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Ciclismo
Edoardo Affini: “Punto al Campionato italiano a cronometro ma sogno la Roubaix. La Mitchelton-Scott ha in serbo dei progetti per me”
Nel mondo delle formazioni World Tour è arrivato un giovane italiano che fa ben sperare per il futuro del nostro paese. Parliamo di un ragazzo di soli 22 anni che nel 2018 ha letteralmente sbancato la categoria Under 23: campione europeo delle prove contro il tempo, campione italiano assoluto sia su strada che a cronometro, specialità che lo ha portato ad un passo dal podio del Mondiale di Innsbruck in cui ha chiuso al quarto posto, e prima maglia rosa del Giro d’Italia Under 23. Numeri alla mano, Edoardo Affini si è meritato e non poco il passaggio tra i professionisti assieme alla Mitchelton-Scott, dopo due anni nella formazione Continental della SEG Racing Academy, che gli ha regalato tanta esperienza e sicurezza per affrontare al meglio questo salto di qualità. Il giovane mantovano è pronto per mettersi alla prova, la Mitchelton-Scott crede fortemente in lui ed è intenzionata nel far crescere e valorizzare al meglio un talento da preservare. Affini ha già in testa due obiettivi: confermare il suo valore a cronometro, e puntare dritto alle Classiche, una in particolare.
Parlaci del tuo passaggio tra le fila delle World Tour con la Mitchelton-Scott dopo due anni di grande esperienza con la SEG Racing Academy.
“Tutto sommato non è stato neanche difficile perché mi sono ritrovato in una squadra ben organizzata. Sto vivendo una situazione professionale dove ovviamente il corridore stesso deve fare delle scelte e deve prendere delle decisioni. Alla fine sì, ho fatto un salto di qualità, però venendo da una squadra Continental estera non ho avuto per esempio il problema della lingua, che magari può condizionare un ragazzo che arriva da una formazione dilettantistica; anche questo è importante per integrarsi subito e farsi capire dal gruppo. Negli ultimi due anni ho avuto una sorta di passaggio, ma adesso è sicuramente tutto più grande; però c’è da dire che una cosa bella di questa squadra è il fatto che, escludendo le gare, non ti mettono pressione. È un ambiente familiare, rilassato, in cui si riesce a lavorare bene”.
Insomma, sei arrivato già abbastanza pronto per il cosiddetto “salto di qualità”?
“Sai, forse è meglio buttarsi fin da subito in un ambiente come questo; ovviamente se ne hai l’opportunità. Ti ritrovi già catapultato nel ciclismo ai massimi livelli e inizi a capire fin da giovane i meccanismi facendo esperienza anche in determinate corse in cui devi lavorare in appoggio dei capitani. In pochi giorni ho fatto Strade Bianche e Milano-Sanremo. Insomma, sto iniziando un bel processo di crescita, anche se magari serviranno diversi anni”.
E parlando appunto della Milano-Sanremo, come hai vissuto questa tua prima volta al via della Classicissima?
“È stata lunga. Un’esperienza speciale. Dal clima che c’era già a Milano, al pubblico. Per quanto riguarda la corsa io non avevo mai visto 290 km, però è stata una giornata particolare. Peccato solamente per il risultato che non siamo riusciti a concretizzare; ma alla fine abbiamo corso in maniera perfetta”.
Su che cosa si è focalizzata la tua preparazione invernale?
“È stata una preparazione non tanto diversa da quella che ho fatto negli anni precedenti. Ovviamente con volumi diversi e qualche lavoro specifico; anche perché, cambiando preparatore, ognuno ha una mentalità diversa. Però sono stato fortunato nel passaggio perché il mio ex allenatore e quello nuovo si sono confrontati in modo tale da poter capire come sono fatto e come ho lavorato in precedenza. Mi sono concentrato nell’accrescere anche la forza, perché passando tra i professionisti aumentano i chilometraggi e al contempo le salite”.
Sei un grande esperto delle prove contro il tempo, e questo lo testimoniano tutti i risultati ottenuti nel 2018. La Mitchelton-Scott è intenzionata nel darti la possibilità di continuare a migliorarti a cronometro?
“Di sicuro. L’idea è quella di poter continuare a migliorarsi e testarsi già da quest’anno con coloro che vanno veramente forti nelle prove contro il tempo. In Mitchelton-Scott sono molto attenti su questa disciplina anche per il discorso delle cronometro a squadre, come si è già ben visto alla Tirreno-Adriatico. Voglio vedere come andrà anche solo il Campionato Italiano a cronometro, che potrebbe essere un primo banco di prova per capire come va e dove si può migliorare. Non ci siamo ancora posti grandi obiettivi e aspettative, basando il tutto su un discorso di crescita, di studio; per poi vedere la situazione senza andare fin troppo nello specifico. Insomma, cercare un punto di partenza per poi iniziare con la prossima stagione a focalizzarsi su determinate cose. Diciamo che sì, il Campionato Italiano potrebbe essere un obiettivo per vedere cosa posso fare di buono”.
La Mitchelton-Scott punta su di te per le cronometro ma anche per le Classiche. Ti focalizzerai su di esse?
“Quando ho ricevuto la proposta da parte della Mitchelton-Scott, la cosa che mi ha colpito fin da subito è stata la loro concretezza in termini di progetti. Hanno avuto un approccio molto veritiero per quanto riguarda il programma. Mi hanno detto che la loro intenzione era proprio quella di farmi fare esperienza per poi cercare di creare un futuro assieme per diventare un corridore importante. Posso dire che è stato anche questo a convincermi lo scorso anno nel passare professionista con loro. Adesso sono in Belgio, ho già fatto la Omloop Het Nieuwsblad, Strade Bianche, Milano-Sanremo, poi continuerò con le Classiche del Nord. Ho un calendario bello fitto in cui dovrei fare quasi tutte queste gare; in teoria dovrei saltare solamente il Giro delle Fiandre per poi finire con ogni probabilità alla Parigi-Roubaix. Tra tutte, forse forse questa potrebbe essere quella che mi attira di più”.
Quindi nei sogni di Affini c’è…?
“La Parigi-Roubaix. Per me poter essere al via di questa corsa già al primo anno da professionista, sarebbe bellissimo. Poi ovviamente si lavorerà per Matteo Trentin che ha già dimostrato una condizione eccezionale, e cercheremo di ottenere il risultato con lui”.
Adesso gli occhi della Mitchelton-Scott sono puntati sulle Classiche.
“Si, abbiamo due punte come Matteo Trentin e Luke Durbridge. Sono due corridori con caratteristiche diverse. Cercheremo di supportarli nel migliore dei modi per poi puntare a qualche podio. Anche se queste corse sono sempre un terno al lotto, perchè puoi correre bene ma poi basta davvero poco per mandare tutto all’aria. Però dai, speriamo in bene”.
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Foto: Twitter Giro d’Italia under 23