Editoriali

‘Italia, come stai?’: tiro a volo, è allarme. Grandi difficoltà e qualificazioni difficili verso Tokyo 2020

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2 ori e 3 argenti in cinque gare. Se alle Olimpiadi di Rio 2016 l’Italia colse la top10 nel medagliere, restando nell’elite planetaria come accade ininterrottamente dal 1996, gran parte del merito fu da attribuire al tiro a volo (senza dimenticare i due titoli conquistati da Niccolò Campriani nel tiro a segno). Un bottino stratosferico, forse irripetibile.

Anche l’anno post-olimpico si rivelò foriero di soddisfazioni, confermando il Bel Paese al primo posto del medagliere ai Mondiali di Mosca grazie agli ori nel trap di Jessica Rossi e Daniele Resca. E’ dalla passata stagione, in coincidenza con l’inizio delle qualificazioni olimpiche verso Tokyo 2020, che sono iniziati i problemi.

Innanzitutto è bene ricordare che il double trap non figura più nel programma a cinque cerchi: di fatto, è una specialità ormai estinta. Al suo posto la gara a coppie mista di trap.

Ai Mondiali di Changwon 2018, dopo i fasti del biennio precedente, l’Italia raccolse appena due pass olimpici grazie ai bronzi di Silvana Stanco (trap) e Riccardo Filippelli (skeet). Il cammino verso il Giappone si sta rivelando molto più complicato del previsto e, ad oggi, non appare affatto scontato aggiudicarsi tutti i posti disponibili.

Al momento il solo trap femminile ha conseguito il massimo numero di carte olimpiche: Jessica Rossi, vincendo la tappa di Coppa del Mondo ad Acapulco, ha raggiunto Silvana Stanco ed ora entrambe potranno pianificare senza patemi il prosieguo dell’annata.

Preoccupa, e non poco, il trap maschile, ancora fermo a zero pass. Daniele Resca, dopo l’oro iridato del 2017, è sparito dai radar a causa di gravi problemi personali, mentre il veterano Giovanni Pellielo da tempo non ottiene un risultato di prestigio in competizioni individuali. In compenso si è rivisto su ottimi livelli Massimo Fabbrizi, quinto ad Acapulco, stesso piazzamento che ottenne Mauro De Filippis nell’ultima rassegna iridata, sfiorando la qualificazione a Tokyo. La concorrenza internazionale è cresciuta a dismisura, a tal punto che spesso anche un solo errore può costare carissimo. Ad Acapulco, per intenderci, a ben cinque tiratori non è stato sufficiente colpire 123 bersagli su 125 per accedere in finale…

Non se la passa bene neppure lo skeet femminile, ancora senza pass olimpici. E dire che a Rio 2016 si materializzò una doppietta leggendaria, con Diana Bacosi che trionfò davanti a Chiara Cainero. Le nostre portacolori non stanno sparando bene, tuttavia la concorrenza minore rispetto al trap maschile (soprattutto in Europa) ci rende più ottimisti in vista dei prossimi appuntamenti.

Non restano tantissime occasioni per centrare la qualificazione a Tokyo 2020. Due pass saranno in palio in ognuna delle prossime tre tappe di Coppa del Mondo ed agli Europei di Lonato, uno agli European Games di Minsk. Resterà un’ultima possibilità nel 2020 con un solo tagliando messo a disposizione in una competizione riservata ai tiratori del Vecchio Continente. Qualora, dopo tali eventi, l’Italia fosse ancora rimasta al palo, potrebbe però beneficiare dei pass assegnati in base al ranking mondiale, uno solo per Nazione in ciascuna specialità (e solo qualora non vi siano altri atleti già qualificati).

A Rio 2016 l’Italia non riuscì a conquistare tutti i pass a disposizione, ma “solo” 9 su 10. All’appello mancò la seconda ‘carta’ del trap femminile, che non a caso fu anche l’unica specialità da cui non giunsero medaglie in Brasile. Ricordiamo, infine, che una doppia qualificazione nel trap maschile sarebbe determinante, perché consentirebbe alla selezione tricolore di schierare due coppie nella gara mista. Ad ogni modo, le difficoltà palesate in questi mesi testimoniano una difficoltà evidente per una Nazionale al momento non più dominante. Senza l’apporto del tiro a volo, l’avventura dell’Italia alle prossime Olimpiadi si prospetterebbe dannatamente in salita…

federico.militello@oasport.it

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