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Editoriali

Sofia Goggia, una fuoriclasse indiscutibile. La più grande dopo Deborah Compagnoni

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A caldo un pizzico di amarezza rientra nella natura umana delle cose. Vedi sfumare un oro mondiale per soli 2 centesimi, anche se a batterti è colei che, forse sin da ora, può essere considerata come la più grande sciatrice di tutti i tempi. Poi, riflettendo con calma, comprendi la portata dell’ennesima impresa che hai realizzato. Vice-campionessa del mondo, con appena due gare nelle gambe ed una stagione saltata quasi per intero dopo la frattura del malleolo patita ad ottobre. Semmai ce ne fosse ancora bisogno, oggi abbiamo avuto un’ulteriore conferma di quanto era già noto: Sofia Goggia è una vera fuoriclasse, la più grande azzurra dopo Deborah Compagnoni (unica, per ora, ad aver vinto sia i Mondiali sia le Olimpiadi).

La bergamasca aveva lavorato molto bene nel corso dell’estate. Vincere le Olimpiadi non l’aveva appagata, anzi. Come i veri campionissimi, ha posto l’asticella ancora più in alto, con il grande sogno (forse impossibile in un’epoca dominata da Mikaela Shiffrin?) chiamato Coppa del Mondo generale. L’infortunio patito in autunno ha però sconvolto tutti i piani. Quasi due mesi di stop forzato, poi una lenta e logorante riabilitazione. Lo sconforto provato dopo Natale dopo aver provato dolore una volta indossati gli sci, poi le sensazioni che sono andate via via migliorando, giorno dopo giorno. Sofia non è al 100% della forma, non può esserlo. Ciò nonostante è salita sul podio in tutte e tre le gare disputate sino ad ora in questa stagione, peraltro chiudendo sempre in seconda piazza: numeri che hanno dell’incredibile. Una Goggia “a mezzo servizio”, in questo momento, può giocarsela ad armi pari con chiunque in discesa e superG. Dal punto di vista tecnico è ulteriormente progredita rispetto all’annata che l’ha consacrata sul trono di Olympia. Le “goggiate” sembrano ormai un ricordo. La classe 1992, molto più matura e cosciente dei propri mezzi, ha compreso come rischiare oltre il limite non fosse necessariamente la carta migliore da giocare. E’ cresciuta tatticamente e sa bene in quali settori della pista occorre sfoderare appieno i cavalli e dove invece tirare il freno. Affronta le curve con maggiore centralità, stabile e ben piantata sullo sci. Rispetto al passato, si inclina meno e non fornisce quella sensazione di poter sbagliare da un momento all’altro. Insomma, è una Sofia Goggia ancora più forte e completa.

Dopo quanto ha passato quest’anno, l’argento iridato rende la stagione della lombarda già decisamente positiva. Eppure il Mondiale non è ancora finito. Domenica è in programma la discesa libera, la gara più amata che nel 2018 le regalò prima l’oro più importante della vita e poi la Coppa del Mondo di specialità. In prova l’azzurra non ha brillato, ma si è chiaramente nascosta. Se riuscirà a sciare come sa nelle parti tecniche ed a limitare i danni sui piani (la scorrevolezza appare in questo momento l’unico aspetto da migliorare), allora saranno dolori per tutte le avversarie, Shiffrin compresa qualora decida di prendere parte alla gara.

Se la salute la sosterrà, Sofia Goggia potrà regalare all’Italia ancora tante stagioni da assoluta protagonista, pensando di arrivare, perché no, fino alle Olimpiadi del 2026 che il Bel Paese sogna di ospitare a Milano e Cortina d’Ampezzo. Intanto, già in questa rassegna iridata, potrebbe eguagliare Deborah Compagnoni ed Isolde Kostner come numero di medaglie vinte in un Mondiale (3). La paladina dello sci tricolore ha tutto per aggiornare i libri di storia.

federico.militello@oasport.it

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IL VIDEO DELLA GARA DI SOFIA GOGGIA

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Foto: Lapresse

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