Formula 1

F1, si avvicinano i Test ed il Mondiale 2019: Ferrari, le cinque risposte per dare l’assalto alla Mercedes

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Nel Circus della F1 il 2018 che si è chiuso ha sorriso ancora una volta ai colori della Mercedes. La Stella a tre punte ha suggellato il proprio dominio con i due titoli iridati (piloti e costruttori) arrivando a quota cinque con Lewis Hamilton. Il britannico ha rasentato la perfezione nell’annata scorsa e meritatamente ha raggiunto un mito come l’argentino Juan Manuel Fangio nella graduatoria dei piloti con più Mondiali in bacheca (cinque).

La Ferrari deve leccarsi le ferite e ripartire da quest’ennesima delusione per non ripetere gli stessi errori. Sia il team che il leader designato in pista Sebastian Vettel hanno qualcosa da farsi perdonare e lo spirito di rivalsa, come detto, deve essere ulteriore “benzina” per la Rossa. Siamo nella pausa invernale e tutte le squadre sono a lavoro per definire i progetti delle nuove monoposto che saranno diverse rispetto a quelle del campionato concluso nel 2018. Le modifiche imposte dal regolamento riguarderanno soprattutto l’aerodinamica per favorire, sulla carta, i sorpassi. Va da sé che l’incidenza del carico potrebbe essere inferiore. Ecco che i tecnici dovranno essere assai intelligenti e lungimiranti nel riuscire a trovare il giusto equilibrio, realizzando una vettura che non soffra appunto di instabilità. I test a Barcellona (Spagna) e l’inizio del Mondiale 2019 in Australia si avvicinano e i punti interrogativi che meritano risposta non sono pochi per quanto riguarda i ferraristi.

1 Mattia Binotto riuscirà a fare il factotum?

Il nuovo ruolo di Mattia Binotto e l’uscita di scena di Maurizio Arrivabene sono stati i motivi di questa rivoluzione in Ferrari, figlia delle mancate vittorie passate e di un desiderio da parte della proprietà di dare discontinuità. Un ruolo complicato quello di Binotto, impegnato sia nell’area gestionale sportiva che in quella tecnica. Ecco che la risposta da dare sarà proprio sull’efficienza in più ambiti. Non è un caso che il Cavallino Rampante stia pensando di affiancargli una figura nella produzione in fabbrica, tale da poter de-responsabilizzare in qualche modo il tecnico italo-svizzero.

2 Charles Leclerc sarà subito competitivo?

L’altra novità del 2019 è senza ombra di dubbio il pilota monegasco. Il suo arrivo porta a chiedersi se Charles sarà veramente pronto per vincere fin da subito. Tanti, anche tra gli addetti ai lavori, scommettono su di lui. Di sicuro il talento non gli manca e lo ha dimostrato nel suo primo anno in F1. Tuttavia essere al volante della monoposto più prestigiosa del Circus è tutta un’altra cosa, anche sotto il profilo della tensione. Pertanto il nodo della questione riguarda come e quanto Leclerc saprà assorbire le criticità del background ed affrontare con determinazione il Mondiale 2019.

3 Sebastian Vettel saprà reagire da campione?

Il 2018 è stato quello degli errori e dall’amarezza. Il leader designato per riportare l’iride sotto l’insegna del Cavallino Rampante ha deluso, non essendo all’altezza dei rivali nei momenti difficili. E’ evidente che da un quattro volte campione del mondo ci si aspetta altro. Di conseguenza la stagione che sta per cominciare dovrà essere quella della rivalsa per Vettel. I tanti cambiamenti interni al team potranno mettere a dura prova la sua resa ed ecco che il teutonico è chiamato in pista a dare quelle risposte che tecnici e tifosi vogliono da lui per interrompere il digiuno. E’ ovvio che molto dipenderà anche dalle qualità della nuova macchina, che sarà presentata il 15 febbraio, ma nello stesso tempo Seb dovrà servirsi di quella freddezza, funzionale al raggiungimento del traguardo.

4 La gestione interna dei piloti sarà un problema?

Se lo chiedono in tanti: il confronto Vettel-Leclerc sarà un problema? La storia insegna che due galli nello stesso pollaio hanno sempre fatto più danni che bene ma nello stesso tempo poter contare su due piloti veloci può dare indicazioni utili ai tecnici per uno sviluppo più rapido della macchina. Aspetti non trascurabili, noti a Binotto e a soci. In passato la struttura era sempre stata decisamente gerarchizzata, pensando al periodo di Michael Schumacher. Una concezione, se vogliamo, sposata anche dalla Mercedes nella quale l’impronta di Hamilton è chiaramente prioritaria rispetto a quella del finnico Valtteri Bottas. Di conseguenza, bisognerà capire in che modo il lavoro in pista e fuori della nuova coppia Rossa saprà dare dei benefici alla scuderia.

5 Lo sviluppo della monoposto sarà lineare fino alla fine?

L’ultimo punto che merita un approfondimento, forse, è il più importante: lo sviluppo della monoposto. Negli anni scorsi la Ferrari ha spesso fatto fatica ad avere una macchina che sapesse essere prestazionale fino in fondo. Alcuni hanno parlato di “autunno nero”, altri hanno preso spunto da titoli di alcune canzoni. Non cambia però la sostanza di una problematica costata cara nella lotta iridata. Due stagioni fa fu l’affidabilità a difettare mentre nel 2018 la velocità del pacchetto, nel suo complesso, venne a mancare a differenza delle Frecce d’Argento. Per questo la guida di Binotto sarà ancor più determinante per dare ai tecnici chiarezza di idee nel programma da seguire, dovendo contare su una monoposto capace di assorbire i cambiamenti e sfruttarli a proprio vantaggio.

 

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