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MotoGP, Test Losail 2019: Maverick Vinales e la Yamaha dominano la scena, Valentino Rossi e Lorenzo in ripresa, Ducati in versione long run

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Ci eravamo lasciati in Malesia con quattro Ducati nei primi quattro posti. Senza ombra di dubbio era difficile pensare che una situazione simile si potesse replicare nell’ultima giornata di test a Losail (Qatar) con le Yamaha. La moto di Iwata ha stupito e si è vista rappresentata da quattro centauri nelle prime sei posizioni. Un dato che parla chiaro sul feeling della M1 sul tracciato qatariano. Del resto, dei miglioramenti si erano notati e quanto visto quest’oggi suona come una decisa conferma.

Giusto partire da Maverick Vinales. Il “Top Gun” del Motomondiale è tornato a far paura e la sua moto è parsa avere i connotati di una aereo da combattimento. Lui non ha bisogno però dell’aiuto di “Goose” per orientarsi sulla pista. Sa benissimo come sfruttare al meglio le traiettorie e il crono di 1’54″208 (miglior tempo assoluto della tre-giorni) lo sta a testimoniare. Non solo grande riscontro sul giro secco ma anche un passo gara invidiabile da 1’55″basso. In buona sostanza si può sorridere nel box del pilota iberico.

Il buon umore però è contagioso ad Iwata e riguarda anche il Team Petronas SRT. Chi mai avrebbe potuto solo pensare che il rookie Fabio Quartararo potesse occupare la seconda casella al termine di queste prove (1’54″441)? Ben pochi. Un po’ come fatto da Francesco “Pecco” Bagnaia in Malesia, così il francese ha sciorinato tanta sicurezza in sella ad una moto che ancora non conosce a pieno, stupendo soprattutto per la guida aggressiva. Un risultato davvero sorprendente.

Tuttavia anche chi di esperienza ne ha decisamente in più di Fabio ha di che essere soddisfatto. Ci si riferisce al “Dottore”. Il quarto crono odierno (1’54″651) è un segnale chiaro di ripresa. Dopo i dubbi e le perplessità dei giorni precedenti, un po’ di serenità. E’ chiaro che non basta un tempo di buona fattura a cambiare le carte in tavola però un po’ di positività non ha mai fatto male a nessuno, neanche a Valentino Rossi. Lo stesso sentimento provato anche da Franco Morbidelli, a un tiro di schioppo dal proprio maestro e sempre più convinto del fatto suo sulla M1, messosi alle spalle la sofferta esperienza dell’anno scorso (1’54″660, sesto).

Anche in Honda non va affatto male. Marc Marquez e Jorge Lorenzo hanno completato il loro programma, ottenendo il terzo e quinto tempo e ci sono tanti aspetti per cui essere confortati. La nuova carena provata soprattutto da Marc ha dato le risposte sperate e le condizioni della spalla del campione del mondo migliorano giorno dopo giorno. Lo stesso discorso vale per Lorenzo che, dopo alcune criticità nella posizione in sella, pare aver trovato la quadra anche perché il suo polso fa meno male. Pertanto il team campione del mondo può guardare con fiducia all’esordio iridato.

A chiosa, un discorso a parte lo merita la Ducati. La Rossa, dopo l’exploit di Sepang, era attesa a fare fuochi d’artificio su questo tracciato, sulla carta adattissimo alle qualità della GP19. Tuttavia il nono posto di Danilo Petrucci e il quindicesimo di Andrea Dovizioso fanno pensare che le priorità a Borgo Panigale fossero altre. Entrambi molto probabilmente si sono concentrati sulle prove di durata, senza stare troppo a guardare al cronometro. Ecco che il termometro della situazione non è essenzialmente connesso al ticchettio dell’orologio ma magari al degrado delle gomme. Una D16 che si è un po’ nascosta? Lo scopriremo il 10 marzo, quando si correrà sempre a Losail per il primo appuntamento mondiale e ne vedremo delle belle.

 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock.com

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