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Sanremo 2019. La storia: dall’Ariston al successo in tutto il mondo. Quanti “campioni” della musica sono partiti da qui

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Passa da Sanremo e… conquisterai il mondo. Sono tanti i cantanti italiani che partendo dalla città dei fiori sono sbarcati con i loro dischi e successi ben oltre i confini del Bel paese, vendendo milioni di copie e facendo registrare sold out in piazze e arene d’Europa e d’oltreoceano. Anzi, si può dire che, se si eccettuano eccezioni come Tiziano Ferro e l’infinito Maestro Pavarotti, Sanremo è stato davvero l’unico lasciapassare per poi tentare, per molti con successo, la scalata a platee internazionali.

Altrettanto curioso il fatto che, molto spesso, i cantanti italiani più apprezzati e amati all’estero siano stati invece bistrattati dalla critica in Italia. Quando si dice nemo propheta in patria, insomma…
L’esempio più clamoroso ed eclatante è senza dubbio quello di Toto Cutugno. 200 milioni di dischi venduti nel mondo, di cui 100 mila soltanto con “L’Italiano” presentata a Sanremo nel 1983 (solo quinta all’Ariston), in Italia il cantante dell’orgoglio patriottico è stato talvolta addirittura dileggiato dalla critica, eppure resta l’ultimo (e unico) italiano ad aver vinto l’EuroFestival nell’ultimo mezzo secolo. Prima del suo trionfo nel 1990 a Zagabria con “Insieme: 1992”, infatti, a portare l’Italia sul gradino più alto del podio europeo era stata Gigliola Cinquetti nel preistorico 1964 con “Non ho l’età”.

Anche la Tigre di Cremona Mina, 150 milioni di copie vendute nel mondo, prima di sbarcare oltralpe era transitata da Sanremo nel ’60 e nel ’61, con tanto di celebre crisi di pianto per i modesti piazzamenti di “Io amo tu ami” e “Le mille bolle blu”, lei che era stata data come vincitrice annunciata. Andò meglio, molto meglio, almeno nella città dei fiori, per colui che poi divenne il partner artistico di Mina nel 1998 in un disco da un milione e 600 mila copie vendute: Adriano Celentano. Lui il Festival lo vinse nel 1970 con “Chi non lavora non fa l’amore”, e nel mondo per copie vendute raggiunge il traguardo tagliato anche (e solo) dal già citato Cutugno.

Gli anni ’80 lanciarono, a Sanremo prima e nel mondo poi, altri italiani diventati internazionali. Eros Ramazzotti la sua “Terra promessa” l’ha trovata in America Latina, primo a cercare fortuna proprio nei paesi sudamericani dove ancora oggi piace, vende dischi e riempie stadi. Un paio di lustri dopo la stessa fortuna nella stessa, ampia fetta di terra americo-latina l’ha cercata e trovata Laura Pausini, 70 milioni di dischi venduti e quasi tutti gli album pubblicati anche in spagnolo.

Ha puntato invece ad un mercato quasi interamente dell’est l’inossidabile (almeno così pareva…) duo Al Bano e Romina Power, che come Cotugno e Pupo, solo per citarne un paio, ancora oggi, in Russia soprattutto, spopolano e popolano (stadi e piazze). Proprio in Russia, curiosamente, Zucchero detiene un record. E’ stato il primo cantante occidentale ad esibirsi al Cremlino dopo la caduta del muro. Alla faccia degli insuccessi sanremesi…

Dulcis in fundo, c’è anche chi ha fatto il percorso inverso, e prima di conquistare Sanremo ha conquistato mezzo. E’ il trio Il Volo, che nel 2015 pronti via si è presentato al Festival e lo ha vinto con “Grande amore”, ma se in Italia in pochi conoscevano i tre tenorini, all’epoca erano già straconosciuti negli Stati Uniti, in Sud America e pure in Australia. Anche per loro insomma è sempre valida la locuzione latina nemo propheta in patria…

Claudio Bolognesi

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Foto Shutterstock

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