, Paul Biligha
Va fatta un’annotazione: Melli non è un centro di ruolo, ma un’ala grande che, in questo schema, subisce un riadattamento in funzione del probabile ruolo che ricoprirebbe. Non va dimenticato, infatti, proprio questo fattore: la duttilità di molti giocatori, che potrebbero occupare (per più o meno minuti) ruoli diversi dai propri.
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federico.rossini@oasport.it
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Credit: Ciamillo