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Formula 1

F1, GP Bahrein 2019: analisi prove libere. La rinascita della Ferrari in un mondo alla rovescia. La Mercedes resta un’insidia

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Chi era pronto a recitare il De Profundis per la Ferrari dopo quanto visto in Australia, sarà costretto a rinviare i suoi propositi. Le prime due sessioni di prove libere del Gran Premio del Bahrein 2019 di F1, infatti, hanno messo in mostra una SF90 nuovamente competitiva e vicina ai livelli messi in mostra negli otto giorni di test di Barcellona. Dopo l’incubo di Melbourne, infatti, la Rossa ha compiuto passi in avanti importanti, sotto tutti i punti di vista. Contemporaneamente, poi, la Mercedes è tornata sulla Terra. Dopo aver completamente sbaragliato la concorrenza all’Albert Park, le W10 hanno chiuso il venerdì di Sakhir ad oltre sei decimi dalle vetture di Maranello, non mettendo in mostra la loro migliore versione.

Charles Leclerc nella FP1, Sebastian Vettel nella FP2. I migliori tempi di giornata sono stati messi a segno dai due ferraristi, con un 1:28.846 davvero eccellente per il quatto volte campione del mondo, in grado di staccare il giovane compagno di appena 35 millesimi. La SF90 ha dato una mano ai due piloti, con una Power Unit che sembra essere tornata a girare al massimo delle sue potenzialità sui lunghi rettilinei di Sakhir, ma c’è di più. La monoposto con il Cavallino Rampante sembra una lontana parente rispetto a quella dell’esordio. Efficace in ingresso di curva, stabile in frenata, e pronta a competere nel migliore dei modi per qualifiche e gara. Per quanto visto in queste prime tre ore di prove libere infatti, sia Vettel sia Leclerc hanno a disposizione una vettura veloce sul giro secco ma anche performante sul passo. I tempi messi a segno sia con gomma soft, sia con gomma media,  variano dall’1:34 medio all’1:35 (con un clamoroso 1:33.753 con gomma media di Leclerc a serbatoio più leggero). La costanza di rendimento si vede con ogni mescola che non va mai a degradare, anche se con la hard la Mercedes sembra avere qualcosa in più.

Una magra soddisfazione per le Frecce d’argento che in questo venerdì sono risultate molto meno scintillanti di quanto visto in Australia. Lewis Hamilton e Valtteri Bottas hanno accusato rispettivamente sei e sette decimi con le gomme soft, ma anche con le medie le loro prestazioni non pareggiavano quelle delle Ferrari. La W10 di Albert Park era un missile che procedeva su due binari. In Bahrein, almeno per il momento, la differenza è sostanziale e la macchina risulta decisamente nervosa. Il set-up appare ancora distante dalla perfezione e, anche sul ritmo di gara, ci sono margini di crescita. A livello di tempi di attacco, per esempio, sia Bottas che Hamilton non sono distanti dalle Ferrari, ma con il passare dei giri gli pneumatici sembrano andarsi a rovinare più velocemente. Sul fronte delle gomme hard, invece, la vettura di Brackley sembra comportarsi meglio e potrebbe chiudere la gara di domenica con questa mescola.

Preoccupazione, invece, in casa Red Bull. Max Verstappen si ferma a otto decimi da Vettel, mentre Pierre Gasly sparisce e chiude addirittura 12esimo ad oltre un secondo. La RB15, come temevano a Milton Keynes, paga ancora dazio a livello di potenza di motore, con Ferrari e Mercedes che possono dominare sui rettilinei di Sakhir. A livello di simulazione di passo gara le cose migliorano leggermente, ma al momento pensare ad una vittoria per la Red Bull appare davvero complicato.

La sorpresa di giornata è, senza ombra di dubbio, il quinto tempo di Nico Hulkenberg. Il tedesco ha spinto la sua Renault a soli otto decimi dal record di Vettel, confermando come la RS19 sia in crescita sotto diversi punti di vista. Anche sul fronte passo gara i riferimenti cronometrici sono stati interessanti e il team francese può ben sperare. Arranca, e non poco, invece, Daniel Ricciardo. Solamente 14esimo a distanze siderali sia dal compagno (1.2 secondi) sia dal vertice (2 secondi esatti). Per l’australiano c’è ancora tanto da migliorare nell’adattamento alla sua nuova vettura.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: LaPresse

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