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Ciclismo, Davide Ballerini: “Sogno la Roubaix, mi metterò alla prova in Belgio. Amo le corse dure”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Dopo due stagioni nella categoria Professional, Davide Ballerini, a soli 24 anni, è pronto a dare un forte segnale di crescita tra le fila del Team Astana, che ha ingaggiato il giovane canturino per due anni. Un passaggio significativo per Davide, un ragazzo come tanti, con grandi sogni, obiettivi; ma al contempo, consapevole degli insegnamenti che deve ancora trarre dai big del gruppo. Sarà poi la strada a tracciare il suo destino.

Qual è stato il cambiamento più significativo del tuo passaggio da una squadra Professional ad una World Tour?

“La cosa che mi è rimasta più impressa sin dall’inizio è stata l’organizzazione. Senza nulla togliere all’Androni, ovviamente. Ma in Astana ci sono molti più corridori, e quindi ci vuole un impegno maggiore. E posso dire che sotto questo punto di vista sono rimasto veramente impressionato; soprattutto da tutta la gente che ci lavora”.

E sotto il punto di vista della preparazione?

“Siamo seguiti in base a diversi gruppi. Ognuno di noi ha un preparatore, che ci viene affidato dalla squadra. Parlando degli allenamenti non c’è stato un vero e proprio cambiamento”.

Il rapporto con i tuoi nuovi compagni.

“Direi ottimo; mi trovo davvero bene. Non me lo aspettavo, anche perché ovviamente, sono cambiati tutti i compagni; e poi non conoscevo bene i ragazzi dell’Astana, a parte gli italiani, ma solamente di vista. Anche in ritiro a Calpe ci siamo ben “amalgamati” tutti assieme. Sono rimasto davvero contento di questo”.

Anche se siamo solamente ad inizio stagione e sei appena arrivato in Astana, è già stato definito un tuo possibile ruolo all’interno della squadra?

“Quello a cui puntavo, e che mi interessava particolarmente, era la possibilità di fare qualche gara in Belgio. E sono davvero contento del fatto che mi daranno la possibilità di disputarle. Anche perché, parlando con i direttori sportivi, mi hanno detto che non c’è un vero e proprio capitano per il Belgio. Sicuramente, per le prime volte, parteciperò a queste corse senza sapere come andranno a finire, però incominciamo in un certo modo a tastare il terreno”.

Al Tour dell’Oman sei riuscito a centrare un terzo posto quasi inaspettato.

“Siamo andati in Oman con l’obiettivo di riconfermare la vittoria di Lutsenko, e alla fine l’abbiamo centrata in pieno. Sapevo che l’ultima tappa aveva un percorso adatto a me, quindi mi sono concentrato molto su quel giorno. Non ero affatto consapevole della mia condizione, perché nei primi giorni ho fatto molta fatica, però alla fine abbiamo lavorato molto bene ed è arrivato questo mezzo risultato. Sono contento, soprattutto perché non sono un vero e proprio velocista”.

Anche se è stato solamente un piccolo segnale, com’è stato giudicato dai direttori? Può essere uno stimolo per tentare in qualche altra volata?

“Certo, anche perché parlando con i direttori nel ritiro di Calpe, mi avevano detto che un vero e proprio velocista non ci sarebbe stato, quindi potevo giocare le mie carte. Diciamo che non si sa ancora come gestire la cosa. Per quanto mi riguarda so perfettamente di non essere un sprinter puro, posso tentare nelle volate a ranghi ristretti. Nelle volate di gruppo è già molto più difficile. Però possiamo continuare a provare per poi vedere cosa riesco a fare”.

Ora come ora, ti sei già prefissato qualche obiettivo stagionale?

“Principalmente no, ne sono consapevole al 100%. Anche se posso dire che andrò in Belgio con una buona mentalità, perché ho tanta voglia di confrontarmi e vedere fin dove riesco ad arrivare. Poi vedremo. Da lì sicuramente punterò tanto su queste corse”.

Sei molto veloce e resistente anche su percorsi più impegnativi: quali posso essere le Classiche più adatte alle tue caratteristiche?

“A dire la verità, non ne ho proprio idea. Più che altro perché non le conosco ancora molto bene. Non vorrei sbilanciarmi troppo. Magari una corsa che sulla carta non risulta così tanto dura, ma può cambiare completamente durante la gara, per poi rivelarsi davvero complicata. Dipende da come viene affrontata dal gruppo e dalla mia condizione. Per riuscire a dire la mia, la corsa deve farsi bella pesante. Poi magari non ne esce niente di buono, però di sicuro sono più propenso per questo tipo di gare”.

A questo punto, c’è una vera e propria Classica dei tuoi sogni?

“Tra i miei sogni c’è la Parigi-Roubaix. Ma anche questa è una gara molto soggettiva: devi sperare nel giorno giusto per andare forte, devi trovarti a tuo agio sul pavé, che è molto diverso da quello del Fiandre, per esempio. Vediamo, perché alla fine si può sognare, no? Quindi non è mai detta l’ultima parola”.

Quindi da quale corsa del Belgio comincerai questa tua nuova avventura con le Classiche?

“Inizierò questo sabato con la Omloop Het Nieuwsblad e domenica con la Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Dopodiché tornerò in Italia per la Strade Bianche, la Tirreno-Adriatico e la Milano-Sanremo. Poi farò le altre corse del Belgio fino alla Parigi-Roubaix”.

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@lisa_guadagnini

Foto: comunicato stampa Astana Pro Team

 

 

 

 

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