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Sci Alpino
Sci alpino, Mondiali 2019: Italia sempre competitiva in tutte le gare. Tris di medaglie. Paris e Goggia conferme, che bella sorpresa il Team Event
Giorno di pausa ai Mondiali di sci alpino in corso di svolgimento ad Are ed è tempo di un primo bilancio dei risultati ottenuti dall’Italia in questa rassegna iridata, quando a mancare nel programma ormai sono solo le prove tecniche (gigante e slalom). Finora la squadra azzurra ha raccolto tre medaglie, una per ogni metallo: l’oro di Dominik Paris, l’argento di Sofia Goggia e il bronzo del Team Event.
Un altro dato sicuramente positivo è che in ogni gara disputata di questo Mondiale c’è sempre almeno un azzurro tra i primi sei della classifica finale. Un segnale di come gli sciatori italiani finora siano sempre stati molto competitivi. Non va dimenticato che ci si è messa di mezzo la sfortuna in alcuni casi, come in discesa ed in combinata maschile, dove a fare la differenza soprattutto sono state le condizioni del meteo e del manto nevoso.
Il Mondiale si è aperto benissimo con due medaglie in due giorni, entrambe in supergigante. Per soli due maledetti centesimi è sfumato il miracolo a Sofia Goggia, che si è comunque presa un argento di grandissimo valore, visto che la sua presenza ad Are è sempre stata in grande dubbio e con la bergamasca che è arrivata in Svezia con solo due gare all’attivo.
Il giorno dopo è toccato a Dominik Paris mettere un altro tassello su una stagione semplicemente eccezionale. Un oro meraviglioso, il primo della carriera per l’altoatesino che ormai si inserisce tra i più grandi (probabilmente è già il numero uno) azzurri di sempre nelle gare veloci. Una gara difficile, con partenza abbassata e quindi con tante incognite proprio come in quella femminile. Resta poi il rimpianto per il quarto posto di Christof Innerhofer, che senza un errore nella parte alta avrebbe completato una doppietta azzurra da leggenda.
Capitolo discesa ed in questo caso, soprattutto al maschile, sale la rabbia per una gara “falsata” ed “irregolare” per le differenti condizioni di visibilità con cui sono scesi i vari atleti. Purtroppo sia Paris sia Innerhofer non hanno trovato la luce migliore e alla fine il miglior risultato è stato il sesto posto di Dominik, che poteva davvero puntare alla doppietta d’oro, dimostrando la sua forza anche nella successiva discesa della combinata.
In quella femminile Sofia Goggia non è riuscita a ripetersi, al termine di una prova con troppe sbavature. Resta invece la bella prestazione di Nicol Delago, che nella sua prima discesa mondale chiude al sesto posto. Un piazzamento da cui ripartire per la gardenese, atleta che ha dimostrato di avere un’enorme potenziale ed ora serve continuare a crescere in maniera costante, anche passando per alcuni errori e passaggi a vuoto (come nelle ultime gare di Coppa). che possono solo servire a Nicol per migliorare.
Capitolo combinate. Al femminile Federica Brignone non è riuscita a prendersi una medaglia che poteva essere alla portata della valdostana, che ha pagato i pochissimi slalom fatti in questa stagione e dunque uno scarso feeling con i rapid gates. Questa è la spiegazione di un sesto posto, che lascia un po’ di amaro in bocca.
Tra gli uomini, invece, si è assistita all’ennesima brutta figura da parte della federazione e alla conferma di come questo format deve essere cancellato, anche per quasi stessa ammissione degli atleti, come ha dimostrato la forte denuncia di Dominik Paris. Prima la farsa di una discesa breve, poi uno slalom che come sempre ha premiato i primi numeri (dunque gli slalomisti) con un terreno che si è distrutto quasi subito ed un regolamento folle che permette ad un allenatore di una nazionale (quello francese) di tracciare la manche di slalom a differenza di quello che succede in discesa (federazione).
Alla fine il migliore è stato Riccardo Tonetti, che ha veramente sfiorato il podio. Sembra incredibile, ma l’azzurro deve rimpiangere la straordinaria discesa fatta al mattino. Il sedicesimo posto in velocità lo ha costretto a partire con un pettorale troppo alto in slalom e con il manto nevoso ormai molto rovinato. L’altoatesino ci ha provato, ma alla fine ha chiuso al quarto posto a due decimi dalla medaglia con molti rimpianti.
L’ultima gara disputata è stata il Team Event ed è arrivato uno storico bronzo per l’Italia, prima medaglia importante in questo format per il Bel Paese. Un risultato eccezionale anche perchè ottenuto con una squadra giovanissima. La scelta di puntare su Simon Maurberger, Alex Vinatzer e Lara Della Mea (c’era anche Irene Curtoni) ha pagato tantissimo e sono proprio stati i tre giovani ad essere decisivi. Spettacolare soprattutto la maturità con cui i tre hanno gestito i momenti più complicati ed in particolare una menzione speciale va ad una Della Mea semplicemente perfetta.
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Foto: Cristiano Barni/Shutterstock