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Nuoto, la Fina lancia la sfida delle Champions Swim Series: che cosa sono? Una risposta alla ISL con Pellegrini, Detti e Hosszu tra i partecipanti

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Potremmo chiamarla contromossa ma di fatto quel che era parsa una via alternativa della FINA all’International Swim League (ISL), sta prendendo forma e riscuotendo più consensi di quanto ci si potesse aspettare tra i nuotatori.

Ma partiamo dall’inizio. Il magnate ucraino Konstantin Grigorishin, che aveva caldeggiato l’idea di sostenere un circuito di gare di nuoto totalmente esterno alla Federazione Internazionale (FINA), aveva lanciato la sua “Champions League” natatoria con un budget tra i 15 e i 20 milioni di dollari, dei quali un minimo di 5,3 milioni sarà riservato ai premi per gli atleti che gareggiano per una squadra della League. Si parla di una competizione che vedrà coinvolte 12 squadre, create su basi puramente commerciali, corrispondenti a città europee e statunitensi (clicca qui per saperne di più).

L’iniziativa aveva attirato l’attenzione di tutti i nuotatori di spicco, ivi compresi i nostri Gabriele Detti, Federica Pellegrini, Gregorio Paltrinieri e Fabio Scozzoli. Tuttavia la risposta della Federazione internazionale è stata quella di creare un format, nel periodo di primavera-estate, capace di ridestare dal torpore un nuoto che viveva solo di grandi eventi. E, dunque, si è partiti con le nuoveChampions Swim Series” che avranno le seguenti caratteristiche:

  • Invitati 45 uomini e 37 donne in rappresentanza di (rispettivamente) 15 e 17 nazioni: medagliati olimpici e mondiali, detentori di record del mondo, leader del ranking FINA.
  • Tre le tappe del circuito: Hangzhou (Cina) 27/28 aprile, Budapest (Ungheria) 11/12 maggio,  Indianapolis (USA) 31 maggio/1 giugno.
  • Finali dirette con quattro atleti in ogni finale.
  • Programma gare 50, 100, 200 metri di ogni stile, 400 stile libero e 200 misti.
  • Montepremi da 10.000 $ per vittoria, quindi a scalare per i piazzamenti successivi (clicca qui per il comunicato della FINA).

Le adesioni non sono mancate anche da parte di chi inizialmente avevo sposato la causa della ISL. Pellegrini, Detti e Scozzoli ci saranno e in più, come è stato precisato, il nuovo format sarà valido anche per le qualificazioni ai Mondiali 2019 a Gwangju (Corea del Sud) e ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.  Vi saranno tanti atleti internazionali di spicco: gli statunitensi Anthony Ervin, Ryan Murphy, Kathleen Baker, Kelsi Dahlia, Dana Wollmer, Lilly King, Katie Meili e Molly Hannis; i cinesi Xu Jiayu, Wang Shun, Li Bingjie, Liu Xiang (Cina); il brasiliano Joao Gomes, il kazako Dmitry Balandin, il britannico Ben Proud, l’ucraino Andriy Govorov, il sudafricano Chad Le Clos, gli ungheresi Laszlo Cseh e Kristof Milak, la danese Pernille Blume, l’olandese Ranomi Kromowidjojo, la canadese Penny Oleksiak, l’australiana Emily Seebohm e la sudcoreana Seoyeong Kim.

Un elenco che si sta arricchendo sempre più di nomi eccellenti, ivi compresa una delle più ferme oppositrici al sistema “arcaico” della FINA, ovvero l’ungherese Katinka Hosszu. L’unico a rimanere fedele al proprio credo sembrerebbe il britannico Adam Peaty mentre le presenze dell’australiana Cate Campbell e del gruppo dei russi (Kliment Kolesnikov, Julija Efimova e Vladimir Morozov) sono state confermate. A questo punto c’è da chiedersi in che modo la ISL risponderà all’offensiva della Federazione Internazionale. Di fatto tra poco più di due mesi si comincerà a nuotare e forse i colpi di scena ancora non sono finiti.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: ANDREA DELBO Shutterstock.com

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