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Pattinaggio artistico, Mondiali 2019: la bella prova degli azzurri. Un nuovo inizio per puntare ancora più in alto

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Calato il sipario sull’edizione numero 109 dei Campionati Mondiali di pattinaggio artistico, andati in scena presso la Super Arena di Saitama (Giappone), è ora di tirare le somme per ciò che concerne i nostri azzurri. La spedizione italiana, in generale, è stata autrice di una rassegna altamente positiva. Le nostre teste di serie in particolare, tralasciando la categoria femminile che merita un discorso a parte, sono riuscite a piazzarsi infatti in top 10 in tutte le specialità.

Malgrado qualche imprecisione, davvero difficile da non commettere nelle coppie d’artistico, Nicole Della Monica e Matteo Guarise si sono destreggiati egregiamente in una gara complessa, piazzandosi all’ottavo posto mostrando un incremento notevole nell’esecuzione degli elementi d’insieme, scacciando definitivamente l’incubo del triplo rittberger lanciato, eseguito spesso in modo falloso nelle uscite precedenti, in quest’occasione perfettamente atterrato. Come già sottolineato da Massimiliano Ambesi, quello che servirà ai pattinatori delle Fiamme Oro allenati da Cristina Mauri nei prossimi anni per il salto di qualità definitivo sarà trovare la consistenza, ovvero riuscire a realizzare in gara ciò che eseguono senza particolari sbavature durante i loro allenamenti.

L’ottava posizione è stata conquistata anche da Charlène Guignard-Marco Fabbri che, come avevano rivelato durante un’intervista alla nostra testata, sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo: rimanere vicini ai punteggi delle coppie di vertice. A Saitama ci sono riusciti in modo magistrale specialmente nella rhythm dance, dove hanno scavalcato l’importante soglia degli 80 punti piazzandosi al settimo posto a una sola lunghezza di distanza dal podio. Una sbavatura sul rotational lift nel programma libero, chiamato di livello 3 e valutato con un grado di esecuzione non eccezionale, ha fatto scivolare i pattinatori delle Fiamme Azzurre allenati da Barbara Fusar Poli all’ottavo posto, sfiorando quota 200 nel totale. Non sarà però certo un errore a cancellare la mastodontica stagione dei due azzurri, quella del salto di qualità, quella dei sogni, quella che non dimenticheranno mai.

Matteo Rizzo si è dimostrato ancora una volta in grado di stupire tutti. Con uno short program a dir poco perfetto, l’atleta di Franca Bianconi si è piazzato in quinta posizione lasciandosi alle spalle atleti eccezionali. La qualità di esecuzione, la continuità di rendimento, il quadruplo toeloop presentato anche nel segmento più breve, hanno concesso al gioiellino il lusso di pattinare nell’ultimo gruppo, esibendosi tra i due protagonisti delle ultime Olimpiadi di PyeongChang Shoma Uno e Yuzuru Hanyu, non sfigurando per nulla, anzi, facendo impazzire la Super Arena di Saitama sulle musiche dei Queen guadagnando la settima posizione finale, maturata dopo una performance viziata sì dalla caduta nel quadruplo toeloop, ma impreziosita da scorrevolezza, leggerezza e qualità nei tripli.

Le seconde coppie sono state protagoniste di una gara molto difficile. Sia Rebecca Ghilardi-Filippo Ambrosini (artistico) che Jasmine Tessari e Francesco Fioretti (danza) avevano decisamente bisogno di rompere il ghiaccio in ambito mondiale. Il risultato deve passare in secondo piano; per loro infatti queste occasioni servono, senza alcuna retorica, per esserci, per respirare l’ambiente di alto livello, per guardare nel dettaglio gli avversari e, semplicemente, per crescere. Tutte le scalate in fondo partono sempre dal basso, ma con il tempo la soddisfazione di vedere il panorama da una prospettiva più alta sarà una sensazione impagabile.

Discorso a parte merita il caso del singolo femminile. Nonostante una prova positiva Marina Piredda e Roberta Rodeghiero, seppur con prestazioni diverse, non sono riuscite a conquistare il pass per accedere al programma libero, complice un livello davvero alto e delle performance impeccabili delle dirette avversarie. Senza Carolina Kostner il movimento femminile dovrà ripartire da zero. L’auspicio per la prossima stagione sarà quello di cercare di capire meglio le gerarchie interne, in modo da poter lanciare e curare le atlete con partecipazioni a gare di rilievo per fare esperienza, crescere nel ranking e iniziare la lunga scalata per riportare l’Italia ad alti livelli.

 

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Foto: Valerio Origo

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