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F1, GP Bahrain 2019: il circuito di Sakhir ai raggi X. Favorevole a Ferrari, Mercedes o Red Bull?

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Dopo l’impronosticabile esordio del Gran Premio di Australia, il Mondiale 2019 di Formula Uno si sposta nel deserto di Sakhir per il Gran Premio del Bahrein, seconda prova stagionale. Si correrà, ancora una volta, sotto le luci dei riflettori per uno di quei fine settimana più spettacolari di tutta l’annata.

Andiamo, quindi, a scoprire le caratteristiche del tracciato creato dall’architetto tedesco Hermann Tilke. Lunghezza di 5.4 km, con 15 curve raccordate da 4 lunghi rettilinei. Un mix tra velocità (il 64% della pista si percorre con la farfalla del motore aperta) e tratti guidati, con diverse curve da stop&go, che mettono in difficoltà freni e gomme. Fondamentale, inoltre, la trazione, per uscire dalle curve a bassa velocità e sprigionare nel più breve tempo possibile la velocità delle Power Unit.

Il traguardo è posizionato sul rettilineo più lungo del circuito, dopo si passano senza patemi i 330kmh. Dopo diverse centinaia di metri si arriva in curva 1, la più impegnativa del circuito dato che presenta asfalto sconnesso, e uno spazio di frenata di quasi tre secondi. I piloti vengono sottoposti a forze fino i 5G di decelerazione. In uscita si arriva a curva 2, a sinistra, esalta un buon feeling con l’anteriore della vettura, e richiede un’ottima trazione (si effettua in accelerazione) per affrontare poi il rettilineo che porta a curva 3, a destra (anche in questo caso si valicano i 300kmh). La seconda frenata impegnativa alla 4 si affronta a meno di 100 km/h e completa il primo settore. Si arriva, quindi, al tratto più guidato, con diversi sali-scendi e curve l’una diversa dall’altra.

Si incomincia con un sinistra-destra-sinistra che va dalla curva 5 alla 7, da affrontare a circa 180 km/h. La successione porta a curva 8 verso destra, da percorrere in prima. In questo punto sarà fondamentale avere il giusto compromesso tra trazione ed erogazione della potenza del motore per sfruttare l’uscita. Bisogna inserire la vettura nel migliore dei modi, cercando il giusto punto di corda nonostante l’inclinazione. Dopodiché arriva un nuovo tratto in accelerazione che precede la 9 in discesa, che precede la difficilissima 10, a sinistra. Brusca frenata su una curva di diverso raggio nella quale, spesso, si vedono bloccaggi dell’anteriore. In uscita un altro lungo rettilineo (parallelo a quello del traguardo da oltre 300km/h) che immette a curva 11. Anche in questo caso c’è una frenata importante e qui sarà molto importante avere una macchina stabile che non abbia problemi di inserimento.

Si passa, quindi, alla rapida e ampia chicane 12-13 da oltre i 200km/h, che precede la complicata curva 14, a destra, con frenata impegnativa e cambio di livello notevole. Arriva, poi, un nuovo rettilineo, prima in salita, quindi in discesa, che anticipa l’ultima curva, la 15, ancora a destra, che non va sbagliata per non rovinare la percorrenza dell’ultimo tratto della pista.

Nel complesso il circuito di Sakhir sembra favorire la potenza di Mercedes e Ferrari (sempre che la Rossa torni quella dei test invernali) e la loro trazione. La Red Bull, infatti, potrebbe soffrire nelle zone di pura potenza, mentre potrebbe fare la voce grossa solamente nel tratto più guidato. Sarà confermato anche in pista?

 

 

 

 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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