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MotoGP, Mondiale 2019: Valentino Rossi, la determinazione di un campione incurante dei 40 anni

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Valentino Rossi è finito, Valentino Rossi è bollito: le argomentazioni sul campione di Tavullia sono un po’ queste. Lui le avrà lette tante di quelle volte da riderci e scherzarci sopra però di fatto, compiuti i tanto annunciati 40 anni, qualcuno ha qualche convinzione in più sul ritenere il “Dottore” pensionabile. La stagione passata senza vittorie, non essendo mai stato davvero in lizza per il titolo iridato in MotoGP, ha dato manforte agli oppositori del Rossi agonista. Tuttavia il buon Valentino va avanti per la sua strada, allungando la striscia di partecipazioni nel Motomondiale iniziata nel 1996, quando ancora ci trovavamo nel 20° secolo e si danzava tutti con la Macarena oppure quando gli Oasis furono interpreti del pezzo “Don’t Look Back In Anger“.

Ebbene sì, ne è passata di acqua sotto i ponti però il 46, incurante di dicerie e allusioni più o meno sgradevoli, prosegue con il proprio lavoro, cercando di trovare delle soluzioni all’enigma Yamaha in vista di quel che sarà. In prospettiva i record che Rossi può fare suoi sono diversi e sono strettamente legati alla propria longevità agonistica, ma di fatto il suo sogno è sempre quello del successo del 10° titolo iridato in carriera.

Una doppia cifra che, allo stato attuale delle cose, è una specie di maledizione. Ma lui, forte di nove titoli mondiali, 115 vittorie, 232 podi e 65 pole, non vuol proprio saperne di alzare bandiera bianca, ricordando le imprese leggendarie: la vittoria di Assen (Olanda) nel 2007 e la rimonta dall’undicesimo posto, sorpassando il dominatore di quell’anno Casey Stoner (Ducati) a 4 giri dal termine, oppure quel magnifico duello sempre con l’australiano l’anno dopo a Laguna Seca (Stati Uniti) con quella manovra al “Cavatappi” tra follia e razionalità e ancora l’infilata ai danni di Jorge Lorenzo nel 2009 all’ultima curva di quell’ultimo giro in Catalogna, da “Mezzogiorno di fuoco“.

Pagine storiche di motociclismo che Valentino vuole continuare ad aggiornare. Nei test a Losail (Qatar), la Yamaha, che un po’ lo aveva tradito nell’ultimo biennio, ha dato segnali di forte rivalità in vista dell’esordio iridato del 10 marzo proprio su questo tracciato. Il suo compagno di squadra Maverick Vinales è tornato a vestire i panni del “Top Gun” del Motomondiale e senza il supporto di Goose ha disegnato traiettorie che pochi sono riusciti a replicare. Il “Dottore”, da par suo, si è concentrato maggiormente sul passo gara e sembra aver trovato una cura alla M1.

Il Mondiale dunque si riaprirà con questo target da tenere bene a mente, in barba ai rottamatori 2.0 e ai detrattori di una vita a cui, forse, Valentino un po’ mancherà quando deciderà di dire basta, venendo meno quella rivalità che per anni ha rappresentato l’antagonismo per eccellenza tra chi venerava il campione e chi lo osteggiava per partito preso. Non resta che aspettare, a questo punto, l’esito della pista.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock.com

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