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Sci di fondo

Sci di fondo, Federico Pellegrino come Felice Gimondi. Un campionissimo che vive l’era del cannibale Klaebo (Merckx….)

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Un fuoriclasse immenso, una stella del firmamento dello sport italiano, un istrione dello sci di fondo capace di regalare grandi emozioni e di imporre la propria legge in ogni contesto, un Campione del Mondo e un vicecampione olimpico, l’unico non scandinavo riuscito nell’impresa di alzare al cielo la Sfera di Cristallo delle sprint, l’azzurro più vincente della storia in Coppa del Mondo. Tutto questo, e molto altro, è Federico Pellegrino: un Campionissimo inimitabile che ci ha regalato delle magie irripetibili sulle nevi di tutto il Pianeta, un vincente nato (13 sigilli individuali nel massimo circuito itinerante, un oro iridato e un argento a cinque cerchi sempre nell’amata sprint) che ha giganteggiato in lungo e in largo nell’ultimo lustro ma che avrebbe potuto festeggiare ancora di più se non avesse trovato sulla sua strada un vero e proprio alieno, un atleta venuto da un altro Universo che al momento sembra oggettivamente imbattibile.

Johannes Klaebo ha rivoluzionato le logiche di questo sport, ha stravolto le gerarchie con una forza inaudita e con una potenza che mette in ginocchio qualsiasi avversario. Nonostante la grandezza del norvegese, Pellegrino ha saputo togliersi delle soddisfazioni importanti, ha sempre cercato di battagliare col Vichingo, è l’unico che lo ha saputo sconfiggere sul campo in alcune circostanze, è l’unico che con l’ardore e la tenacia degli eroi romantici è riuscito a battagliare testa a testa uscendone sempre a testa alta: lo ha fatto a PyeongChang 2018 (dove si gareggiava in tecnica classica), lo ha fatto oggi ai Mondiali di Seefeld dove difendeva l’oro conquistato a Lathi 2017 e dove si è arreso soltanto negli ultimissimi metri dopo aver cercato un attacco col cuore in gola per confermarsi sul trono.

Chicco ha ceduto lo scettro ma lo ha fatto lottando e dimostrando ancora una volta di che pasta è fatto, un campionissimo che sta vivendo nell’era di un Cannibale assoluto, quel Klaebo che appena inforca gli sci sembra voler mangiarsi la neve e gli avversari. Sembra quasi di rivivere il dualismo tra Felice Gimondi ed Eddy Merckx: Nuvola Rossa vinse tre Giri d’Italia, un Tour de France, una Vuelta di Spagna, un Mondiale, una Milano-Sanremo, una Parigi-Roubaix, due Giri di Lombardia ma senza l’imbattibile belga avrebbe avuto un palmares ancora più maestoso.

 

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Foto: Valerio Origo

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