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Milano-Sanremo 2019: Alejandro Valverde sogna il trionfo con la maglia di campione del mondo come non accade dal 1983

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Spesso e volentieri la bellezza della maglia iridata viene contemporaneamente contraddistinta da qualche maledizione. La dura legge del ciclismo mette costantemente alla prova i campioni del mondo che tutti vorrebbero veder trionfare, lasciare il segno sempre e comunque, nel momento in cui si ritrovano al via di una corsa disegnata per coloro che indossano questo privilegio. Un vanto sì, ma anche la grande responsabilità del simbolo del gruppo, l’uomo più forte, più importante, che ha addosso il peso di continuare a confermare quanto fatto di buono il giorno in cui ha indossato la veste dell’iride.

Esistono gare maledette che sembrano respingere quella voglia da parte del campione del mondo di lasciare il segno, soprattutto in quelle corse che hanno scritto la storia del mondo delle due ruote. Una delle più colpite dalla mancanza di una maglia iridata in grado di tagliare il traguardo a braccia alzate come vincitore di una Classica Monumento è di sicuro la Milano-Sanremo. Infatti, dobbiamo tornare indietro di ben 36 anni per vedere un trionfo di questo genere nella storica corsa ligure. Un’assenza e un record che appartengono a Giuseppe Saronni, campione del mondo nel 1982 a Godwood, e vincitore della Classicissima di Primavera nel 1983. Da quell’anno è iniziata la lunga sfida fra il traguardo sanremese di Via Roma e la maglia iridata. Da quella volta solamente in tre sono riusciti a centrare il podio, ma non la vittoria. Stiamo parlando di Oscar Freire, 3° nel 2000, Romāns Vainšteins, anche lui 3° nel 2001, e per ultimo Peter Sagan, giunto nel 2017 ad un solo passo, anzi, a pochi centimetri dalla vittoria, piazzandosi secondo dietro a Michal Kwiatkowski; mentre l’anno scorso, l’ex campione del mondo slovacco non è riuscito ad andare oltre la sesta posizione.

Quest’anno, nella 110^ edizione della Milano-Sanremo, avremo in maglia iridata l’Embatido Alejandro Valverde. Il leader della Movistar è reduce da tre settimane di stop dopo aver concluso febbricicante l’UAE Tour, in cui però è riuscito a trovare la sua prima vittoria in maglia iridata e a chiudere al secondo posto nella generale. Per il 38enne murciano questa sarà la settima Milano-Sanremo, la prima Monumento da lui disputata da quando è passato professionista nel 2002. Le caratteristiche di Valverde potrebbero regalargli una chance di vittoria nella corsa di un giorno più lunga del calendario World Tour. Spesso e volentieri la classica sanremese è risultata più adatta per gli sprinter, ma le recenti edizioni hanno dimostrato che i suoi 291 km di corsa possono essere perfetti anche per attacchi in salita. Lo scorso anno la vittoria in solitaria di Vincenzo Nibali, dopo un attacco sul Poggio, ha confermato di fatto questa possibilità, anche se Valverde è più adatto alle classiche delle Ardenne; basti pensare alle quattro Liegi-Bastogne-Liegi e le cinque Freccia Vallone da lui conquistate. In sei edizioni in cui ha preso il via in questi anni, il campione del mondo di Innsbruck non è mai riuscito ad andare oltre il 15° posto del 2016, ossia dall’ultima Sanremo a cui ha partecipato.

Le speranze di vittoria della Movistar sono riposte su di lui e Mikel Landa, con cui guiderà la formazione spagnola in mancanza di un vero velocista in squadra. Anche in quel lontano 1983 c’era in maglia iridata un uomo da classiche e da corse a tappe come Valverde. Le similitudini tra il murciano e Saronni sono tante. Certo, all’epoca “Beppe” aveva solamente 26 anni, ma guardando quanto di buono hanno fatto nelle loro carriere, risultano entrambi come due uomini esplosivi, regolari, versatili su tutti i terreni. Prima di quella vittoria, il campione lombardo che ha segnato in maniera indelebile la storia del ciclismo italiano e di tutto il mondo, ci aveva provato tante altre volte a conquistare la Milano-Sanremo, con il Poggio e l’arrivo finale di Via Roma che continuavano a respingerlo. Poi è arriva la vittoria del 1983, da solo sul traguardo sanremese, con il gruppo regolato da Guido Bontempi staccato a 44”. Un’azione e una vittoria memorabile, incisa negli annali della storia delle due ruote. E quindi, anche in questo caso, il trionfo di Saronni venne contraddistinto da un attacco solitario, non dal consueto arrivo allo sprint.

Alejandro Valverde nella sua vita ha vinto tanto e ovunque, ha coronato il sogno di diventare campione del mondo all’alba dei 40 anni, una maglia che lo ha premiato per quanto di buono ha fatto dal 2002 ad oggi. La maledizione della Milano-Sanremo è ormai storia, un’avversaria che fa quasi paura, capace di stupirti in ogni suo singolo metro. Non si conosce ancora lo stato fisico attuale del campione del mondo Valverde, ma certo è che questo suo ritorno alle corse, proprio alla classica italiana, in cui non era data per niente certa la sua presenza, fa ben sperare che la condizione del murciano sia di nuovo ottimale. Per un uomo che ha vinto così tanto in carriera, non sarà di sicuro una gara in cui un campione del mondo potrà permettersi di rimanere lì a guardare.

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@lisa_guadagnini

Foto: Pier Colombo

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