Formula 1

F1, Test Barcellona 2019: la Ferrari a caccia di conferme, la Mercedes inizia a scoprire le carte

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Da domani si ricomincia: seconda ed ultima serie dei test collettivi di Formula Uno a Barcellona (Spagna). Dal 26 febbraio al 1° marzo il circuito del Montmeló darà modo ai team di testare il proprio materiale in vista dell’esordio iridato previsto il 17 marzo a Melbourne (Australia), nell’abituale scenario dell’Albert Park.

Si riparte dalla Ferrari. Promossa a pieni voti la scuderia di Maranello: 598 giri e 2783 km percorsi. Una SF90 veloce e consistente che ha permesso al tedesco Sebastian Vettel e al monegasco Charles Leclerc di completare il programma di lavoro senza intoppi. La Rossa, a differenza delle altre macchine in pista, ha lavorato per lo più sulle mescole C2 e C3, volendo verificare aspetti relativi al degrado e ai consumi. Le risposte della nuova nata sotto l’insegna del Cavallino Rampante sono state estremamente positive. A detta dei piloti, infatti, la Ferrari è parsa fin da subito affidabile e facile da guidare. Pertanto, da una base così solida, ci sono possibilità per portare avanti un programma di sviluppo altamente qualitativo.

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Uno degli aspetti che ha più colpito gli appassionati e anche i concorrenti è l’uso di un’ala anteriore particolare. Come è noto, le nuove norme regolamentari, pensate per facilitare i sorpassi in pista, hanno portato ad una semplificazione di alcuni componenti. In particolare, la costruzione del componente citato, privo di tutti i flap destinati a gestire nel miglior modo possibile il flusso turbolento generato dalle ruote. In Ferrari si è pensato, quindi di recuperare “il carico aerodinamico perso” attraverso un’ala dotata di profili che vanno ad abbassarsi progressivamente in prossimità della paratia verticale. Una struttura così escogitata per proporre il cosiddetto “effetto outwash: incanalare l’aria in modo che il flusso sia indirizzato all’esterno degli pneumatici. Lo scopo è quello di diminuire la resistenza all’avanzamento e quindi avere una miglior risposta della macchina in termini aerodinamici. Il cronometro sembrerebbe aver dato ragione al Cavallino e, a partire da questo concetto, i tecnici lavoreranno per apportare ulteriori migliorie al pacchetto.

Di sicuro vedremo un’altra Mercedes. La scuderia di Brackley nei primi quattro giorni di prove si è verosimilmente esibita con una monoposto laboratorio il cui scopo era sondare l’affidabilità. I 610 giri coperti, pari a 2.840 km, dicono chiaramente che la W10 ha risposto presente. Le dichiarazioni del Team Principal Toto Wolff su una Rossa in vantaggio di mezzo secondo sono attendibili fino ad un certo punto. Di fatto le Frecce d’Argento nella prima finestra catalana si sono presentate con una vettura “tradizionale”. Per questo, come confermato anche dai diretti interessati, vedremo una macchina con degli update importanti.

I problemi di bilanciamento denunciati soprattutto dal finlandese Valtteri Bottas andranno valutati alla prova dei fatti da domani. Lo scopo degli ingegneri della Mercedes sarà quello di dare maggior stabilità sul retrotreno e, stando ad alcune indiscrezioni, delle soluzioni già sarebbero pronte all’uso. Come rivela it.motorsport.com, l’adozione di un sistema “sterzante” per le ruote posteriori potrebbe essere solo una delle possibili idee. Dunque, quel che ci aspetta dovrebbe dare un quadro più preciso della situazione.

Da non sottovalutare Red Bull ed Alfa Romeo Racing. La monoposto di Milton Keynes era quella, tra i top team, con le maggiori incognite vista la nuova partnership con Honda. Ebbene, il propulsore giapponese ha risposto piuttosto bene alle sollecitazioni, dimostrandosi veloce ed affidabile. Contrariamente al passato, infatti, non vi sono stati contrattempi e l’olandese Max Verstappen e il francese Pierre Gasly, un po’ come fatto dalla Ferrari, hanno ultimato il loro programma senza ritardi particolari, avendo risposte confortanti soprattutto dal punto di vista della costanza. Nel frangente la RB15 è parsa la macchina che meglio riesce a gestire gli pneumatici Pirelli.

Guardando alla Casa del “Biscione”, il team nato dalla fusione tra l’azienda nostrana e la Sauber ha fatto vedere in pista che il nuovo progetto ha ottime fondamenta. La C38 sembra una macchina nata bene. Sia il finlandese Kimi Raikkonen che il nostro Antonio Giovinazzi sono riusciti ad inanellare un gran numero di giri (507), evidenziando anche un’ottima velocità. La soluzione dell’alettone anteriore “outwash” (lo stesso impiegato dalla Ferrari) pare funzionare e, nella lotta tra le squadre che si contendono il posto alle spalle delle tre grandi, la candidatura del team italo-svizzero è decisamente solida.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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