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Ciclismo

Saronni e la crisi di Fabio Aru: “Un anno può andar male, due no. Si è rotto un meccanismo e soffre la pressione, ma gli siamo vicini”

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Il caso di Fabio Aru è un argomento che fa discutere da ormai tanto tempo, perchè, dopo un 2018 da dimenticare, il corridore sardo ha bisogno di un veloce riscatto per se stesso e per il ciclismo italiano. Lui, il degno erede di Vincenzo Nibali, il futuro azzurro delle corse a tappe, primo alla Vuelta España del 2015, campione italiano nel 2017, per due volte sul podio al Giro d’Italia, quinto al Tour de France del 2017 e vincitore di sei tappe nei grandi giri. Insomma, un ragazzo che ha tenuto tutti i tifosi delle due ruote attaccati alla televisione, felici ed esultanti nel veder sbocciare un grande talento, una nuova speranza per il ciclismo italiano. Ma non sempre le cose vanno per il verso giusto, complici diversi cambiamenti, Fabio si ritrova ad avere a che fare con una pressione che lo sfianca, e quella tremenda voglia di dimostrare il suo grande valore, abbattere i giudizi altrui, ma soprattutto la consapevolezza di dover ripartire da zero e ritrovarsi. Una ripresa che tutti si augurano di vedere ben presto.

Per questo motivo abbiamo voluto capirci di più su questo improvviso calo del campione sardo e in un’intervista rilasciataci da Giuseppe Saronni che lo ha voluto con sé nella UAE Team Emirates e che continua a credere fortemente in lui, l’ex campione del mondo, storico general manager e attuale responsabile della formazione araba, afferma: “La figura a cui teniamo tanto, e non solo perché è italiano ma perché è un corridore da corse a tappe importanti, sarebbe Fabio Aru. Si sta riprendendo. Siamo tutti a conoscenza di come ha affrontato il 2018; una brutta e sfortunata annata. Tutta la squadra, a partire dai tecnici e preparatori, medici e compagni di squadra, stanno cercando di dargli morale, di favorirlo, di stargli vicino. Fabio sta facendo un buon lavoro e speriamo che ci sia una ripresa, perché sappiamo tutti che nel mondo del ciclismo la figura più importante e più rappresentativa poi alla fine è il corridore dei grandi giri. Aru è un corridore adatto a queste gare e speriamo di ‘rimetterlo a posto’ ”.

Testa, cuore e gambe determinano la perfezione di un corridore. Un solo errore, una sola dimenticanza, un solo cambiamento, e questo splendido connubio rischia di interrompersi. Siamo tutti consapevoli delle sue doti fisiche, ma queste non bastano. “Magari esco un po’ dal mio ruolo, perché alla fine quando si parla di squadre, di corridori, entra in gioco anche la passione, l’amicizia, il fatto di guardare il ciclista anche dal fattore umano – continua Saronni – “Io l’ho voluto in squadra e sono il primo che ci tiene che possa fare delle ottime cose. L’anno scorso probabilmente il cambiamento di squadra e la grande voglia di dimostrare qualcosa lo hanno portato a mettere talmente tanto impegno più del dovuto, fasciandosi la testa per cercare di ottenere dei risultati e confermare il suo valore alla nostra squadra, ai tifosi, agli appassionati, che poi alla fine si è rotto un meccanismo. E invece che fargli del bene, tutta questa pressione gli è tornata contro. Però devo dire che per un anno lo posso capire, ma sbagliare due stagioni non va bene; nel mondo del professionismo non è concesso a nessuno. Per questo, con grande serenità e tranquillità, lo stiamo anche assecondando in tutto e per tutto come sempre, ma lui sa benissimo che bisogna fare qualcosa di buono“.

Dimostrazioni che tutti attendono da parte un ragazzo maturo, un talento come pochi al mondo. “Vista la sua grande sensibilità, diciamo che è stato un po’ condizionato probabilmente dalla pressione che il mondo del ciclismo gli crea, anche giustamente direi, perché vuol dire essere un ragazzo importante da cui la gente si aspetta tanto; però ci sono atleti che sopportano molto bene questa pressione che tante volte li aiuta, ma forse Fabio quando non è al 100%, soffre, viene condizionato e il suo rendimento ne paga le conseguenze. Deve migliorare anche sotto questo punto di vista perché i grandi corridori devono anche vivere e correre tante volte sotto grande stress e pressione“. Un giudizio più che umano quello di Giuseppe Saronni, che ci parla di Fabio con grande stima e affetto, e con la speranza di ritrovare il corridore che ha fatto impazzire l’Italia del ciclismo e non solo. Spero che ritorni quello di un tempo. E questo lo dico non tanto come responsabile della squadra, ma come grande amico, tifoso e appassionato di questo sport. Purtroppo, attualmente, non abbiamo tanti corridori italiani ai grandissimi livelli e perdere per strada un atleta che ha queste potenzialità, sarebbe un peccato. Mi auguro che possa ritornare quel ragazzo che abbiamo visto battersi nelle grandi corse”. 

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@lisa_guadagnini

Foto: Valerio Origo

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