Musica

Sanremo 2019. La storia: le canzoni incomprese. Ultime in classifica al Festival, prime nelle vendite e nella memoria

Pubblicato

il

Succede che i giudici, chi vota da casa, anche i grandi esperti di musica, prendano una cantonata al primo ascolto e, a volte, anche al secondo o al terzo. Succede che qualche cantante o gruppi lasci Sanremo con la coda fra le gambe ma poi ci torni trionfante dopo aver venduto valanghe di dischi e aver fatto decine di concerti sold out.
La storia del Festival di Sanremo è piena di canzoni incomprese dalle giurie, di qualità o popolari, ma poi amatissime dal pubblico a partire dal giorno dopo la pubblicazione. E’ proprio il caso di usare la massima: gli ultimi saranno i primi.

CLICCA QUI PER LA DIRETTA LIVE DI SANREMO (5 FEBBRAIO) DALLE 20.35

ANCORA
Nel 1981 “Ancora” di Luciano De Crescenzo, le cui note riecheggiano da decenni nelle case degli insonni visto che è la sigla dei programmi di Gigi Marzullo, non rientra fra i migliori otto pezzi del Festival. Probabilmente è fra i tre più belli mai presentati nella storia a Sanremo.

ZUCCHERO E VASCO
Emblematica, in questo senso, è l’edizione 1982 del festival. Basta scorrere la classifica dal basso verso l’alto per leggere due nomi immensi della storia recente della musica leggera italiana: Vasco Rossi con “Vado al Massimo” e Zucchero (allora ancora Adelmo Fornaciari) con “E’ una notte che vola via”, rispettivamente ultimo e penultimo. E non contente le giurie fecero fuori al primo turno Michele Zarrillo con “Una rosa blù” in una edizione ricchissima comunque di grandi successi, fra cui la vincente “Storie di tutti i giorni” di Riccardo Fogli, l’immortale “Felicità” di Albano e Romina Power, la bellissima “Soli” di Drupi e l’indimenticabile “E non finisce mica il cielo” di Mia Martini, tanto per fare qualche nome.

ANCORA VASCO
Passa un anno e nel 1983 Vasco Rossi è recidivo. A Sanremo porta quello che sarà l’inno di generazioni e generazioni, il pezzo forte di ogni suo concerto: “Vita spericolata”. Sale di un gradino rispetto all’edizione precedente. E’ penultimo, lasciandosi alle spalle il solo Pupo con “Cieli azzurri”. Poco più su, ancora una volta, c’è Zucchero Fornaciari (20mo) con “Nuvola”. Oltre al nome cambia il suo stile: sta nascendo lo “Sugar” che tutti conosciamo ma la gente non se ne è ancora accorta.

RUGGERI E STADIO
Nel 1984 ancora fette di salame sugli occhi per la giuria che agli ultimi due posti piazza gli Stadio con “Allo stadio” e Enrico Ruggeri con “nuovo swing”. Nella seconda parte della classifica c’è anche Fiorella Mannoia con “Come si cambia”…

DONNE
Zucchero è abbonato ai flop nelle classifiche Sanremesi ma il terzo piazzamento nelle retrovie (penultimo posto nel 1985) è il trampolino di lancio verso una carriera impressionante. “Donne”, cantato con la Randy Jackson Band diventa una hit, così come “Rispetto” che dà il titolo all’Lp che scalerà le classifiche non solo italiane. E’ nata la star del blues tricolore. Nelle retrovie della classifica spuntano alcuni tra i più grandi della musica italiana che però non presentano pezzi indimenticabili: Eugenio Finardi, Ivan Graziani e il Banco del Mutuo Soccorso.

1986: QUANTE CANTONATE
“Canzoni alla radio” degli Stadio ultimo posto, “Canzone triste” di Zucchero al penultimo, “Brividi” di Rossana Casale al terz’ultimo, “Via Margutta” di Luca Barbarossa al quint’ultimo, “Rien ne va plus” di Enrico Ruggeri sest’ultimo e “Lei verrà” di Mago 14ma. Verrebbe da dire: cosa si è bevuta la giuria prima di votare? Ma la giuria è popolare perché si vota attraverso le schedine del Totip. E’ proprio il caso di dire “cavalli e ronzini”.

ROSANNA
La erre moscia più ascoltata della musica italiana: Nino Buonocore, napoletano, porta a Sanremo nel 1987 “Rosanna”, un piccolo capolavoro apprezzato anche oggi. Arriva penultimo ma si prenderà altre soddisfazioni.

ANDAMENTO LENTO
Tullio De Piscopo, percussionista napoletano, sbarca a Sanremo con il ritmo irresistibile di “Andamento lento”. Chiude al 18mo posto ma il suo sarà uno dei pezzi più venduti, ascoltati e ballati di tutto l’anno.

COSA RESTERA’
Raf è reduce dal successo mondiale di “Self control” ma ha completato una riconversione in lingua italiana che lo porterà ad essere uno dei cantautori più apprezzati dei successivi decenni. Nel 1989 canta “Cosa resterà degli anni ‘80”, riassume in quattro minuti l’intero decennio con una melodia che non può non restare in mente. Le giurie però lo piazzano solo al 15mo posto.

CHE GRUPPO
Nel 1990 si presenta nella sezione Novità un gruppo lombardo che fa rock e che comprende fra i componenti Francesco Renga e Omar Pedrini. Sono i Timoria, cantano “L’uomo che ride” e chiudono terz’ultimi. Anche qui non mancherà il riscatto.

LA CANTANTESSA
Nel 1997 Carmen Consoli presenta “Confusa e felice”: non è canzone facile al primo ascolto e infatti non supera il primo turno ma poi sarà uno dei pezzi più ascoltati e apprezzati dell’intera carriera della “cantantessa” catanese.

SALIRO’
Nel 2002 è una vera febbre quella che ammanta il pezzo presentato a Sanremo da Daniele Silvestri: “Salirò” si sente ad ogni ora e per ogni giorno per radio fino a sette mesi dopo il Festival di Sanremo dove Silvestri chiude al… 14mo posto

NEGRAMARISSIMO
Nel 2005 nessuno conosce i Negramaro che si presentano nella sezione giovani di Sanremo con “Mentre tutto scorre”. Il modo particolare di interpretare il pezzo da parte di Giuliano Sangiorgi destabilizza la giuria che elimina il pezzo al primo turno. L’indignazione tra gli esperti è massima. Poco male perché i Negramaro spiccheranno comunque il volo.

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

Foto Shutterstock

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version