Sci Alpino

Sci alpino, Mondiali 2019. Massimo Rinaldi: “Buon bottino dell’Italia, contento delle medaglie: ci mancano le discese”

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Oggi si sono conclusi i Mondiali 2019 di sci alpino, l’Italia ha conquistato tre medaglie ad Are: l’oro di Dominik Paris in superG, l’argento di Sofia Goggia in superG, il bronzo nel team event. La nostra Nazionale ha così chiuso al quinto posto nel medagliere, il bottino è indubbiamente positivo anche perché nelle ultime due rassegna iridate avevamo conquistato un solo podio ma c’è anche la consapevolezza che si poteva fare un po’ di più se le condizioni meteo non avessero impedito lo svolgimento di discese libere regolari e non avessero complicato il gigante femminile. Massimo Rinaldi, Direttore Sportivo della Nazionale Italiana, ha tracciato un bilancio ai microfoni della Fisi: “Da quando ho preso in mano la gestione sportiva dello sci alpino, siamo partiti con uno zero a Beaver Creek, poi è arrivata la medaglia di Sofia Goggia a St. Moritz e qui ad Are siamo arrivati a tre. Sicuramente mi aspettavo la medaglia della discesa, sia maschile che femminile, e del gigante femminile. Abbiamo lavorato tanto sul team event in questi tre anni, c’è stato un ricambio, i giovani si sono fatti notare e finalmente è arrivata questa medaglia“.

Lo stesso Rinaldi si sofferma a lungo sulle condizioni della pista che per larghi tratti non sono parse all’altezza di un Mondiale: “Sono rimasto veramente deluso dalle condizioni della pista nella discesa maschile e in quella femminile. La discesa è stata accorciata ed è durata un minuto, praticamente quanto lo slalom. Gli atleti sono qui a giocarsi le medaglie, per loro è il momento clou della stagione, presentarsi con queste piste a un Mondiale lascia a desiderare. Ad esempio anche stamattina, per lo slalom, si vedeva che il fondo avrebbe ceduto, ma non si è vista una manichetta d’acqua o sacchi di sale in pista. Avevano già deciso che la gara si sarebbe svolta in queste condizioni. Vinatzer lo ha spiegato. Io non pretendo dall’1 al 100 la pista perfetta, ma almeno fino al 30 dovresti dare a tutti la stessa chance di avere una pista decente per esprimersi. Parlando con la gente del posto, mi spiegavano che qui in un giorno puoi avere tutte le quattro stagioni. Non ci credevo, ma è stato così. Pioggia, neve, sole, vento fortissimo in alto: ci voleva una forza lavoro maggiore per far fronte a queste necessità. Se non si fosse fatta la discesa maschile il sabato, avrebbero dovuto spostarla a domenica e farla disputare insieme a quella femminile, ma avrebbero dovuto avere due team in pista ed era impossibile. Del resto in tutta la stagione gli organizzatori migliori del circuito si sono rivelati quelli italiani“.

Il nostro Direttore Tecnico si dichiara comunque ampiamente soddisfatto di quanto ottenuto: “Sono contento delle tre medaglie, sono stati fortissimi gli atleti. Ci è mancata per condizioni meteo e di organizzazione la medaglia della discesa maschile e io quella di Paris la volevo fortemente perché era l’uomo più in forma del momento, con le vittorie di Bormio, Kitzbühel e quella in superG qui ad Are, e poteva giocarsi le sue chance. Per quanto riguarda le donne, lo hanno detto le atlete: non hanno affrontato la discesa con la cattiveria che ci voleva quel giorno. Era una discesa accorciata, probabilmente è stato un fattore determinante anche quello, e loro non si sono sentite subito in gara. Un po’ mi dispiace, è ovvio, forse la medaglia di Sofia Goggia poteva arrivare. Il gigante femminile è partito non in condizioni perfette per tutte, per qualcuna c’era un po’ più di vento, per altre meno. Sofia ha attaccato molto, purtroppo è uscita. Per quanto riguarda gigante e slalom maschile, Moelgg non poteva fare di più dopo aver avuto 38 di febbre. Ma il focus era comunque sulle discipline veloci“.

Non mancano comunque delle criticità in alcune specialità: “Non nascondo le difficoltà nel gigante maschile, ma bisogna vedere da dove siamo partiti. Ci sono stati dei buoni momenti nella stagione con De Aliprandini e Tonetti, ma sono il primo a dire che la squadra non c’è stata. Bisogna rimescolare la carte e riportare il gigante e lo slalom maschile ad altri livelli. Nello slalom femminile qualcosa sta arrivando da dietro, con Della Mea, ma anche Rossetti e Gulli. Nello slalom maschile abbiamo avuto subito due infortuni a inizio stagione, come quelli di Sala e Liberatore, si è puntato molto sui giovani di Coppa Europa, con Maurberger e Vinatzer. La svolta di Vinatzer poteva arrivare a Campiglio se non fosse uscito nella seconda manche: ora deve provare a tenere in mano per forza due specialità“.

 

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Foto: FISI

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