Superbike
Superbike, GP Australia 2019: Alvaro Bautista lancia il guanto di sfida a Rea. Melandri a caccia di rivincite
4.445 km, 12 curve, 7 a sinistra e 5 a destra: sono queste le caratteristiche di uno dei circuiti più affascinanti del calendario 2019 del Mondiale di Superbike. Stiamo parlando di Phillip Island (Australia), laddove tutto avrà inizio tra le derivate di serie in questo weekend e dove si vorrà porre fine ad un’egemonia duratura: il regno di Jonathan Rea.
Il nord-irlandese è stato senza se e senza ma il dominatore della categoria nelle ultime quattro stagioni, vincendo quattro titoli iridati ed uguagliando un mito della categoria come Carl Fogarty. 71 vittorie, 134 podi e 16 pole position non si ottengono certo per caso e il desiderio dell’alfiere della Kawasaki è di riscrivere la storia ed insidiarsi lui in qualità di leggenda. “King Carl” osserverà in maniera interessata gli sviluppi della vicenda, sperando magari in cuor suo che vi sia qualcuno in grado di porre fine a questa monarchia assoluta.
L’indiziato numero uno potrebbe essere un nuovo arrivato. Ci si riferisce allo spagnolo Alvaro Bautista in sella alla nuova Ducati Panigale V4-R. L’iberico nel corso degli ultimi test proprio in Australia ha impresso il proprio marchio, mettendo in evidenza un grande feeling con la moto di Borgo Panigale, trovando le giuste regolazioni. Pertanto, in vista dell’esordio iridato, c’è da tenere in considerazione l’ex centauro della MotoGP. E’ evidente che neanche il gallese Chaz Davies debba essere sottovalutato. Chaz, al momento, non sembra ancora al 100% della condizione sulla sua Rossa e fatica a firmare come suo solito l’asfalto con le proprie staccate poderose. Forse servirà un po’ di tempo ma la Ducati crede fortemente anche in lui per riportare l’iride sotto l’insegna di Borgo Panigale. L’ultimo trionfo iridato risale al 2011, quando lo spagnolo Carlos Checa sulla 1098R seppe centrare il bersaglio grosso. E’ il momento di invertire il trend.
Da valutare le Yamaha. Le R1 dell’olandese Michael van der Mark e dell’inglese Alex Lowes cercheranno di essere della partita quest’anno, forti di un’esperienza crescente sulla due ruote di Iwata. E poi, nel Team GRT, l’osservato speciale sarà Marco Melandri. Il ravennate, svestiti i panni della Ducati non senza amarezza, riparte da questa nuova avventura con tanta voglia di dimostrare il proprio valore anche se, visto il livello così alto, non sarà facile imporsi. Interessante poi sarà verificare i riscontri cronometrici della BMW del Team SMR, con l’ex pilota della “Ninja” Tom Sykes nuovo riferimento sulla S1000RR. Nei test privati le sensazioni sono state buone e Tom è carico in vista di quel che sarà. Tuttavia, solo il confronto con la concorrenza potrà dare una reale misura del pacchetto tecnico a disposizione.
In chiave italiana da tenere in considerazione Alessandro Delbianco, debuttante nella categoria sulla Honda CBR 1000 RR SP2 del Team Althea Racing di Genesio Bevilacqua. Il 21enne tricolore, reduce dal campionato Superstock 1000 concluso in settima posizione ma fortemente condizionato dai tanti infortuni, avrà grandi motivazioni, volendo far vedere di essere all’altezza della situazione. Lo stesso discorso riguarda Michael Rinaldi del Barni Racing Team. Il centauro riminese disporrà di una Panigale V4 e, dopo l’esperienza con Ducati Aruba correndo solo nelle tappe europee del Mondiale, non vorrà farsi trovare impreparato.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Pier Colombo