Ciclismo

Claudia Cretti torna in gara: “La mia nuova vita nel paraciclismo, sogno Tokyo 2020. Zanardi mi ha ispirato”

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Claudia Cretti è pronta per tornare in gara, la bergamasca sta per incominciare la sua seconda vita sportiva dopo l’incidente subito al Giro Rosa 2017: in occasione della settima tappa, da Isernia a Baronissi, perse il controllo della sua bicicletta a oltre 90 km/h e rischiò seriamente di non farcela, la bergamasca rimase in coma per tre settimane e venne operata alla testa per due volte. La 22enne si rimetterà il dorsale sulla schiena e lo farà nelle gare di paraciclismo come ha dichiarato in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Il nuovo team di Claudia si chiama “Born to win”, una squadra marchigiana con cui l’atleta ha iniziato ad allenarsi (ieri qualche chilometro da Costa Volpino a Darfo Boario).

La lombarda racconta di come sia nato il progetto paraciclismo: “Tutto è iniziato prima che me ne rendessi conto. Già nel 2017, durante la riabilitazione nella palestra Perform di Bergamo: ho incontrato i giocatori dell’Atalanta e il mio idolo Papu Gomez, ho respirato di nuovo aria di sport e ho pensato di tornare a gareggiare. Il sogno ha preso realtà grazie a tante persone che mi seguono: l’avvocato Cesare di Cintio di Def Sport Legal, l’agenzia Top Player ed Edoardo Scioscia di Libraccio. Il presidente di Born to win, Roberto Baldoni, si è dimostrato subito felice di avermi in squadra. Con questa maglia farò il calendario di paraciclismo e poi andrò a tifare per le compagne nelle gare élite“.

Claudia parla del suo futuro agonistico: “In ottobre ho ottenuto l’abilitazione per la categoria C5, quella per handicap meno gravi. Le gare iniziano ad aprile e potrò correre in Italia, in attesa della valutazione della commissione internazionale. Ora si tratta di tornare ad allenarsi seriamente per farsi trovare pronti. Amo la pianura e le volate. Sogno di fare bene per entrare in Nazionale, correre la Coppa del Mondo e nel 2020 andare a Tokyo. Non solo per mangiare il sushi, c’è un appuntamento a cinque cerchi“.

C’è una persona che l’ha ispirata particolarmente: “La forza e l’esempio di Alex Zanardi. L’ho conosciuto al Giro d’Onore della Federazione nel 2015 e in quest’ultimo anno ho pensato spesso a quello che mi ha trasmesso. Mi piacerebbe incontrarlo di nuovo. Poi ho assistito in estate ai Tricolori paralimpici di Darfo Boario: l’ambiente mi è piaciuto da subito e ne ho parlato spesso col CT Mario Valentini“. La vita della velocista è ovviamente cambiata a quasi due anni dall’incidente: “Ho ripreso a frequentare l’UniSport di Trento, facoltà di lingue. Sono anche riuscita a dare un esame dopo tanto tempo. Vivo in uno studentato con altri ragazzi, sportivi e non. Faccio la spesa, cucino, cerco di essere autonoma in tutto, pure nei trasporti. Ho ottenuto di poter guidare di nuovo la macchina. Da qualche tempo c’è anche una nuova persona nella mia vita“.

 

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Foto: Lapresse

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