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Credit: Ciamillo
Dopo giorni di avvicinamento e di crescente attesa, il momento è finalmente arrivato: questa sera alle ore 20.15 presso la Enerxenia Arena di Masnago (VA) la Nazionale italiana di basket scenderà in campo per la fondamentale sfida contro l’Ungheria. In palio per gli azzurri una storica qualificazione al Mondiale 2019. Gli uomini allenati da Meo Sacchetti dovranno scendere in campo con la mentalità vincente che li ha contraddistinti sino ad ora in questo percorso, nonostante le tante assenze, e lottare su ogni possesso per la vittoria. Bastano infatti due punti alla squadra azzurra per conquistare la certezza della partecipazione alla prossima rassegna iridata, traguardo che l’Italia non raggiunge attraverso la qualificazione dal lontano 1998.
La sfida con l’Ungheria si annuncia particolarmente complicata vista l’importanza della posta in palio. La formazione magiara ha diversi elementi validi per mettere in difficoltà l’Italia e le chiavi tattiche dell’incontro dovranno essere ben chiare nelle intenzioni degli azzurri per centrare il successo. Si è molto discusso nei giorni precedenti la partita sulla scelta di Meo Sacchetti di convocare in gruppo un unico centro di ruolo, ovvero Paul Biligha. Il tecnico azzurro, reduce dalla strepitosa vittoria della Coppa Italia con Cremona, potrà però sfruttare l’apporto nel ruolo di due interpreti di assoluto valore come Jeff Brooks e Davide Pascolo, abituati a svolgere il compito anche nelle rispettive formazioni (anche se il giocatore di Milano è stato impegnato ieri in Eurolega e potrà dare verosimilmente un apporto limitato). L’Italia immaginata dal CT sarà in grado di compensare la mancanza di centimetri con dinamismo e mobilità sotto canestro e aggiungerà alla fisicità una buona dose di imprevedibilità tattica.
La scelta di Sacchetti è sicuramente ponderata anche alla luce degli avversari. L’Ungheria ha infatti caratteristiche abbastanza simili agli azzurri: le percentuali del tiro da due sono inferiori a quelle italiane, già non eccezionali rispetto alle altre squadre che partecipano alle qualificazioni (45.9% contro 48.2%), e anche a rimbalzo la formazione magiara non si è dimostrata sino ad ora particolarmente temibile. Il punto di forza della squadra allenata dal montenegrino di nascita Stojan Ivkovic è senza dubbio l’incisività nel tiro da tre punti: la percentuale dei magiari nelle conclusioni dalla lunga distanza è infatti di poco inferiore a quella dell’Italia, quinta miglior squadra delle qualificazioni (37.6% contro 36.2%).
Un altro aspetto molto pericoloso del gioco dei prossimi avversari degli azzurri è l’aggressività della difesa: già nella gara di andata, vinta dall’Italia per 63-69, l’intensità dei magiari nella propria metà campo aveva messo in grandissima difficoltà l’attacco di Sacchetti. L’elevato numero di falli commessi sino ad ora dall’Ungheria, sintomo dell’attitudine difensiva, potrebbe diventare però un elemento favorevole agli azzurri. Un ultimo fattore determinante per le sorti dell’incontro sarà il rendimento di David Vojvoda, vera stella della compagine magiara e protagonista all’andata, intorno al quale dovrà essere pianificata una debita organizzazione difensiva.
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roberto.pozzi@oasport.it