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F1, Pagelle GP Australia 2019: Bottas dominatore, Hamilton e Ferrari sotto shock, Verstappen col cuore

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Non sarà stato il Gran Premio più spettacolare di tutti i tempi quello di Australia 2019 di Formula Uno, ma sicuramente ha regalato sorprese a ripetizione. Innanzitutto si segnala un Valtteri Bottas davvero sontuoso, lontano parente rispetto alla scorsa stagione, mentre ha dell’incredibile il passo indietro di Lewis Hamilton rispetto a ieri. Dopo le qualifiche, un’altra prova opaca per la Ferrari, mentre la Red Bull si segnala con un Max Verstappen davvero in forma. Siamo solamente al primo capitolo dei 21 previsti in questa annata, ma è già tempo delle prime pagelle per i piloti del Mondiale F1. Andiamo a consegnarle.

LE PAGELLE DEL GRAN PREMIO DI AUSTRALIA 2019

VALTTERI BOTTAS (MERCEDES) 10 e lode: Senza se e senza ma la migliore prova della sua carriera. Dopo una pole position vista svanire proprio in extremis, si rifà ampiamente in gara. Scatto perfetto al via, prima posizione conquistata in curva 1 e, da quel momento in avanti, dà il via ad una cavalcata che ha dell’incredibile. Giro dopo giro fa segnare il record in gara e porta il suo margine sugli inseguitori a quasi mezzo minuto dominando in lungo ed in largo. Dopo una stagione da “scudiero” dimostra che in questo 2019 vuole fare sul serio, e il primo appuntamento dell’anno è suo con pieno merito, vittoria e giro più veloce. 26 punti che per lui valgono, forse, 52..

LEWIS HAMILTON (MERCEDES) 6: Un secondo posto non merita certo una insufficienza, ma la domenica del campione del mondo è stata davvero un disastro. Subito infilato in partenza dal compagno di scuderia che, sostanzialmente, riesce a vedere solamente per pochi chilometri. Non riesce mai a tenere il suo passo e, dopo un pit stop anticipato, perde decimi su decimi, rischiando addirittura l’attacco di Max Verstappen. Prendere quasi mezzo minuto da Bottas in un Gran Premio sembrava fantascienza, invece è successo. La faccia dell’inglese a fine gara è tutta un programma: scombussolato!

MAX VERSTAPPEN (RED BULL) 8: Riparte da dove aveva lasciato nella scorsa stagione, ovvero con una dimostrazione di forza. La sua RB15 non è certo a livello della Mercedes, ma l’olandese grazie ad una corsa intelligente e solida, la porta quanto più vicino possibile alle Frecce d’argento. Quando sembrava pronto per l’attacco a Hamilton, sbaglia in curva 1 e perde due secondi che, con il senno di poi, gli costano a carissimo prezzo. Il classe 1997 vuole dimostrare di poter puntare al titolo, ed oggi lo ha ribadito con forza. Se la Red Bull lo sosterrà…

SEBASTIAN VETTEL (FERRARI) 5: Un weekend da mani nei capelli per il tedesco e, soprattutto, per la Ferrari. Dopo gli otto giorni di test a Barcellona nei quali aveva dimostrato di avere a disposizione una SF90 eccezionale, arriva a Melbourne e sembra avere per le mani una monoposto sconosciuta. Potenza, maneggevolezza e costanza sono rimaste a Maranello e il quattro volte campione del mondo, tra qualifiche e gara, è costretto ad un fine settimana da incubo. Lo shock, per lui e per il team, è davvero enorme, con la sensazione che la vettura sia stata limitata per evitare guai tecnici come accaduto nei test pre-stagionali. Altrimenti, significa che la scuderia di Maranello è indietro anni luce rispetto ai rivali.

CHARLES LECLERC (FERRARI) 5: Per il monegasco si potrebbe fare il copia ed incolla del giudizio di Vettel. A sua volta vive un weekend molto lontano dalle sue aspettative. Inizia la gara rischiando il contatto al via con il compagno di scuderia, quindi si mette alle spalle di Verstappen e sbaglia in curva 1, finendo nell’erba. Si riprende dopo il pit-stop, nonostante la gomma dura, e arriva in scia al suo illustre vicino di box. Potrebbe attaccarlo, ma non piazza il colpo.

KEVIN MAGNUSSEN (HAAS) 7: A Melbourne vince lui il premio di “primo degli altri”, approfittando del brutto fine settimana di Pierre Gasly. Il danese chiude al sesto posto a mezzo minuto da Leclerc. La Haas non sarà certo un fulmine, ma la porta al risultato migliore possibile.

KIMI RAIKKONEN (ALFA ROMEO) 6.5. “Ice Man” continua a inanellare buone prove. Dopo un finale di 2018 di altissimo livello con la Ferrari, inizia bene anche in Alfa Romeo. Chiude ottavo su una pista non ideale per la sua monoposto. Passano gli anni ma…

PIERRE GASLY (RED BULL) 5.5: Dopo una qualifica chiusa già nel Q1, prova a risalire in gara, ma Albert Park è uno dei circuiti peggiori sotto questo punto di vista. Combatte giro dopo giro per provare a fare il massimo, ma l’11esimo posto finale (alle spalle di una Toro Rosso) è davvero ben poca cosa.

DANIIL KVYAT (TORO ROSSO) 6.5. Chiude al decimo posto e conquista un punto, ma tenersi alle spalle una Red Bull, nel suo caso, deve essere stata una soddisfazione non da poco.

NICO HULKENBERG (RENAULT) 6.5: Settima posizione finale, dopo un weekend nel quale è sempre risultato migliore di Daniel Ricciardo. Inizio niente male per il tedesco.

DANIEL RICCIARDO (RENAULT) 5: Rompe l’ala in partenza in maniera particolare, ovvero mettendo le ruote sull’erba e trovando una buca, da quel momento la sua gara diventa un calvario e si chiude anzitempo con la sua RB19 definitivamente ko.

ANTONIO GIOVINAZZI (ALFA ROMEO) 5.5. Il suo GP inizia nel peggiore dei modi, finendo sui detriti della vettura di Ricciardo. La sua monoposto ne risente e perde ritmo. Deve passare il suo tempo a difendersi da tantissimi tentativi di sorpassi, in un esordio quanto mai complicato.

CARLOS SAINZ (MCLAREN) S.V.: La partenza non era stata granché (dopo una qualifica pessima), ma il suo Gran Premio si completa dopo soli 10 giri, una cinquantina di chilometri, vedendo il suo motore andare in fumo in maniera notevole. Dopo anni difficili con i motori Honda la scuderia inglese vede subito un ko anche con il Renault. Gli incubi riaffiorano?

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: LaPresse

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