Formula 1
F1, Mondiale 2019: Max Verstappen, l’anno della maturità per giocarsi il titolo. L’olandese si aggrappa all’affidabilità del motore Honda…
Max Verstappen riuscirà a essere un serio pretendente al titolo iridato? Questa è una delle domande principali alla vigilia del Mondiale F1 2019 che scatterà nel weekend col GP d’Australia, l’olandese cercherà di inserirsi nella lotta tra la Ferrari e la Mercedes ma molto dipenderà dalla sua Red Bull: le Lattine saranno cresciute a sufficienza durante l’inverno per potere tenere testa alle due scuderie di vertice e per permettere al giovane fuoriclasse di competere per il trionfo conclusivo? A Melbourne, su un tracciato mai così amato dal figlio d’arte (un quinto, un sesto e un decimo posto oltre al ritiro nel 2015 al suo debutto in F1), arriveranno sicuramente le prime risposte.
I Test di Barcellona hanno parlato di una vettura particolarmente competitiva e in grado di emergere, la monoposto sembra essere molto veloce e anche scattante nei tratti guidati, il passo gara ha destato scalpore, l’affidabilità non sembra essere un problema e il nuovo motore Honda potrebbe essere il fattore sorpresa: la scuderia austriaca ha abbandonato la fornitura Renault dopo dei risultati al di sotto delle aspettative e ha deciso di affidarsi ai propulsori nipponici, un cambio di rotta radicale che potrebbe davvero dare dei vantaggi insperati e che potrebbe rimescolare le carte in tavola.
Max Verstappen sembra avere il passo giusto per battagliare con Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, nel 2018 è riuscito a vincere due gare (GP d’Austria e GP del Messico, ma ha collezionato anche quattro secondi posti) e a soli 21 anni cercherà di restare nelle posizioni di vertice il più a lungo possibile. L’olandese ha fatto spesso notizia per i suoi errori di guida e per i tanti incidenti accumulati nel corso della sua breve carriera ma nella seconda parte del passato campionato sembra avere trovato la giusta quadratura del cerchio ed è riuscito a contenere il numero di errori riuscendo a compiere un importante salto in avanti.
Il 2019 dovrà essere l’anno della maturità per il più giovane pilota capace di vincere un Gran Premio (18 anni e 7 mesi in Spagna nel 2016), dovrà lasciarsi alle spalle gli errori e le cattive prestazioni per dimostrarsi più convinto dei propri mezzi, più solido mentalmente, più incisivo e più calcolatore, meno spregiudicato e più lucido nei momenti caldi delle gare: solo così si potrà davvero provare a lottare per il Mondiale nella classe regina su una macchina che non vince il titolo iridato dai tempi di Sebastian Vettel e che nelle ultime stagioni è risultata troppo altalenante.
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