Biathlon, Coppa del Mondo Canmore 2019: Norvegia favorita per trionfare nella staffetta maschile del gelo, Italia per stupire

Il quesito è il seguente: si gareggerà o non si gareggerà a Canmore (Canada), sede di questa gelida tappa di Coppa del Mondo di biathlon? La domanda sorge spontanea, per citare un’espressione caratteristica di Antonio Lubrano mai tanto adatta al caso trattato. Sì perché nella cittadina dell’Alberta, a 81 chilometri a ovest di Calgary, fa veramente freddo. Le previsioni parlano di range di temperatura dai -22°C ai -28°C. Condizioni oltre il limite.

In attesa di conferme e di quelle che saranno le indicazioni della colonnina di mercurio, presentiamo questa staffetta maschile anticipata rispetto al programma originale proprio per le bizze meteorologiche canadesi. Appare scontato, quasi banale, pensare che la Norvegia di Johannes Boe possa far propria questa gara. Gli scandinavi ieri nella “short” individuale hanno dato una lezione a tutti da questo punto di vista. In primis il maestro Johannes,

25 anni, 267 giorni e non sentirli. La maturità con cui ha gareggiato, totalizzando lo zero al poligono e asfaltando tutti sugli sci stretti, è degno di lode. Le statistiche vengono in soccorso di questa considerazione: vittoria numero 34 nelle gare di alto livello, successo individuale numero 12 in stagione e coperto il buco alla voce “trionfi” nell’unico format mancante dell’annata, ricordando il passaggio a vuoto a Pokljuka (Slovenia). Ebbene, in scia al mostruoso Boe anche la compagine scandinava ha fatto vedere di esserci. La presenza norvegese nella prova di ieri ha visto anche un Vetle Sjåstad Christiansen (2°) e un Lars Helge Birkeland (4°) che continua a “litigare” con la top-3 anche per un pizzico di sfortuna. L’unico a non partecipare alla festa della Norvegia è stato Erlend Bjøntegaard (16°) ma, ricordando ad esempio il secondo posto nella sprint di Anterselva (Italia), non è che parliamo di un sprovveduto. Pertanto la via che porta al bis, dopo quanto accaduto a Ruhpolding (Germania) in una Classica Monumento del biathlon, non è così impervia.

Sembra che spetti alla Francia e alla Germania il ruolo di sbaragliare l’armata scandinava. I francesi, pur privi del loro asso Martin Fourcade (già proiettato ai prossimi Mondiali in Svezia), hanno comunque una squadra di tutto rispetto. Forse ieri ci si aspettava qualcosa di meglio da Quentin Fillon Maillet, vincitore della mass start ad Anterselva, e da Antonin Guigonnat. Tuttavia il settimo posto di Simon Fourcade dimostra come la profondità della compagine transalpina sia particolarmente ampia e se gli ingranaggi dovessero girare tutti per il verso giusto allora ci sarebbe spettacolo. In casa tedesca, priva del riferimento Simon Schempp, le fiches sono per Erik Lesser e per Arnd Peiffer, i più quotati del quartetto.

E l’Italia? Sarà che forse Canmore ispira sempre qualcosa a Dominik Windisch, ma il quinto posto di ieri non troppo distante dal podio è stata una bella risposta del bronzo olimpico della sprint. Si è rivisto il Windisch versione diesel ma anche più regolare al poligono, in lizza per posizioni nobili. Una prova di insieme dove merita menzione anche il posizionamento di Thomas Bormolini (22°) e dove invece Lukas Hofer, con 2 errori al primo poligono e un problema tecnico nel secondo, ha un po’ accusato (21°). Ma la staffetta è un’altra storia ed inserito in ultima frazione potrebbe riservare sorprese.

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Foto: Federico Angiolini