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Golf, WGC-Mexico Championship 2019: Dustin Johnson in trionfo davanti a Rory McIlroy. Buon 17° Francesco Molinari

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Finisce con il trionfo di Dustin Johnson il WGC-Mexico Championship 2019. Il trentaquattrenne nato a Columbia (South Carolina) ha letteralmente dominato la scena, concludendo i quattro giri sul par 71 del Chapultepec Golf Club di Città del Messico in -21, che tradotto in colpi significa 263 (64 67 66 66). Per Johnson si tratta del sesto trionfo in un torneo del WGC: sarebbe record, se non esistesse un signore di nome Tiger Woods che di questi eventi ne ha vinti 18. Il suo è il terzo trionfo in questo torneo, dopo quelli del 2015 (quando ancora si chiamava WGC-Cadillac Championship) e del 2017. Non diventerà numero uno del mondo per una questione di millesimi di punto, ma potrebbe superare Justin Rose tra sette giorni.

Nulla da fare per Rory McIlroy: il nordirlandese deve accontentarsi della seconda posizione con -16, nonostante un buon -4 di giornata: gli resta comunque in mano un ottimo torneo, che ne conferma il buono stato di forma. Al terzo posto (-11) ci finiscono in tre: il thailandese Kiradech Aphibarnrat e il duo inglese Paul Casey-Ian Poulter, con quest’ultimo che conferma l’eccellente inizio di 2019. Da sottolineare la prestazione di Casey, in grado di rimontare con un -6 di giornata.

Arrivano in sesta posizione, tutti a -10, tre dei quattro che ieri erano terzi: l’americano Patrick Cantlay, lo spagnolo Sergio Garcia e l’australiano Cameron Smith, autori di un giro un colpo sotto il par. Il migliore dell’ultima giornata, però, è Justin Thomas, capace di acchiappare per i capelli un posto nei primi dieci, il nono, con uno spettacolare -9 odierno. In decima posizione, invece, chiude il trio americano formato da Tiger Woods, Keegan Bradley e David Lipsky in coabitazione con l’olandese Joost Luiten.

Buon risultato per Francesco Molinari, al rientro dopo sei settimane di stop: il torinese finisce il torneo al 17° posto con -6, dopo un giro percorso in 70 colpi. Il Champion Golfer of the Year del 2018, dopo l’influenza che ne ha ritardato il ritorno sui green, riesce dunque a trovare un risultato di livello in proiezione dei futuri impegni: del resto, nessuno, fortunatamente, pretendeva un successo in un torneo con 48 dei primi 50 del mondo presenti (e uno dei due assenti era il numero uno, Rose).

 

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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